Cellere POESIA OMAGGIO   Laughing

Con questa poesia intendo rendere omaggio a tutte quelle donne che, con il trascorrere inesorabile del tempo, assistono all’invecchiamento della loro pelle, restando alquanto turbate, senza, invece, considerare le grandi fatiche che hanno dovuto sostenere per far crescere i figli e per offrire serenità alla famiglia. 

 

E tu le chiami... rughe

 

Mani belle, mani adorate,

profumate dall’onesto lavoro,

già dedite a cullare

e sollevar bambini,

a tergere amati lenzuolini…

Mani solcate dal vomere del tempo

e del duro quotidiano;

quei solchi,

non chiamarli rughe:

son letti di fiumi

che hanno percorso

la forte tua vita,

fiumi di limpida acqua,

profusa a piene mani, generose,

sempre pronte a donare,

e mai protese a richiesta alcuna.

Mani segnate

dalle cicatrici della vita,

ma tu

ti ostini a chiamarle... rughe.

Così sia:

evviva, dunque,

le tue mani non più vellutate;

onore alle tue rughe d’amore,

rughe di donna sorridente e pura.

Mario Olimpieri