Viterbo STORIA SPAVENTOSA

Si parla di Via Francigena, la via dei pellegrini camminatori, ma chi più di Viterbo può essere l'emblema della Francigena? A Viterbo esistono, l'ex Ospizio dei Pellegrini, il Quartiere san Pellegrino, la Chiesa di san Pellegrino, la Piazza san Pellegrino, la Via san Pellegrino, la Via dei Pellegrini e uno stemma con raffigurato un pellegrino in Via Mazzini n° 126.
Ma leggiamo cosa scrive in merito Laura Ciulli. (m.g.)

"Io Guido e mia moglie Diletta per la redenzione dell'anima nostra, dei nostri parenti e di tutti i fedeli, doniamo questa casa per farne un Ospizio dei pellegrini con ogni sua dipendenza ai servi dei servi di Dio, in perpetuo, senza nessuna restrizione.

Nessun vescovo, o abate, o altra persona, abbia potere di disporre o asportare alcunché da questo luogo, senza il parere di tutti i chierici e laici maggiori e minori di questa città.
Se alcuno vorrà fare altrimenti, sia maledetto da Dio onnipotente, dalla beata Vergine Maria, dagli angeli, dagli apostoli e da tutti i santi e sia condannato insieme a Giuda, Pilato, Anna, Caifa, Dathan, Abiron, Erode e tutti quelli che dissero al Signore Iddio allontanati da noi fiat, fiat.
Ordiniamo poi a chi possiederà questa casa che secondo la loro possibilità celebrino la festa della Vergine Maria e di san Giovanni Evangelista".

Ma di che si tratta? Sappiamo veramente qualcosa a riguardo?

L’Ospizio dei Pellegrini nel 1301 fu donato all’Arte dei Calzolari da un certo Lucido di Guido, Cesare Pinzi dice Francesco di Lucido, e continuava ad avere per fine caritatevole l’assistenza e la cura dei pellegrini.

Nel 1514 è chiamato hospitale delli calzolari e nel 1575 venne restaurato dalla stessa Arte come testimoniava uno stemma riproducente tre suoi arnesi da lavoro, sotto era una scritta, in un cartiglio. 

Emblema e cartiglio erano posti sull’angolo dell’Ospedale, assai corrosi, sono andati perduti in tempi recenti per l’incuria dell’Amministrazione comunale.

Sul cartiglio era scolpito:
Universitatis / sutorû Viterbi a / fundamentis restituit / et ampliavit / anno Iubilei / MDLXXV.

Nel 1612, e ancora dieci anni dopo, l’Ospizio o Ospedale dei Pellegrini era chiamato Ospedale di san Protogenio nelle Sacre Visite del vescovo Muti, era dotato di dieci letti e ospitava fino a tre sere anche i vagabondi.

Alla fine dell’800 era adibito a pubblico dormitorio per i poveri privi di dimora, iniziativa presa dal sindaco Giuseppe Bazzichelli, nato a Viterbo 5 Gennaio 1838 ed eletto primo cittadino il 21 Febbraio 1891.

Nel 1923, il proprietario dell’ex ospizio, Giuseppe Pincellotti, ottenne l’autorizzazione per la ristrutturazione della casa sopraelevenadola, aprendo sulla facciata una loggia e varie finestre. 

Andrea Scriattoli in data 12 Settembre 1923, membro della Commissione edilizia di Viterbo, inviò una lettera nella quale scrive:
«Faccio voti che, qualora venga discusso il progetto di restauro dell’Ospizio dei Pellegrini, si tenga conto possibilmente di quanto è stato scritto a codesto ufficio dalla Presidenza della Società per la Conservazione dei Monumenti alla quale appartengo, e ciò allo scopo di conservare, come è doveroso, alla Contrada del Duomo, che per la sua importanza storica ed artistica è una delle più visitate dai forastieri, quel carattere che le danno i principali fabbricati che la compongono».

Non mi pare sia stato molto ascoltato! Infatti, la casa, dalla giusta e proporzionata altezza che aveva, è diventata un palazzo e neppure l'anatema di Guido e Diletta è stato rispettato, infatti altre attività vengono svolte in quell'ex Ospizio dei pellegrini!

Si dovrà temere la maledizione di Guido e Diletta? Chissà chi vivrà vedrà!

Laura Ciulli

P.S. Notizie storiche tratte da Mauro Galeotti: L'illustrissima Città di Viterbo, 2002