Viterbo STORIA
a cura di Mauro Galeotti



"Il più bello...grande e magnifico pavimento che mai fusse stato fatto"
(Vasari, sul pavimento del Duomo di Siena)

E' davvero strano, un po' di anni fa sono entrato nel Duomo di Siena e con mia sorpresa ho visto che sul pavimento, assai prezioso, era raffigurato il Liocorno quale simbolo che distingueva Viterbo, città alleata con Siena.
Il Liocorno (talvolta anche Unicorno o Leocorno) è un animale dal corpo di cavallo con un singolo corno in mezzo alla fronte.

Il Liocorno, non è lo stemma di Viterbo, quindi è un'allegoria così voluta da chi realizzò il bellissimo tondo posto all'ingresso del Duomo, stessa allegoria per altre città poste sempre nel tondo, infatti alcuni simboli non corrispondono allo stemma della città di cui si legge il nome.

A Viterbo l'unico Liocorno che ricordo esista, è quello in capo allo stemma gigliato della famiglia Farnese, all'ingresso del Palazzo Farnese, che si trova a destra di chi percorre il Ponte del Duomo in Via san Lorenzo verso Piazza san Lorenzo.

Ho fatto una breve ricerca e ho catturato queste notizie che mi piace se tu potessi leggerle.

 

Navata centrale

La zona sotto le arcate della navata centrale fu probabilmente la prima ad essere decorata, forse dapprima a mosaico e poi col sistema del commesso in marmo (opus sectile) che si affermò per tutto il pavimento della cattedrale.

Oltre agli intarsi in marmi di diverso colore, le figure venivano poi solcate a graffito lungo i contorni poi riempiti di pece, per far risaltare piccoli segni scuri.

La consunzione lungo il passaggio centrale ha fatto sì che nessuna delle figure sia oggi originale, ma i rifacimenti nei secoli dovettero essere piuttosto fedeli, se venne mantenuta anche la tecnica originaria del mosaico in quella che è forse la scena più antica, la Lupa senese attorno ai simboli delle città alleate.

Questa zona, a parte la figura dell'Ermete Trismegisto, stilisticamente affine alle sibille, è caratterizzata da rappresentazioni allegoriche, piuttosto che figure o scene narrative, a sottolineare l'ampio respiro del messaggio di questa importante parte dell'edificio. da Wikipedia

 

La Lupa senese tra i simboli delle città alleate

Il secondo riquadro, nella navata centrale, è organizzato attorno a un grande cerchio che contiene una rappresentazione della Lupa senese che allatta i gemelli Seno e Aschio, circondata dagli animali totemici di una serie di città alleate: il cavallo di Arezzo, il leone marzocco di Firenze, la pantera di Lucca, la lepre di Pisa, l'unicorno di Viterbo, la cicogna di Perugia, l'elefante di Roma e l'oca di Orvieto.

Si tratta di simboli molto antichi, spesso desueti, e scelti probabilmente per rappresentare un insieme vario: di Roma ad esempio non si sceglie la Lupa capitolina, troppo simile all'emblema senese, che ne è "figlio".

Ai quattro angoli si trovano altri tondi con il leone gigliato di Massa Marittima, l'aquila di Volterra, il drago di Pistoia e il grifone di Grosseto.

A parte Roma, le città scelte fanno parte idealmente del territorio della Tuscia, comprese le città oggi umbre o dell'Alto Lazio.

Questo riquadro è l'unico a mosaico rimasto, ne restano brani originali assai consunti nel Museo dell'Opera del Duomo.

Si fa risalire addirittura al 1373, compatibilmente con le scritte gotiche della rappresentazione.

Di autore ignoto, venne rifatto nel 1864-1865 da Leopoldo Maccari. da Wikipedia

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Superato il riquadro con l’Ermete, lungo la navata centrale, ci troviamo di fronte alla Lupa che allatta i gemelli, inserita in un cerchio, cui sono collegati altri otto tondi di dimensione minore che mostrano gli emblemi di città centro-italiane.

Il pannello si deve al rifacimento di Leopoldo Maccari del 1865, mentre l’originale, di cui restano alcuni frammenti nel Museo dell’Opera viene datato 1373.

Tale spazio del pavimento, l’unico ad essere realizzato a mosaico anziché a commesso marmoreo, è, probabilmente, proprio per la diversa tecnica utilizzata, il più antico.

La Lupa diventa, già a partire dall’epoca medievale, simbolo della città di Siena, legato alla mitica leggenda di fondazione della città da parte di Aschio e Senio, figli di Remo.

Dietro l’animale si vede l’albero di fico (Ficus Ruminalis) presso il quale, secondo la tradizione, il pastore Faustolo trovò Romolo e Remo dopo il loro abbandono lungo le acque del Tevere. da http://www.operaduomo.siena.it

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Parlando di antichità delle tarsie, pare che la più antica sia quella che rappresenta la Lupa senese circondata dai simboli delle città alleate (1373), poi rifatta nel XIX secolo.

E' stato mantenuto il lavoro a mosaico che la contraddistingue.

La Lupa che allatta i  gemelli Seno e Aschio è racchiusa in un cerchio, su fondo rosso: simboleggia l'eredità di Roma raccolta da Siena, che ne acquisisce anche lo stemma.

Attorno - in tondo - su fondo nero, vi sono le città alleate che costituivano a quel tempo la Tuscia (vi appartenevano pure città che oggi non sono più toscane, come Perugia, Viterbo e Orvieto).

Ogni città è rappresentata da un animale:Arezzo (il cavallo); Firenze (il leone); Lucca (la pantera); Orvieto (l'oca); Perugia (la cicogna); Pisa (la lepre); Roma (l'elefante); Viterbo(l'unicorno).

Tutta questa iconografia è racchiusa, a sua volta, in un grande quadrato, ai quattro angoli interni del quale vi sono quattro città, simboleggiate da altrettanti animali: Grosseto (il grifone); Volterra (l'aquila); Pistoia (il drago);Massa Marittima (il leone con i gigli).

Questa iconografia ci ha destato molto interesse, sia per i colori impiegati (nero, bianco, giallo e rosso, che ricordano quelli della Grande Opera Alchemica) che per i soggetti-simbolo (tutte metafore impiegate in Alchimia per appellare i 'protagonisti' della Materia Filosofale). da http://www.duepassinelmistero.com

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L'unicorno a Siena

La presenza del gruppo delle Grazie nella Libreria o Biblioteca Piccolomini (Pio II, Pio III) del Duomo di Siena è come abbiamo visto una chiara traccia di esoterismo cristiano. Se ciò è vero non dovrebbero mancare nella città toscana riferimenti all'altra immagine allegorica legata alle congiunzioni Giove-Saturno, cioè all'unicorno (anche detto, alla francese, liocorno o leocorno). Ed infatti non mancano, a riprova del fatto che i senesi eminenti la sapevano lunga.
 
Il primo di questi riferimenti è nella tarsia del bellissimo pavimento del Duomo al centro della quale vi è la Lupa che allatta i gemelli. Tra gli otto tondi che circondano l'immagine centrale, che simboleggiano città amiche di Siena, uno rappresenta proprio un cavallo con un corno in fronte, cioè un unicorno, con la scritta Viterbium, cioè Viterbo (cfr. immagine qui sopra).
 
Lo strano è che la città di Viterbo non ha un unicorno nel suo stemma, ma - dal duecento - un leone con una bandiera. Una possibilità è che il mitico ed esoterico animale fosse anticamente presente nello stemma di Viterbo, un'altra è che si richiamasse con quell'immagine del pavimento un particolare legame di Siena, cioè di qualche gruppo senese, con la famiglia Farnese (che aveva l'unicorno come emblema familiare) e con la cittadina - Farnese (VT), nei pressi del lago di Bolsena e di Viterbo - originaria della famiglia omonima e distante lungo la via Francigena verso Roma meno di 100 km da Siena.

Il secondo riferimento al mitico ed esoterico animale è nientemeno il nome stesso di una delle diciassette contrade storiche di Siena, la Contrada del Leocorno il cui nome viene dai senesi colloquialmente abbreviato in Leco.
 
Il motto della Contrada è "Fiede et risana al par l'arma c'ho in fronte", mentre l'oratorio della stessa è nella chiesa di San Giovannino della Staffa, la quale sembra sorga sulle rovine - guardacaso - di un antico tempio di Giove. Per altre notizie sulla Contrada rinvio alle seguenti esaustive pagine di Wikipedia:

A quanto sembra, infine, lo stemma dell'unicorno era molto popolare in Toscana trovandosi il liocorno nel gonfalone del quartiere di s. Maria Novella a Firenze, della società di s. Maria al Prato di Pistoia e delle Porta di capo di Ponte a Prato. da http://giuseppedecesaris.blogspot.it/2011/09/lunicorno-siena.html

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