Viterbo LA STORIA DI VITERBO
Mauro Galeotti

Viterbo, Porta Romana nel 1910 (Archivio Mauro Galeotti)

Sviluppo delle Mura castellane

Questa che segue è la suddivisione, per anno, della immensa costruzione della cinta muraria della città a cui molti studiosi fanno riferimento.

1095. 
Vennero aperte cinque porte, Porta Salicicchia, Porta san Leonardo, Porta di san Sisto, Porta san Matteo dell’Abate e Porta Sonsa. Venne anche realizzato un fossato che, successivamente, fu approfondito per ricavarne la pietra, usata, poi, per costruire le mura. Il fossato era dislocato dal Torrente di san Pietro al Torrente Sonsa.

1187 - 1192. 
Con l’apertura di Porta Fiorita, Porta di Piano, Porta san Lorenzo e Porta di Valle, si cinse il Quartiere di Pianoscarano. Ivi fu eseguito un fossato a protezione delle mura che è ancora, per lo più, esistente.
Andrea Scriattoli (Vetralla 19 Maggio 1856 - 6 Settembre 1936) data questo tratto di mura al 1148, ma definisce l’anno incerto.

1192.
Vennero realizzate le mura da Porta di Valle in parallelo al Torrente Urcionio, quel torrente che frate Giovanni Nanni, detto Annio, chiama Urgionio, lungo la Valle di Faul fino a Porta di santa Maria Maddalena. 

Quest’ultima si trovava assai prossima all’incrocio delle attuali Via del Ganfione, Via Valle Piatta, Via sant’Antonio e Via Faul.
La difesa era creata naturalmente dal Torrente Urcionio e dalle alte rupi del Colle del Duomo.
Un bel tratto di queste mura, con possenti contrafforti nella Valle di Faul verso Via sant’Antonio, è rimasto in piedi, nonostante l’abbandono secolare.

1213 circa.
All’interno delle mura vennero compresi il Quartiere di san Marco e una parte del Quartiere di san Faustino, furono aperte Porta di san Marco, Porta Capo di Piaggia, Porta di santa Lucia e la Porticella, alla Trinità.

1215. 
La cinta venne ampliata dal Torrione di Sallupara fino a Porta Bove.

1246. 
Fu eretto un tratto di mura da Porta di santa Maria Maddalena alle rupi del Colle della Trinità. Esisteva in questo luogo una barriera naturale di ardite rupi, che oggi si può immaginare per l’asperità che conserva il terreno. 

La massa tufacea che proteggeva la città, a partire da Porta di santa Maria Maddalena, arrivava al Ponte Tremolo, ossia il Ponte Tremoli, sotto al quale scorreva l’Urcionio, fino a raggiungere la Porticella.

La rupe, attualmente, si può identificare nelle Vie Valle Piatta, Via Ascenzi, Piazza dei Caduti all’inizio di Via Marconi e Via santa Maria in Volturno.

1268.
Venne chiusa la cinta muraria da Porta Bove a Porta di Valle, concludendo finalmente il circuito.

1270. 
Fu costruita la Torre - Porta san Biele con l’intenzione di unirla con cortine alla cinta muraria della città.

Mauro Galeotti

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