Villa san Giovanni in Tuscia STORIA
Micaela Merlino


San Pio da Pietrelcina

Una “parabola” semplice per spiegare il perché dell’esistenza del Male: è quella che utilizzò un giorno San Pio da Pietrelcina per rispondere alla domanda di un fedele.

Un modo per ricordare questo grande Santo dell’età contemporanea nel giorno anniversario della sua Memoria (23 Settembre).

La domanda sul perché dell’esistenza del Male se l’Universo è stato creato da Dio onnipotente che è infinito Amore, da secoli remoti provoca un’intensa angoscia nel cuore di molte persone, e tante sono state le proposte filosofiche e teologiche formulate per rispondere a questo interrogativo. Tra l’altro esso ha sempre costituito uno degli argomenti privilegiati utilizzati dall’ateismo, antico e moderno, per negare l’esistenza di Dio.

Un esempio di risposta teologica è costituita da quanto affermò Sant’Agostino il quale, ponendosi ripetutamente l’interrogativo, arrivò alla conclusione che l’opera di Dio è sempre buona, e che ciò che causa il male è il libero arbitrio dell’essere umano, il quale può fare scelte sbagliate. Il male è una “mancanza di essere”, non nasce da Dio ma è un prodotto dell’agire umano.

L’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio, ma l’essere umano può deviare dal seguire la via del Bene e compiere azioni che lo rendono imperfetto, perché il male allontana sempre dalla perfezione che Dio ha pensato e voluto per l’uomo. Come ha risposto invece San Pio da Pietrelcina, un Santo dell’epoca contemporanea, a questa stesso interrogativo sul Male? Egli raccontò che un giorno un suo figlio spirituale gli pose questa domanda: “Perché esiste il male nel mondo?”.

Allora rispose utilizzando una metafora assai significativa: “C’è una mamma che sta ricamando. Il suo figliuolo, seduto su uno sgabelletto basso, vede il lavoro di lei, ma alla rovescia. Vede i nodi del ricamo, i fili confusi… E dice: “Mamma, si può sapere che fai?” E’ così poco chiaro il tuo lavoro!” Allora la mamma abbassa il telaio, e mostra la parte buona del lavoro. Ogni colore è al suo posto e la varietà dei fili si compone nell’armonia del disegno. Ecco, noi vediamo il rovescio del ricamo. Siamo seduti sullo sgabello basso”.

Sono parole che colpiscono, considerando soprattutto la vicenda biografica di San Pio e i suoi doni mistici. In una visione avuta il 1° gennaio 1903 quando aveva quasi sedici anni di età, gli fu preannunciato che durante tutta la sua vita avrebbe dovuto sostenere aspre lotte con Satana che lo avrebbe più volte tentato, come il Principe del Male aveva fatto con Gesù stesso nel deserto.

Anche durante la sua vita da frate cappuccino, iniziata nel 1907 quando fece i voti solenni, San Pio fece esperienza di tante difficoltà, a partire dalla sua salute che fu sempre cagionevole, soprattutto a causa di problemi polmonari, e per le vicende legate alle sue esperienze mistiche.

Dal 10 settembre 1910 aveva ricevuto le stimmate, che scavarono profonde ferite nella sua carne causandogli un grande e persistente dolore, un’altra manifestazione delle stesse la ebbe nel 1911, mentre nel 1918 visse misticamente la transverberazione: un personaggio lo trafisse con una lancia, che gli lasciò una ferita sempre aperta e sanguinante.

San Pio sopportò con pazienza anche la diffidenza della gerarchia ecclesiastica circa la soprannaturalità delle sue esperienze, sospetti che si protrassero per molti anni. Padre Agostino Gemelli, medico e psicologo, incaricato dal Sant’Uffizio di indagare sulla vicenda, non essendo stato bene accolto dal frate divenne un suo detrattore, arrivando a definirlo “isterico e psicopatico” nonché “un imbroglione”, e a bollare le sue stimmate come “frutto di un’azione patologica morbosa”. Insomma una vita nella quale più volte San Pio sperimentò quello che sembrava essere il suo fallimento, almeno secondo i giudizi ufficiali.

Pronunciamenti assai diversi dalla grande ammirazione e dal grande affetto che invece via via decine, centinaia e poi migliaia di persone gli manifestarono nei lunghi anni di permanenza a San Giovanni Rotondo, quando divenne un padre spirituale capace di comprendere in profondità l’animo umano, di sollecitare e incoraggiare la perseveranza nella fede, e spesso anche rimproverare quanti avevano deviato da un autentico cammino cristiano.

San Pio sopportò malanni e affanni della sua lunga vita forte delle tre virtù fondamentali del vero cristiano (fede, speranza e carità), sicuramente memore anche della promessa fattagli da Gesù e Maria quando era ancora un adolescente. Infatti egli stesso riferì che pochi giorni dopo la visione che gli svelò le grandi difficoltà che avrebbe dovuto sopportare in vita, il 5 gennaio 1903 ne ebbe un’altra nella quale Gesù e sua Madre lo consolarono, dicendogli che gli sarebbero stati sempre accanto e lo avrebbero protetto e sorretto contro tutte le avversità.

La “parabola” utilizzata da San Pio per cercare di spiegare il senso del male, afferma che in realtà l’essere umano non può comprenderlo razionalmente, perché ciò ai suoi occhi resta un mistero. Solo quando il credente avrà raggiunto l’ “altezza di Dio”, potrà scorgere il senso del disegno creatore di Dio stesso.

Sicuramente non basta una fede spesso debole e vacillante, ma per avvicinarsi il più possibile a questa “altezza” che permette di scorgere il verso giusto del “ricamo”, l’uomo ha bisogno di crescere spiritualmente seguendo senza cedimenti la via mostrata da Cristo. Ciò che San Pio stesso ha fatto, non solo nonostante le difficoltà, ma nelle difficoltà, cioè essendo immerso in esse.

Il significato della contemplazione del Crocifisso, davanti al quale tutti i Santi hanno pregato intensamente meditandone il Mistero, così come faceva anche San Pio, sta nella consapevolezza che proprio la realtà del male (come peccato) ha reso necessario il sacrificio di Cristo, il quale però ha vinto il male definitivamente.

Un’ultima riflessione riguarda il personaggio della mamma, che compare nella “parabola” usata da San Pio come colei che svela il senso del ricamo. Essendo molto devoto a Maria, credo sia probabile che la mamma alluda a Lei come via privilegiata che conduce alla conoscenza di Cristo, e dunque alla possibilità di comprendere nella sua luce il senso del male.

Le parole di San Pio ancor oggi riecheggiano fiducia: Dio non ha sbagliato il suo disegno creatore, l’esistenza del male è un mistero per l’uomo a causa di un difetto di comprensione, ma avendo sempre lo sguardo rivolto alla morte e risurrezione di Cristo il credente scopre il senso profondo di ciò che la mente razionale non può accettare.

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