Viterbo STORIA VISSUTA
Liberamente tratto dall’opera “I profumi semplici della vita” di Maria Antonietta Ellebori

da www.pagineveloci.net

La curiosità e l’interesse sono le prerogative necessarie per agevolare alla conoscenza e nei bambini, a volte, innescano una vero e proprio “modus operandi” concepibile soltanto da loro. Pertanto è necessario osservarli e studiarli nelle proprie sfumature che… raccontano senza parlare.

… E pasta e patate

La bambina abitava in un vetusto appartamento con la famiglia numerosa composta dai genitori, i due nonni paterni e due sorelline più piccole.

La casa era sita nei pressi della statale Aurelia, non lontano dal cimitero monumentale che costeggiava il litorale marino.

Alle spalle transitava la ferrovia, dove ancora sferragliava la littorina che collegava Civitavecchia ad Orte, oggi soltanto un ricordo.

L’appartamento era composto da due stanzone, che accedevano l’una all’altra, mentre di lato un lungo corridoio conteneva la stufa a legna, il camino in muratura con i buchi sul davanti ove infilare la carbonella da accendere e due sul pianale dove poggiare le pentole con le pietanze da cuocere; seguiva il lavandino di peperino, sopra il quale, appesa al muro, un enorme appendi rame conteneva le pentole ed i coperchi ben lucidati.

In ultimo una porticina portava ad un piccolo cesso con lo stretto necessario.

In una stanza una credenza era appoggiata al muro ed un tavolo traballante nel mezzo divideva.

I letti dove dormivano i nonni e la piccolina, mentre l’altra era decisa per i genitori e le altre due figlie.

Nella mattinata la madre portava le più piccoline da una zia e correva a fare la spesa, mentre la grande, si fa per dire, doveva vigilare sui nonni molto vecchi.

Quel giorno, chissà perché, gli occhi della bambina andavano alla credenza di legno, dove alcune impronte di dita sembravano disturbarla.

Non ci pensò due volte. Salì sullo sgabello accanto al lavandino, riempì una bacinella di acqua, ci versò la soda e con una pezzuola iniziò a strofinare gli sportelli della credenza.

Ora l’acqua sembrava calda e le manine erano diventate rosse, ma lei non se ne curò, assorta ed intenzionata a completare ciò che si era ripromessa.

Seduti in un angolo, i nonni osservavano in silenzio, sembrando, con l’espressione, di approvare l’improvviso dinamismo della nipotina.

Lei risciacquò ben bene, asciugò, soddisfatta di avere finalmente cancellato quelle “ditate”.

Sedette accanto ai nonni, con la consueta scatola di scarpe, che conteneva l’ago, il cotone e le stoffette regalate da una zia sarta, e si concentrò nell’impresa di realizzare un vestitino per l’unica bambola del momento.

Ogni tanto alzava lo sguardo a rimirare la credenza finalmente pulita, già presupponendo i complimenti per aver fatto una cosa “da grande”.

Trascorse una mezz’ora. Ormai la madre stava per rincasare. Gettò un ultimo sguardo ancora e… trasecolò.

Il bel celeste acceso, che era in origine, era scomparso ed il mobile aveva assunto un colore quasi bianco.

I nonni scuotevano la testa, mentre la bambina sprofondava nello sconforto.

Prima ancora di accorgersi del “danno” la donna che rincasò notò l’espressione sconsolata della figlia, poi ne capì il motivo quando vide; l’avvilimento non denotava la paura del rimprovero, ma una vera e propria delusione verso l’insuccesso immeritato ed il dispiacere per il disastro arrecato.

Abbracciò la figlia, dicendo: “Tranquilla, la credenza è bella anche così, l’importante e che sia pulita. E poi … mi ero stancata di vederla di quel colore, ora sembra più elegante. Andiamo, perché non mi aiuti a preparare una buona pasta e patate per la cena?”.

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Pasta e patate

Tritare un gambo di sedano, una cipolletta fresca, una carota e rosolare in due cucchiai d’olio.

Aggiungere una cotichella precedentemente lessata e fatta a pezzetti, un po’ di vino bianco e far evaporare.

Unire il pomodoro fresco a pezzetti e lasciare insaporire.

Aggiungere tre mestoli di acqua a persona e portare a bollore.

Unire le patate (una a testa) tagliate a pezzetti e lasciare che cuociano bene.

Salare poco.

Preparare due uova di pasta fatta in casa tagliata a tagliolini ed incorporare a bollore raggiunto.

Completare con una grattugiata di pecorino.

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