Viterbo STORIA
Alessandro Gatti

Chiesa di Santa Maria della Carbonara

L’ordine dei Cavalieri Templari ha lasciato visibili tracce nella Tuscia, in luoghi spesso inaspettati, ma del resto siamo circondati dalle tracce della Storia e sono proprio queste che ci spingono a preparare i nostri occhi a vederle.

Nel capoluogo provinciale, Viterbo, la chiesa di Santa Maria in Carbonara si erige al margine di una ripida discesa che nel medioevo faceva da spartiacque alla contrada La Valle. Il nome si deve alla presenza di una carbonaia (o carbonara), e cioè un fossato riempito di carbone che veniva acceso per difendersi dagli assalti degli assedianti.

Non si ha la certezza riguardo la data di costruzione della chiesa, ipotizzata tra il XII e il XIII secolo. Le prime fonti rilevate, relative alla sua presenza, si attestano alla prima metà del XIII secolo. Non è nemmeno accertato se la chiesa appartenesse al clero di Viterbo oppure se dipendesse dall’abbazia di Farfa, centro monastico del reatino possidente territori anche a  Viterbo. L’appartenenza templare è segnata da un bassorilievo recante l’emblema di uno scudo con al centro il “tau”, simbolo utilizzato assieme alla più celebre croce patente.

Gli atti del processo ai Templari testimoniano che questa chiesa fu di proprietà dell’ordine cavalleresco. Viterbo rappresentava infatti un crocevia fondamentale presso la Via Cassia in direzione di Roma. Tale presidio risultava strategicamente importante. Dall’ubicazione della stessa chiesa erano facilmente raggiungibili due centri di potere all’epoca importanti: Piazza di San Silvestro, dove si riunivano le magistrature comunali e il Palazzo dei Papi, sede dell’episcopato e sporadica residenza papale. Presso Santa Maria in Carbonara si trova la tomba del Gran Precettore templare Artusio da Procapaglia, ma questa è stata danneggiata da un tragico incendio.

I Cavalieri costruirono nelle vicinanze dell’edificio sacro, a strapiombo sul fosso Caldano,  una loro residenza fortificata e un convento in cui ora è ubicata la Taverna dei templari: una volta apprezzato ristorante tipico.

La piccola Valentano, arroccata su una collina antistante il lago vulcanico di Bolsena, ospita un’importante testimonianza del passaggio dei Cavalieri Templarinella Tuscia: la chiesa di Santa Maria del Tempio, detta anche Madonna di Nempe

Trattasi di un complesso in tufo costituito di due edifici adiacenti comunicanti: la chiesa stessa e un’abitazione. Nonostante questa rappresentasse un importante presidio templare, ne resta oramai solamente un rudere che è in mano a privati. Santa Maria del Tempio, infatti, caduta vergognosamente nella trascuratezza,  avrebbe bisogno di restauri e ben altra valorizzazione rispetto alla scarsa attenzione di cui gode ora.

La cittadina di Marta, situata sulle rive del lago di Bolsena, tra Montefiascone e Capo di Monte, può vantare un proprio retaggio templare, anche se poco conosciuto. Lungo la Strada Tuscanese si trova Castell'Araldo, che all’epoca era una domus (chiamata anche magione o precettoria)  templare, cioè cellula base in cui si strutturava l’ordine cavalleresco.

La chiesa aveva un aspetto sobrio: il pavimento in cotto era sovrastato da un soffitto a volta. Sull’altare campeggiava un affresco della Madonna con il Bambino che, in seguito al crollo del tetto, ignoti hanno rubato strappandone l’intonaco.

La chiesa dedicata alla Madonna Santissima delle Grazie e ai Santi Pietro e Paolo, è stata officiata fino agli anni ’50 del XX secolo. Due volte l’anno si celebrava una festa cui accorreva una fitta processione di fedeli. Oggi saltuariamente vi si svolgono feste e manifestazioni che richiamano il prestigioso passato alla presenza di autorità locali e cittadini, mentre durante il periodo natalizio il tradizionale presepe, capace di attirare pubblico dalla zona lacustre. La chiesa ha subito un felice processo di restyling: la struttura e le zone adiacenti hanno beneficiato di un restauro che ha arginato lo stato di abbandono in cui versavano.

Non solo tracce di presenza papalina, ma anche interessanti testimonianze di un Ordine cavalleresco che tuttora è in grado di affascinare e la cui importanza non è spesso adeguatamente compresa,  per quanto riguarda la storia medievale della Provincia di Viterbo. Questa, infatti, tende troppo spesso a non guardarsi attorno per rendersi conto dei piccoli e grandi tesori che racchiude nel suo territorio.

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