Marta STORIA
Alessandro Gatti

Castell'Araldo

Un sito templare segreto nascosto a Marta in Provincia di Viterbo. Quasi dieci anni fa veniva scoperto un “cenno d’arco” ed una “luce” di due metri e poi un “cenno di vuoto” tracce  di un sito templare ancora inesplorato.

In quel lontano aprile 2006 i lavori di recupero del sito di Castell’Araldo, che si estende per oltre 2480 metri, portarono alla luce una sensazionale scoperta archeologica come ulteriore testimonianza dell’operato e dell’influenza dell’Ordine del Tempio nel territorio della Tuscia viterbese.

 Nel Medio-Evo si trattava di un complesso fortificato di cui parla quest’oggi a noi, “umili viandanti” sul destriero galoppante del tempo, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

I residui di un tempo che fu teatro di grandi battaglie e di pomposi ideali. Questa chiesa mostra la caratteristica volta a botte, per i Fratelli Templari che vi prestavano la loro opera, e la tipica volta a vela per i fedeli che all’occorrenza ospitava. Secondo una caratteristica usanza templare, l’asse dell’edificio è orientato verso una particolare apertura, rappresentata da una finestrella atta a far penetrare un raggio di Sole il giorno di San Giovanni.

Proprio lungo questo raggio di sole cade simbolicamente l’asse della chiesa. Quello che rimane oggi d’una struttura fortificata a ridosso del fiume, a circa tre km da Marta, consta in due alti muraglioni, rispettivamente di 15 e 20 metri, e alti entrambi 10. 

All’epoca del ritrovamento della cripta, al di sotto della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, si pensava di poter rinvenire le spoglie dell’Ultimo Gran Maestro templare fra Uguccione da Vercelli.

Di questi, secondo alcune testimonianze, risalenti ai famosi processi all’Ordine, erano state trafugate da alcuni frati le spoglie, come fossero delle reliquie, e nascoste presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Castell’Araldo.

Quale meravigliosa sorpresa, dunque per la sovrintendenza quando si è trovata dinnanzi alla probabile più importante scoperta degli ultimi anni in termini di Storia Medievale.

Ad oggi, possiamo dire che il ritrovamento non ha reso una così sensazionale evidenza, almeno stando a quanto è stato reso noto dalla sovrintendenza ai lavori. Immensi tesori e mitici segreti debbono ancora una volta essere lasciati alla fantasia di registi e scrittori. Quanto alla nostra piccola realtà possiamo però vantare lo splendido recupero di uno dei più importanti siti archeologici del Lazio, d’Italia e, forse, d’Europa.

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