Villa san Giovanni in Tuscia STORIA
Micaela Merlino, archeologa

 

4 Dicembre festa di Santa Barbara, festeggiata a Barbarano Romano. Secondo il “Martirologio” dell’Arcivescovo Adone nacque in Tuscia, secondo altri in Oriente. Ma la sua vita è avvolta in un alone di leggenda.

Una torre, una spada e un fulmine. Sono questi i tre attributi più rappresentativi di Santa Barbara, perché? Della sua “Passio” si hanno versioni diverse scritte in greco e poi tradotte in latino, ma furono composte in epoche molto distanti da quella in cui la vergine martire sarebbe vissuta, ed inoltre in esse si riscontrano molti elementi di dubbia autenticità storica. Le incertezze circa la sua vicenda biografica e il suo martirio indussero a escludere dal “Calendario Romano” la festa di Santa Barbara, commemorata il 4 Dicembre, in occasione della riforma voluta nel 1969 da Papa Paolo VI. Tuttavia si continuò ad autorizzarne il culto, anche in considerazione della sua grande diffusione a livello popolare, cominciata dal VII secolo.

Le diverse “Passiones” riguardanti la martire sono molto discordanti sia riguardo all’epoca in cui si collocherebbe la sua vicenda biografica, sia sul luogo natale e sulle modalità della sua morte. Secondo alcune versioni, infatti, il martirio della vergine avvenne o nella prima metà del III secolo d.C. durante il regno dell’imperatore Massimino il Trace (235-238), oppure più tardi durante il regno di Massimiano (286-305 d.C.), o in quello di Massimino Daia (308-313 d.C.). La città natale è variamente posta in Oriente, ad Antiochia oppure a Heliopolis, una località nelle vicinanze della città di Euchaita in Paflagonia, ma secondo la “Passio” più conosciuta Barbara sarebbe nata a Nicomedia in Bitinia nel 273 d.C.

Tra le versioni latine della “Passio Sanctae Barbarae” è da segnalare il “Martirologio di Adone”, redatto a Lione prima dell’859 dal monaco Adone, poi diventato Arcivescovo ed anche canonizzato. Adone nacque a Sens nella contea di Vienne verso l’800, e morì a Vienne nell’875. Visse a lungo a Lione e in un primo tempo si dedicò alla compilazione delle parti mancanti del “Martirologio” di Beda il Venerabile (morto nel 785), che era già stato continuato dapprima da un anonimo chierico di Lione, poi verso l’840 dal diacono Floro. In seguito, ma prima dell’859, Adone compose un nuovo “Martirologio”, e in questo testo riguardo a Santa Barbara scrisse che era nata in Tuscia e che fu martirizzata durante il regno dell’imperatore Massimiano: “In Tuscia natale sanctae Barbarae virginis et martyris sub Maximiano imperatore”.

Purtroppo, però, tale notizia è molto dubbia, e sicuramente non corrisponde alla verità storica. Bisogna infatti tenere conto del fatto che, in generale, Adone non utilizzò un metodo storico critico nel raccogliere, vagliare e inserire nel suo Martirologio le notizie circa i vari Santi desunte da fonti precedenti, perciò nel testo sono confluite anche molte leggende. Inoltre egli commise non pochi errori nel riportare dati riguardanti luoghi di nascita, date ed altri elementi biografici, talvolta confondendo persino le vicende di un Santo con quelle di un altro. In più, quando le notizie scarseggiavano le inventava, interpolando i pochi dati storici con i frutti della sua fantasia.

Nonostante queste imprecisioni e distorsioni il suo “Martirologio” ebbe grande diffusione in età medievale, finchè nell’865 ampie parti del suo testo furono sintetizzate da Usuardo di Saint Germain des Prés. Fu poi questo nuovo “Martirologio” un po’ abbreviato a divenire la base del “Martirologio Romano”. Secondo la testimonianza di un Padre della Chiesa, S. Giovanni Damasceno (657-749), Barbara era la bellissima figlia di un ricco pagano di nome Dioscoro, il quale proprio a causa della sua avvenenza fece costruire una torre rinchiudendola là dentro, affinchè la sua virtù non fosse insidiata.

Tuttavia voleva darla in sposa ad uno dei molti pretendenti che la reclamavano, ma la fanciulla rifiutava il matrimonio, poiché segretamente fattasi cristiana voleva donarsi completamente a Dio. Quando il padre scoprì che la fanciulla si era convertita al Cristianesimo, tentò di trapassarla con la spada, ma non riuscendoci a causa di un prodigio che permise a Barbara di salvarsi, raggiuntala di nuovo la percosse violentemente, e condottala a casa la rinchiuse in una piccolissima stanza, quindi andò a denunciarla alle autorità romane.

Il “preside” (così scrisse il Damasceno) comandò che la fanciulla comparisse davanti al suo tribunale, perché voleva costringerla a sacrificare agli Dei pagani, ma inutilmente. Perciò dispose che fosse sottoposta a molti supplizi, ma senza nulla ottenere. Infine fu condannata a morte e il padre stesso le recise d’un colpo la testa con la spada. Ma un destino ben meritato attendeva l’infame genitore, perché “…mentre discendeva dal monte fu colpito dal fuoco del cielo che lo consumò in modo che non ne restò né si vide favilla alcuna”.

Questo racconto spiega perché la Santa è spesso raffigurata insieme ad una torre od anche con una spada, e perché a livello popolare è invocata quale protettrice da fulmini e saette. Vera o no che sia la nascita di Santa Barbara in Tuscia, è però certo che il suo culto è anche qui diffuso. Basta ricordare Barbarano Romano che l’ha per Patrona, e che proprio il 4 Dicembre la onora con una Messa solenne nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, con la processione della Sacra Reliquia e con altri eventi, tra cui un suggestivo corteo storico medievale e rinascimentale.

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