Viterbo STORIA
Mauro Galeotti

 

Il cardinale Pietro La Fontaine

A Viterbo i viterbesi conoscono, per lo più, il cardinale La Fontaine perché una via è a lui dedicata. Conoscere chi ha reso onore alla nostra città, è un modo per sentirsi sempre più orgogliosi cittadini della Città dei papi.
Ora un po' della sua vita e ciò che scrisse Umberto Laurenti, Segretario Generale della Fondazione Sorella Natura, sul periodico viterbese La Vedetta, nell'ottobre del 1970.

La casa natale del cardinale è in Piazza della Morte e sulla facciata è l'iscrizione: In questa casa / nacque e lungamente visse / il card. Pietro La Fontaine / patriarca amatissimo di Venezia / lustro e vanto / di questa sua sempre cara / Viterbo / N. 29.11.1860 / M. a Fietta - Venezia 9.7.1935.

Pietro La Fontaine

Il servo di Dio Pietro La Fontaine nacque a Viterbo, in questo palazzo, il 29 Novembre 1860, da Francesco e da Maria Bianchini, fu battezzato il giorno seguente nella Cattedrale di san Lorenzo. 

Si distinse ben presto per la bontà e l’amore verso il prossimo; frequentò le scuole elementari presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, poi sede della Scuola Goffredo Mameli, ubicata nell’antistante Palazzo del Drago, poi le scuole del Collegio dei Padri Gesuiti in Piazza Mario Fani.

Divenne alunno del Seminario di Viterbo dal Novembre del 1874 all’Aprile del 1884. Fu ordinato sacerdote il 22 Dicembre 1883 e, il giorno seguente, celebrò la prima messa nella Cappella dei santi Valentino ed Ilario. In seguito fu nominato docente nel Ginnasio di quel Seminario ed insegnò greco e latino.

Altre materie che insegnò nelle scuole teologiche furono: liturgia, storia ecclesiastica, diritto canonico e sacra scrittura. Rivestì poi le cariche di direttore spirituale del Seminario e di rettore del Collegio-Convitto annesso al Seminario. Particolare cura dedicò ai giovani che riuniva prima nella Chiesa di san Tommaso, poi in quella del Gonfalone ed infine in sant’Ignazio.

Leggo sul Bollettino diocesano di Viterbo e Tuscania del 1° Gennaio - 1° Febbraio 1917 nn. 1 - 2, che fu anche:
«Presidente dell’Arciconfraternita di santa Maria delle Rose, detta dei Sacchi, opera della Vergine S. Giacinta de’ Marescotti, fondò la Compagnia di pubblica assistenza “Charitas” con dipendenza dalla Arciconfraternita medesima, istituzione tanto utile per la città di Viterbo».

Nel 1892 il futuro papa Pio X lo elevò a missionario apostolico e nel 1906 ebbe l’incarico di cappellano del Penitenziario di Viterbo.
Papa Pio X Sarto dopo averlo nominato nel 1905 canonico della Cattedrale di san Lorenzo a Viterbo, nel Settembre del 1906, lo nominò vescovo di Cassano Jonio.

Fu anche visitatore apostolico dei seminari del beneventano, della Liguria, della Toscana e dell’Isola di Malta. Il 27 Marzo 1910 fu segretario della Sacra Congregazione dei Riti e il 5 Marzo 1915 fu nominato patriarca di Venezia e poi principe di Santa Romana Chiesa.

Il 4 Dicembre 1916 fu elevato all’alto incarico di cardinale del titolo dei santi Nereo ed Achilleo, nel 1921 fu legato pontificio a Ravenna per il centenario di Dante Alighieri e nel 1933 lo fu a Vienna per il Congresso cattolico.

Morì a Fietta sul Garda dove fu sepolto il 9 Luglio 1935, fu papa Giovanni XXIII a trasferire la sua salma, già nella cripta di san Marco a Venezia, nella Chiesa alla Vergine santissima da lui edificata per volere dei Veneziani.

Sulla pietra tombale è scolpito, «Ad pedes Dominae suae» / Petrus La Fontaine / card. patr(iarcha) Venetia-rum.

Il 13 Luglio del 1935 in suo onore fu celebrato il solenne funerale nella cattedrale di Viterbo.

Ebbe per maestri in Seminario i canonici Pietro Artemi (1817 - 1892) e Giuseppe Pierotti (1848 - 1916). Per Pietro La Fontaine, sin dal 1960, è in corso la causa di beatificazione.

Ma cosa scrisse Umberto Laurenti?