Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli 

 

Don Simone Foglietta (Fioretti per Torelli) in un acquerello del 1619 tratto dal “Libro dei Miracoli” nella Biblioteca Besso di Roma a p.24

Nell'anno 1488 viveva nella vicina Terra di Canepina un Prete per nome Don Simone Fioretti, di religiosi costumi, e assai divoto di questa Santa Immagine, al di cui Altare soleva di Sabato venire a celebrare a Messa.

Era anche in detto luogo una giovine di buon Parentado, che violata dall'amante, e scoperta gravida, per non manifestare il complice, e per l'avversione, che aveva à detto Don Simone, perchè come confidente di suo padre, e Sacerdote zelande, spesso la riprendeva, disse, che questo l'aveva sforzata.

Ciò facilmente creduto, fù sufficiente motivo, che li parenti di quella fecessero risoluzione di vendicare il disonore con la morte dell'innocente.

Onde appostatolo due miglia in circa fuori della Terra, mentre un Sabbato veniva à celebrare in questa Chiesa, sopraffatti dalla rabbia, rinfacciandoli il preteso  fallo, senza dare udienza alle sue discolpe, lo gettorno furiosamente in terra, e dopo molti strazij gl'aprirno con un ferro sagrilego il petto, con farne uscire le viscere, lasciandolo come morto frà sterpi, e spine.

Ma la Madonna della Quercia, da lui anche in quell'estremo invocata, preservatolo miracolosamente in vita, ò risuscitatolo da morte; comparendo visibilmente in quel luogo, alzollo da terra, e li comandò, che proseguisse il camino, che avanti la sua Imagine gl'averia intieramente restituita la salute.

Obedì il buon Sacerdote, e sostenendo con le mani il cuore, e l'altre interiora, potè così caminare per tre buone miglia, accompagnato da molti, che incontrava, attoniti per la meraviglia, nel veder vivere, anzi caminare un'Uomo col petto aperto e con le viscere in mano.

Arrivato avanti la miracolosa Imagine, rientrando, e ricomponendosi ne' propri luoghi il cuore, e l'altre interiora, si saldò lo squarcio del petto, restò talmente libero, e sano che potè subito celebrare la Messa a vista di numeroso popolo, che vi si ritrovava, prima inorridito per il funesto spettacolo, e poi con lagrime di divozioni rimasto ammirato di sì gran prodigio.

Volle di più la gran Madre di Dio, che il suo Divoto riacquistasse  ancora la buona fama, e riputazione; poichè ritornato alla Patria, dove sopravisse per molti anni, la Donna calunniatrice fu invasata dalli Demonj, ed a forza de' loro tormenti confessò publicamente la sua impostura, l'innocenza di D. Simone, e il nome dell'amante colpevole.

Questo sì gran miracolo si vede dipinto sopra la Porta della Chiesa nella pate interiore, come pure nel Chiostro, ed in un pilastro della Cuppola vi è la Statua, con sotto queste parole: Vitam datam per Virginem, gentes redemptae plaudite.

(Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 68-69)

 Ma vediamo lo stesso miracolo narrato e tratto dal “Libro dei Miracoli” conervato nella Biblioteca Besso di Roma, p.24, in una ricerca eseguita da Gianfranco Ciprini.

VITERBO
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Chiuso il Mercoledì

La "strada Romana" vedeva molti abitanti di Canepina recarsi a piedi a venerare la Vergine della Tegola.
Tra i tanti che percorrevano la Strada Romana era don Simone Foglietta che, ogni sabato, andava nella chiesa della Madonna  della Quercia a dire la messa.

Don Simone Foglietta - 1488
“Don Simone Foglietta poiché havendo in Canapina amicitia di una casa honorata, una giovane di essa casata, non mantenne il decoro di quella et essendo cascata in peccato, e rimasta incinta, non potendo occultare il fatto del suo amante, incolpò a torto l'honesto prete don Simone, quale come innocente conversava come prima alla libera, et un sabato del mese di Giugno 1488, disse di voler andare alla Quercia per celebrare la messa, il che udito dalli parenti della giovane incinta, si posero al passo tra li confini di Canapina e Viterbo e come tanti lupi corsero contro l'agnello innocente di detto prete, e spogliato li aperirono il ventre e sparorno, che usciva fuori il cuore e le budelle e doppo lo gettorno tra certi sterpi e spine senza mai dirli la causa di tanto sacrilegio, lo lasciorno come morto.

Comparse la Madonna lo levò su e li disse che andasse alla Quercia, et andò et portò tutto il ventre aperto con l'interiori fuora et avanti alla Madonna si sanò et celebrò la messa et visse anco doppo alcuni anni e vidde la sua innocentia e la potestà di Maria. La sua statua del Voto è in Chiesa".


Questo miracolo venne successivamente affrescato in una lunetta del chiostro della Cisterna della Madonna della Quercia

Chiostro di Santa Maria della Quercia detto chiostro del Bramante. Lato nord, quinta lunetta.  Affresco con la Madonna che risana le ferite di don Simone Foglietta (1685 ca.)

e in chiesa, sopra la porta centrale, nel 1630, dal pittore viterbese, originario di Canepina, Angelo Pucciatti, per ordine di Domenico di Gaspare, pizzicarolo viterbese, che volle far eseguire la pittura come ex voto per un miracolo ricevuto dalla Madonna nel 1612.

 

L'affresco riproducente il miracolo con don Simone, posto sopra la porta centrale, nel 1630, eseguito dal pittore viterbese, originario di Canepina, Angelo Pucciatti

Certamente colpiti da questo avvenimento, gli abitanti di Canepina vollero ristrutturare una chiesa, la "Collegiata", dedicata alla Madonna e rifecero il suo interno copiando, in piccolo, quello della Madonna della Quercia, forse per sentire vicinissima, quasi loro patrimonio, la Vergine della ''Cerqua''.

Un particolare ringraziamento allo storico Gianfranco Ciprini per le notizie che ha permesso pubblicare. (m.g.)

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