Norchia ARCHEOLOGIA Clicca su Leggi tutto e vedi le foto di Norchia e vai sul sito lovelynorchia.it
E' nata l'Associazione Amici di Norchia, fanne parte anche tu se ami l'archeologia, se ami gli Etruschi, scrivi all'archeologa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La visita al sito di Norchia Antica è decisamente interessante e divertente tanto che non saremmo mai voluti venire via! Consigliamo a tutti la visita.

Norchia splendida, tutta da recuperare, tutta da scoprire

Norchia etrusca, il sito archeologico per eccellenza pieno di misteri e unico al mondo. Segue un ottimo articolo tratto da "irintronauti due toscani in viaggio", leggerlo vale proprio la pena!

Avete voglia di indossare i panni di un intrepido esploratore per un giorno?


Alcune foto sono tratte dal sito irintronati.altavista.org

Di provare l’emozione della scoperta e dell’avventura, di rimanere affascinati davanti a opere singolari? Allora dovete visitare Norchia Antica, una città perduta etrusca di cui si conservano le particolari necropoli oltre che alcune vie cave e i resti di un castello e di una chiesa medievali.

Se non avete mai sentito nominare questo sito, non fa niente, seppure custodisca opere originali e rare è sconosciuto ai più e quasi completamente avvolto dalla vegetazione.

Visitare Norchia Antica dà l’occasione di fare uno dei più bei trekking archeologici (e naturalistici) che abbiamo mai fatto.
Le favolose tombe a dado etrusche, utilizzate solo in questa zona dal popolo italico(vicino ci sono altre necropoli che presentano questa tipologia di sepolture), sono di chiara derivazione dei tipi dell’Asia Minore (Frigi e Lici) e a noi ricordano per certi versi anche l’architettura tombale dei Nabatei, il popolo che costruì Petra e Piccola Petra, ed è proprio in quest’ultima che ci sembra di essere! (Con quest’affermazione non vogliamo fare nessuna considerazione fanta-archeologica, ma solo esprimere una nostra suggestione).

La città in età romana si sviluppò lungo la via Clodia che collegava Roma alle terre etrusche.

Il sito si articola su uno sperone tufaceo solcato da tre torrenti: il Pile, l’Acqualta ed il Biedano, su cui si trovano ben quattro necropoli: la necropoli di Pile, la necropoli dell’Acqualta, la necropoli del Biedano sud e la necropoli del Biedano nord.

Seguendo il sentiero che scende, a all’inizio del sito, vi troverete subito nel cuore della necropoli del Pile: le facciate delle tombe a dado, parzialmente obliterate dal tempo sono qui visibili solo per alcuni particolari ma l‘ingresso delle tombe sottostanti è di solito agibile (con più o meno fatica). In genere il lungo e ripido dromos porta ad un unica camera sepolcrale ingombra di sarcofagi ad inumazione, spesso disposti uno a fianco all’altro, lasciando poco spazio per il banchetto funebre che veniva infatti fatto nell’area antistante la facciata. 

Sulla terrazza soprastante, a cui si accedeva tramite dei gradini laterali rispetto alla facciata e spesso ancora visibili, si svolgeva invece il rito delle libagioni per le divinità.

Alcune tombe sono veramente piene di sarcofagi aperti, con i coperchi a volte piatti, a volte a capanna, ribaltati o semicoperti dalla terra. Per vedere l’interno si consiglia di portare una torcia potente o di usare l’applicazione torcia per il cellulare.

Vestitevi male perché se come noi non sapete resistere alla tentazione di esplorare allora dovrete strusciare letteralmente in terra per accedere ad alcune tombe! Lentamente giungiamo, senza più seguire il sentiero, alle tombe a dado meglio conservate di questa Necropoli, tra le altre vediamo la tomba a camino e la tomba Prostilla.

Una volta giunti in fondo alla valle solcata dal Pile si trova un malmesso cartello con delle indicazioni nei pressi di un ponticello. Attraversandolo si giunge ai resti medievali del Castello dei Vico e della Chiesa di San Pietro e durante il percorso si vedono anche il Fossato etrusco, un colombario, una tomba semi diroccata da cui passa il sentiero.

I resti del castello sono quasi obliterati dalla vegetazione mentre la chiesa, un poco più libera è in grado di esprimere tutto il suo fascino. Si può anche accedere all’interno (il pavimento del piano non c’è più, si ha accesso nella cripta). Verso il X secolo la zona abbandonata tornò infatti ad ospitare un insediamento, che però fu abbandonato nel 1453 a seguito di una grave epidemia.

Sul versante posto sul retro della chiesa sono visitabili, scansando il pungitopo, altre tombe, a nostro avviso medievali o riadattate in età medievale.
Facendo il giro della chiesa il sentiero porta ad una bella Porta di accesso al paese e sulla sinistra, in parte ostruita dal crollo di grandi massi si trova la Cava Buia, una tagliata o via cava etrusca. Scendendo sulla sinistra si trova la Tomba Lattanzi e venti metri più in là la Fonte del Paradiso.

Il sentiero vi conduce poi a guadare nuovamente il fosso Pile su un altro ponticello. Proseguite a sinistra e sul versante a destra troverete altre tombe avvolte dalla vegetazione tra cui una curiosa sul cui dromos si aprono due ingressi:le tombe di due fratelli.
Proseguite lungo il sentiero fino a che questo si interrompe sbarrato dal torrente Acqualta.

Il fiume è facilmente guadabile in estate, ma se l’acqua è un poco più alta sulla sinistra si trova un vecchio ponte fatiscente mentre sulla destra due alberi crollati fanno da ponte (noi abbiamo usati quest’ultimi). Non lasciatevi scoraggiare perché da questa parte si trovano le splendide e rare tombe doriche.

Una volta attraversato il fiume dirigetevi nella radura: un segnale argentato e blu legato ad un albero vi indica la strada per le tombe doriche, seguite il segnale e i cartelli nelle foderine di plastica e dopo poco giungete alle favolose ed uniche tombe doriche etrusche (l’altro esempio si trova a Sorano, nel Parco Archeologico). 

Due timpani sono ancora chiaramente visibili. Le colonnette furono buttate giù e fu fatto un fregio di cui si possono intuire ancora le forme di un soldato con lo scudo tondo, un demone alato ed altre figure. In una tomba a destra si vede la porta splendidamente conservata rappresentata sulla maggior parte delle tombe che rappresenta l’ingresso nell’aldilà.

È coperta da una loggetta scolpita come un tetto. Si può arrivare fin sopra le tombe.

Non abbiamo purtroppo avuto modo di esplorare in modo più approfondito le necropoli sul Biedano.
Il sito ci ha entusiasmato anche se non capiamo come sia possibile che un luogo del genere non sia sfruttato dal punto di vista turistico e non sia conservato e valorizzato come dovrebbe. Purtroppo l’Italia continua ad ignorare la sua ricchezza più grande.

La maggior parte delle tombe di Norchia Antica sono di età arcaica IV V secolo e di epoca ellenistica (VI – II secolo). Quelle di Acqualta sono di età ellenista.

La visita al sito di Norchia Antica è decisamente interessante e divertente tanto che non saremmo mai voluti venire via! Consigliamo a tutti la visita.

Non adatto a chi ha problemi di mobilità e ai passeggini.

Come arrivare a Norchia Antica

Proveniendo da Vetralla arrivare con la S.S.Aurelia bis alla località Cinelli (impostare il navigatore) qui prendete la strada sulla destra, dove trovate anche un cartello marrone che Norchia Antica.

Seguite la strada e la cartellonistica (all’incrocio si deve svoltare a sinistra) fino ad arrivare ad un parcheggio da cui parte una strada sterrata.

Noi abbiamo proseguito un poco lungo la strada sterrata e abbiamo lasciato l’auto in corrispondenza del cartello che indicava l’inizio del sito.

Arrivati quindi al parcheggio si prosegue a piedi lungo la mulattiera che si inoltra la necropoli rupestre di Norchia.
Da lì si deve seguire il sentiero che scende sulla destra del cartello bianco esplicativo.

Tratto da http://irintronauti.altervista.org/norchia-antica-esploratori-un-giorno/

 ---------------------------

I soci fondatori dell'Associazione Amici di Norchia sono:
Luigi De Simone: Aziende agricole Il Marrugio (Viterbo) vai sul sito clicca qui e Antico Borgo la Commenda (Montefiascone) vai sul sito clicca qui;

Alessandro Reali: Azienda agricola Le Pile vai sul sito clicca qui;

Romeo Stelliferi, presidente dell'Associazione Amici di Norchia: Azienda agricola Norchia vai sul sito clicca qui;

Elisabetta Traldi: Traldi Resort e Olio Traldi (Vetralla) vai sul sito Traldi Resort clicca qui o sul sito Olio Traldi clicca qui;

Francesca Vaccargiu: Laghi Albatros (Viterbo) vai sul sito clicca qui;

Simona Sterpa, archeologa vai sul sito lovelynorchia clicca qui o su facebook clicca qui la sua email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mauro Galeotti, giornalista, direttore responsabile del quotidiano www.lacitta.eu 

 

 

 

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 923 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it