Viterbo STORIA
a cura di Mauro Galeotti

                             Santa Rosa di Viterbo nella seconda nicchia a destra

Cliccando qua e là sul web, me la sono ritrovata con grande sorpresa, così, dinanzi bella e elegante come non mai.
Infatti, in una chiesa francescana non poteva mancare l'immagine di santa Rosa di Viterbo, la chiesa è quella di santa Croce a Moliterno in provincia di Potenza, in Basilicata. 

La chiesa è barocca con splendide nicchie lignee, raffinate e decorative, che danno un tocco speciale all'ambiente religioso. Ma da leggere, ricavato sul web, c'è molto, quindi non mi dilungo perché qui appresso sapienti studiosi propongono i loro studi sulla chiesa in questione.

MOLITERNO

Posizione geografica

Situato a mt. 879 s.l.m., ha un territorio di Kmq. 97. 65.

Confina a nord con Grumento Nova, a nord-est con Sarconi, a sud-est con Castelsaraceno, a sud con Lauria e con Lagonegro. Vi si accede tramite la SS 103 che attraversa il centro urbano.

Etimologia del nome

Per il Racioppi esso deriverebbe dal radicale Mulctrum da Mulgere (mungere) + il suffisso ernum, che indica il lavoro che si svolge in relazione al radicale. Quindi Moliterno significherebbe “Luogo ove si munge” ovvero “Cascina”. Altri intendono, in maniera erronea, da Moles aeterna (con riferimento alla torre) oppure (Valinoti-Latorraca) da Moles terna (in riferimento alle tre cime).

Chiesa di Santa Croce del 1613, ricca di pregevoli altari lignei, tele e sculture barocche. Sull'altare maggiore è una tela del Pietrafesa, raffigurante la Deposizione di Gesù dalla Croce.

Nella seconda nicchia a destra è raffigurata, in una importante statua, credo del '700, santa Rosa di Viterbo. 

http://www.parrocchiamoliterno.it/chiesa-di-santa-croce/

 

Chiesa di S. Croce e Convento

Fra le numerose chiese di interesse storico ed artistico esistenti a Moliterno, una fra le più antiche ed importanti è sicuramente la chiesa francescana di Santa Croce. Questa chiesa sorse verso la metà del 1600, nella zona denominata Parco del Seggio, prima chiamata Parco del Principe, poiché qui era situata la tenuta di campagna dei Brajda, i signori di Moliterno, che intitolarono questa chiesetta al Crocifisso.

Nel 1613, don Luigi Carafa, principe di Stigliano e signore di Moliterno, con il contributo del popolo moliternese, ingrandì questa chiesetta, creandovi accanto, dalla parte destra un convento per i frati Minori Riformati di Basilicata, che in numero di diciotto vi si sistemarono, istituendovi uno studio di filosofia. Non si sa con esattezza in cosa sia consistito questo ampliamento della chiesa originaria, ma è probabile che all'unica navata fu aggiunta quella laterale sinistra, caratteristica delle chiese dei padri Riformati.

Nel 1640 il sacerdote P. Giuseppe Aliani, ottenne dal principe un ettaro di terra che consentì di ingrandire il giardino e fu in questo periodo che furono ingranditi chiesa e convento dalla parte nord. Demolito l'abside, fu ampliato il presbiterio dove fu eretto il monumentale altare maggiore, intagliato in legno. Nella parte retrostante fu sistemato il coro ligneo, utilizzato per la preghiera dei frati.

Vennero inoltre eretti altri sei altari in legno intagliato e dorato, dei quali cinque a spese delle famiglie De Bonis, Tempone, Parisi, Pugliese e Bianculli, che fecero inserire nella parte centrale di essi lo stemma delle loro famiglie ed ottennero il diritto di costruirsi la cappella per la sepoltura dei loro defunti. L'opera fu portata a termine da padre Bonaventura Palermo di Moliterno che mori nel 1805.

Il convento, oltre ai locali per i servizi comuni, il refettorio, la cantina, il focolare; a pian terreno aveva una piccola foresteria ed una farmacia. Al piano superiore vi erano ventiquattro celle, delle quali ventuno erano utilizzate dai frati, una era utilizzata dagli infermi, una come guardaroba ed una come biblioteca.

Con la soppressione degli ordini religiosi nel 1806, i francescani abbandonarono Moliterno e la chiesa rimase aperta al pubblico, sotto il patrocinio del Comune, mentre giardino e convento furono venduti a Vincenzo Parisi. Per eredità i beni passarono al fratello Paolo Parisi e da questo, per successione, ai fratelli Andrea e Vincenzo Giliberti, che trasformarono parte della proprietà in abitazione.

Tra il 1897 ed il 1900, il palazzo fu acquistato dal Comune di Moliterno e divenne sede degli uffici comunali, della Pretura, della Conciliazione, di nove classi della scuola elementare, della Cassa dei Prestiti e dei Risparmi, della Tesoreria comunale, del carcere mandamentale, e della Biblioteca comunale.

Nel 1892 vi trovarono sede anche la prima scuola media superiore dell'Alta Val d'Agri, la scuola professionale F. Perrone, diventata poi scuola d'avviamento professionale al lavoro e, in seguito, Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'artigianato.

Nel 1937 Monsignore Pietro di Maria fabbricò, sul lato sinistro della chiesa, un nuovo piccolo convento, dove, dopo circa centotrent'anni, ritornarono i Frati Francescani. La Chiesa di Santa Croce è composta da due navate; quella principale ed una più piccola, entrando sulla sinistra.

Chiesa di santa Croce e Municipio

Sull'altare maggiore vi è un dipinto di Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, che rappresentava una drammatica Deposizione di Gesù dalla croce. Insieme a Maria di Magdala, Maria di Cleofa, l'apostolo Giovanni, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, che sono i personaggi ricordati dal Vangelo, il pittore ha inserito ai lati della Croce, San Francesco e Sant'Antonio in commossa meditazione e probabilmente il committente dell'opera, principe Carafa, o forse lo stesso pittore che piange, appartato in un angolo. Su questo dipinto vi è un quadro più piccolo in cui è raffigurato Dio Padre.

Il quadro della Deposizione dalla Croce è fiancheggiato da sei eleganti busti di santi, dei quali alcuni non sono riconoscibili, per la mancanza di una piccola targa di riconoscimento. Essi avevano ed hanno la funzione di reliquari e costituiscono un blocco unico con l'altare, occupando tutta la parete di fondo della navata centrale.

Nella parte posteriore, che corrisponde all'attuale sacrestia, vi sono altri interessanti altari della stessa epoca e di eguale fattura, fra questi uno in legno diviso da tre colonne con due tele, raffiguranti Gesù incatenato con una corona di spine ed un mantello rosso, l'altro San Francesco con in mano un crocifisso raffigurante, probabilmente, il Perdono d'Assisi.

Recentemente, quest'opera come pure l'altare maggiore e il quadro della Deposizione, sono stati restaurati a cura della Sovrintendenza alle Belle Arti. Nella navata laterale, entrando sulla sinistra, vi è il primo altare dove è collocato un suggestivo crocifisso ligneo ed un antico reliquario.

Segue un secondo altare, nel quale troviamo la statua della Madonna delle Grazie ed un altro con Sant'Antonio di Padova. Sul fondo della navata vi è un altare nel quale è collocata l'Immacolata. Questo si suppone che in origine, sia stato dedicato al Perdono d'Assisi, poiché dietro la sua struttura è stata ritrovata la tela del probabile Perdono d'Assisi.

Accanto alla nicchia dove è posta la statua dell'Immacolata a destra ed a sinistra, vi sono altre due nicchie più piccole, una contenente la statua di San Rocco e l'altra un pregevole Gesù alla colonna di un maestro spagnolo del 500, della scuola di Gerolamo di Santa Croce.

La nicchia con santa Rosa è a destra, a sinistra quella con san Francesco

Sulla navata principale, sulla destra, vi sono gli altari di San Francesco, di Santa Rosa, e di San Pasquale.

Sulla volta vi sono tre affreschi e, nella parte anteriore del primo arco vi è la scritta latina: "Christum Regem Pro Nobis In Cruce Exaltat Venite Adoremus".       

Testo tratto da "Moliterno: un paese da scoprire" del Gruppo Animazione Estate 1995 
Pubblicazione autorizzata

http://lucania1.altervista.org/chiese/moliterno2/index.htm

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CHIESA E CONVENTO DI S.CROCE (MOLITERNO)

La Chiesa con il Convento dei Padri Riformati di S. Francesco d’Assisi, dedicata alla Santa Croce, risale alla seconda metà del 1600. Il complesso architettonico costituisce l’ampliamento di una piccola cappella, dedicata al Crocifisso, che si trovava nella tenuta dei Brajda, denominata in un primo momento Parco del Principe e successivamente Parco del Seggio.

La Struttura esistente venne ampliata nel corso del 1613 per volere del principe di Stigliano e Moliterno, Luigi Carafa, con il considerevole contributo da parte del popolo. Alla chiesa, venne ammesso, sul versante destro, una cappella per i frati che divenne anche un luogo dopo poter intrattenere dibattiti filosofici.

Un ampliamento successivo risale al 1640, quando il sacerdote P. Giuseppe Aliani, ottenuto dal principe un ettaro di terreno, fece ampliare il giardino e la parte nord dell’intero edificio, che comportò la demolizione dell’abside e l’ampliamento del presbiterio dove venne collocato un imponente altare in legno intagliato e, nella parte retrostante, un coro ligneo per la preghiera dei frati.

Altri sei altari lignei vennero collocati all’interno della chiesa, ognuno dei quali con lo stemma delle famiglie che li avevano donati. La struttura fu portata a termine da padre Bonaventura Palermo di Moliterno che mori nel 1805.

La Chiesa si sviluppa in due navate, delle quali quella principale è chiusa da un imponente altare di legno, sul quale è collocato un dipinto di Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, che rappresenta la Deposizione di Gesù dalla croce.

In esso sono raffigurati Maria di Magdala, Maria di Cleofa, l’apostolo Giovanni, Giuseppe d’Arimatea, ai lati della croce, invece, S. Francesco e S. Antonio e, appartato in un angolo, un personaggio da identificare con il committente dell’opera, il principe Carafa, o con il pittore stesso.

Il quadro della Deposizione della Croce è fiancheggiato da sei eleganti busti di santi, aventi la funzione di reliquiari.

Il santino con santa Rosa in una foto di Spina

Sul lato destro della navata principale si aprono tre nicchie ad arco che custodiscono le statue di San Francesco, di Santa Rosa, e di San Pasquale; sul lato sinistro, invece, si aprono quattro grandi archi che immettono nella navata più piccola.

Nella parte posteriore all’altare maggiore, che corrisponde all’attuale sacrestia, vi sono altri interessanti altari della stessa epoca e di uguale fattura.

La navata laterale, entrando sulla sinistra, accoglie un primo altare dove è collocato un suggestivo crocifisso ligneo ed un antico reliquiario, un secondo altare, dedicato alla Madonna delle Grazie, ed un terzo con la statua di S. Antonio di Padova.

Sul fondo della navata vi è un altare nel quale è posta l’Immacolata, affiancato da due nicchie più piccole, una contenente la statua di San Rocco, l’altra un pregevole Gesù alla colonna di un maestro spagnolo del 1500, della scuola di Gerolamo di Santa Croce. 

La copertura dell’edificio è a volta con tre affreschi e, nella parte anteriore del primo arco vi è la scritta latina: “Christum Regem Pro Nobis In Cruce Exaltat Venite Adoremus”.

Una-delle-tele-nella-chiesa-di-Santa-Croce (1)

Il convento annesso si sviluppava su due piani, al pian terreno erano ubicati i locali per i servizi comuni, il refettorio, la cantina, una piccola foresteria e una farmacia, al piano superiore si trovavano le celle, in tutto ventiquattro, delle quali ventuno usate dai frati, una dagli infermieri, una come guardaroba e una come biblioteca.

Il convento fu utilizzato fino al 1806, anno in cui con la soppressione degli ordini religiosi i Francescani lasciarono Moliterno. 

Mentre la  Chiesa rimase aperta al pubblico, il giardino e il convento furono venduti alla famiglia Parisi e trasformati in un’abitazione che per via ereditaria passò ai Giliberti, i quali l’abitarono fino al 1894. 

Tra il 1897 e il 1900 il palazzo, oggi noto con il nome di Giliberti, fu acquistato dal Comune e trasformato in sede municipale.

Al suo interno è possibile ammirare l’ampio cortile, antico chiostro del convento, sul quale si aprono diversi ambienti tra i quali la sala degli affreschi che racchiude dipinti a soggetto francescano risalenti al ‘700.

Tratto da https://valdagriblog.wordpress.com/2017/06/14/chiesa-e-convento-di-santa-croce-moliterno/

Vedi anche: https://www.facebook.com/ofsmoliterno