Cellere STORIA
Mario Olimpieri

 

                         La Campana

Quanta differenza tra i giochi del passato e quelli che si attuano ai tempi nostri!

Noi bambini degli anni ’50, e anche oltre, avevamo una grande palestra, dove svolgere i nostri giochi, ed era esattamente la strada.

Ce lo potevamo permettere perché in quel tempo le vie dei paesi erano libere dal traffico, non circolavano le automobili e si vedeva soltanto qualche Lambretta o la tipica Vespa, per cui eravamo veramente i re della strada.

Un regolare appuntamento ci faceva incontrare per organizzare dei giochi semplici e anche creativi, in quanto eravamo noi stessi a realizzare ciò che ci conduceva al sano divertimento.

Nascondino

Un po’ in tutti i paesi i giochi si rassomigliavano ed era facile impostarli: il più praticato era il NASCONDINO, e i posti più adatti per sottrarci alla ricerca del compagno di turno erano senz’altro i portoni delle case; a questo gioco potevano partecipare sia i maschi sia le femmine.

La Campana

Un gioco invece praticato soprattutto o esclusivamente dalle femmine era la CAMPANA, dove servivano abilità e sveltezza di esecuzione; ma quanti altri passatempi posso qui elencare!

I Tappetti Corona delle bibite

Le Palline

Interessanti erano i giochi con le figurine dei calciatori e dei ciclisti, con i tappetti delle bibite, con le palline e, in mancanza di questi, si ricorreva anche ai semplici noccioli di pesca.

Cavalca la mula

 Alcuni passatempi erano collettivi e si giocava, ad esempio, a CAVALCA LA MULA (a Cellere si chiamava SALTAMONTONE), cioè alcuni compagni della squadra sorteggiata si ponevano uno dietro l’altro, con la schiena ricurva, mentre a capofila c’era un altro compagno addossato al muro per impedire pericolose testate; a questo punto, l’altra squadra era impegnata a saltare via via sugli avversari, ma senza cadere a terra per qualche secondo e, se non vi riuscivano, dovevano porsi loro sotto e ricevere gli altri sulle spalle ricurve.

Un altro divertente passatempo era quello con la creta; non era difficile procurarsela, e il gioco consisteva nel realizzare una piccola scodella con il fondo di poco spessore e con un orlo abbastanza spesso; una volta pronta, si poteva dare inizio al GIOCO A RIPARA’ (così definito nel mio paese), cioè si sbatteva in terra con violenza la creta, dalla parte orlata, così avveniva che la pressione dell’aria procurava un’apertura al centro e allora l’avversario doveva cedere la creta necessaria per riparare quell’apertura. Chi vinceva abbastanza creta ritornava a casa felice del proprio successo e del bottino procuratosi con la sua bravura.

La Carrozzetta

 A questo punto, però, posso qui affermare che per me il gioco migliore in assoluto era quello delle corse con le carrozzette (o carrettelle) di legno, con l’asse anteriore mobile per permettere alla carrozzetta di sterzare.

Si eseguivano delle corse sfrenate in discesa e poi con pazienza si risaliva a piedi la strada percorsa e si ritornava a gareggiare.

 Uno, due, tre, stella

Un gioco che invece non richiedeva alcuna fatica, ma soltanto un po’ di autocontrollo, era quello di UNO, DUE, TRE, STELLA, pronunciato da un bambino o bambina che, voltandosi velocemente, faceva retrocedere quelli che notava in movimento, mentre gli altri risultavano vincitori se riuscivano ad arrivare al muro indenni.

E che cosa dire adesso dei giochi moderni?

Come si divertono i bambini di oggi? Da che cosa sono attratti e dove trascorrono le ore dedicate allo svago?

Sicuramente non le trascorrono in strada, come avveniva nel passato, e il motivo principale è senz’altro da attribuirlo al traffico: ormai le strade sono dei parcheggi a cielo aperto e inoltre il continuo viavai delle vetture impedisce ai bambini di organizzarsi e di giocare a nascondino, a effettuare delle corse sfrenate o i più semplici e regolari giochi di movimento; tantomeno possono giocare con la palla, sia per mancanza di spazio sia per il reale pericolo di essere investiti dalle macchine mentre stanno correndo per riprendere una palla sfuggita alle loro abilità.

Per i giochi organizzati sono abbastanza fortunati, in quanto possono recarsi al campo sportivo per effettuare delle partite di calcio; altri bambini hanno la possibilità di frequentare la palestra o la pista di pattinaggio.

I più fortunati e con certe possibilità finanziarie possono anche recarsi in piscina e seguire la passione del nuoto, che indubbiamente rinforza i muscoli e risulta essere un ottimo esercizio fisico.

Ma i bambini più piccoli e quelli che non possono avvalersi di queste strutture dove trascorrono il loro tempo libero?

Purtroppo passano ore e ore a casa, chiusi tra quattro mura, dinanzi al televisore o a giostrare con il computer, con il cellulare, con lo smartphone o altre diavolerie del genere; è vero che attraverso questi strumenti possono “vedere” tutto il mondo, ma, in effetti, sono “fuori” dal mondo, isolati e privi di sane compagnie e di vita all’aperto.

La solitudine li conduce talora alla noia che, nell’età dell’adolescenza, può portarli anche a sfoghi delinquenziali, soprattutto in città; alcuni fatti di cronaca ci riportano proprio casi di azioni “criminali” che son frutto della noia e dell’irresponsabilità. Per fortuna, sono casi isolati e da ben valutare, ma con una sana vita all’aperto e sotto un’esperta guida adulta e volenterosa nell’aiutare i giovani con lo sport e con altre attività ludiche, si potrebbero raggiungere davvero confortanti risultati.

Una seria considerazione che ora posso esprimere a conclusione del tutto è che, in effetti, siamo tutti figli dell’epoca in cui viviamo, e gli stessi giochi non sono frutto delle nostre scelte, ma di quanto c’è proposto dall’attualità.

Eravamo più felici noi, bambini del passato, o sono più felici i nostri nipotini?

Tutto è relativo e non si può dare una spiegazione esauriente per tutti i periodi storici.

Comunque posso affermare, senza essere smentito, che i giochi migliori sono senz’altro quelli che, oltre ad accontentarci, si svolgono all’aperto, al sano contatto con la natura e in felice compagnia.

 

 

  

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