Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli 

 

                                    1939 il tronco della quercia è conservato nel Tempietto del Santuario della Madonna della Quercia, opera di Andrea Bregno

Nell’anno 1516 si trovavano nelle Selve di Capranica alquanti fuorusciti, che più spietati delle fiere non toglievano solo la roba, ma anche la vita a chi cadeva in lor potere.

Incorse tal disgrazia Pier Francesco Catarini, che da quelli preso, e condotto fuor di strada, fu spogliato di quanto aveva; e se bene si raccomandava, che per amor di Dio e della Madonna della Quercia, sua Avvocata, lo lasciassero in vita, pure quelli più incrudeliti, legatolo con le mani dietro, gl’aprirono in più luoghi la testa con fieri colpi d’un pistolese, gli passarno il petto, e una coscia con spada, con uno stile il fianco, e con altre ferite nel restante del corpo lo lasciarno per morto.

Ma seguendo Pier Francesco a raccomandarsi col cuore a questa miracolosa immagine, non solo fu conservato in vita; ma ritrovato da alcuni vettorali per mezzo d’una voce, che diceva; cercate, trovarete un povero ferito da Capranica; fu portato a casa, ed in breve tempo perfettamente guarì.

Nè andarno immuni dal castigo quei crudeli assassini, poiché venuti fra di loro a contesa nello spartir la preda, malamente si ferirno, restandone due di essi anche morti.

 

Girolamo Petroni da Canino ritrovandosi un giorno dell’anno 1525 al Ponte della Badia sul Fiume Fiora fu incontrato da certi banditi, da’ quali richiesto, se aveva denari, e quanti, rispose che si trovava ventidue paoli, che esibiva, ma che per amor della Madonna della Quercia, volessero concedergli la vita.

Quelli però non credendo gli tirarno con un pistolese ventidue ferite a conto delli ventidue paoli, otto sopra il Capo, cinque nelle braccia, una nel fianco, tre nelle coscie, e cinque nelle gambe, lasciandolo in terra come morto, senza torgli i denari, perchè sopragiunsero alcuni vetturali; e questi posto il ferito sopra un Cavallo, lo condussero alla propria Casa, dove in sì breve tempo risanò, che in capo a dieci giorni comparve avanti la Madonna della Quercia, sua Liberatrice, senza male alcuno, e vi portò la sua Statua.

Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 171-172) 

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