Il presidente del Centro studi santa Rosa da Viterbo, Attilio Bartoli Langeli,
la abbadessa del Monastero di santa Rosa, Francesca Pizzaia,
il vescovo di Viterbo Lino Fumagalli, don Alfredo Cento

Viterbo VIDEO 1° settembre 2016. La mostra è stata realizzata da Eleonora Rava e Filippo Sedda del Centro studi santa Rosa da Viterbo del quale è presidente Attilio Bartoli Langeli e vice Alessandro Finzi. E' aperta dal 1° all'11 settembre 2016 nel chiostro della Basilica di santa Rosa.
Attraverso la mostra 1450. Il giubileo di santa Rosa si intende raccontare le vicende che condus­sero la città di Viterbo a chiedere insistentemente al pontefice di iscrivere Rosa nel Catalogo dei santi. Non ci è sembrata una mera coincidenza la prossimità tra il Giubileo del 1450, indetto da papa Niccolò V, e il pro­cesso di canonizzazione del 1456-57, di cui il Centro Studi sta curando la prima edizione.

La documentazione esposta ruota intorno a tre fulcri:
 -   un piccolo codice a metà tra la cronaca e la registrazione contabile. Piccolo ma importante perché racconta quegli anni dopo la metà del XV secolo che segnarono un forte rilancio del monastero dopo la stasi (se non decadenza) che si era avuta nei cent’anni precedenti. Su questo ‘rinasci­mento’ rosiano è centrata pure la giornata di studi che si celebrerà il 10 settembre;

 -   un gruppo di pergamene che concedono indulgenze alle monache di S. Rosa o ai fedeli che frequentano la chiesa che conserva la sua santa reliquia;

 -   il dossier del processo di canonizzazione indetto da papa Callisto III e celebrato a Viterbo tra il 1456 e il 1457, preziosa reliquia letteraria rosiana.
Ripresa con iPhone6 di Mauro Galeotti per il quotidiano www.lacitta.eu

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