Tarquinia CRONACA VIDEO

In uno dei frequenti incontri fra il prof. Sgarbi e Gianni Moscherini, il noto critico d’arte ha registrato un video in cui parla dello scippo da parte di qualche governo del passato della meravigliosa Madonna di Tarquinia di Filippo Lippi.

L’opera si trovava nella città probabilmente fin dalla produzione e oggi si trova a Roma nella Galleria d’Arte di Piazza Barberini, il ritorno alla sua sede naturale sarebbe per Tarquinia una ulteriore ragione per la promozione del turismo culturale e religioso, oltre al rumore che la stampa potrebbe produrre per l’evento, Elisabetta Lupetti, candidata della Lista Rinascimento sostenuta da Vittorio Sgarbi stesso, è convinta che questa sia una delle battaglie principali che l’amministrazione locale dovrebbe sostenere, scontata in caso di vittoria di Gianni Moscherini, auspicabile in caso differente.

La Madonna di Tarquinia è un'opera di Filippo Lippi, tempera su tavola (114x65 cm), datata 1437 e conservata nella Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.

Storia

L'opera è datata con un cartiglio sul trono "A.D. M. MCCCCXXXVII" ed è uno dei pochi punti fermi nella cronologia delle opere del Lippi. Risale al rientro a Firenze del pittore dopo il soggiorno padovano e fu commissionata da Giovanni Vitelleschi, capitano militare dell'esercito papale e arcivescovo di Firenze dal 1435 al 1437, che in quegli anni tornava alla sua città natale, Tarquinia, per farsi costruire un palazzo a cui forse era destinata la tavola.

Descrizione e stile

La Madonna è ritratta in trono marmoreo (una Maestà quindi), mentre stringe affettuosamente a sé il Bambino, che fa per abbracciarla teneramente. Al risalto plastico derivato da Masaccio ed al gusto per i gesti familiari e gli scorci di Donatello, Filippo Lippi aggiunse alcune suggestioni desunte dalla pittura fiamminga, che quasi certamente aveva avuto modo di osservare a Padova. Tra queste ci sono l'attenzione per l'ambiente e gli effetti luminosi, con lo spazio costruito a grandangolo (si noti il letto fortemente scorciato a destra) e una finestra aperta sul paesaggio. Notevole è la resa del "lustro", cioè del riflesso della luce, sulle stoffe e sui gioielli, oppure la resa delle screziature del marmo o la resa del libro sul bracciolo. Una precisa citazione fiamminga è poi il cartigio con la firma appoggiato alla base del trono. Lo sfondo sapientemente illuminato fa risaltare il volto della Vergine e ne fa il centro della scena.

Il Bambino è particolarmente reso in maniera moderna, avvicinandosi per potenza plastica e resa naturalistica alle sculture delle cantorie del Duomo di Firenze di Donatello e di Luca della Robbia.

La cornice è originale e, con la sua forma cuspidata, dimostra il rispetto della tradizione tardogotica, nonostante le caratteristiche estremamente innovative e moderne del dipinto.

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