Viterbo CRONACA AFFETTUOSA

Luigi Torquati, che ringraziamo, si riferisce a questo articolo
Gianluca Angelelli mostri un po' di sensibilità ed aiuti chi accudisce Pippo, 13 anni, cieco in un occhio!

Max Galeotti, il pastore tedesco, lui ha tre "gambe" ed è parte integrante della mia famiglia (m.g.)

Gent.ma sig.a Emilia,
permetta anche a me, oltre al direttore del quotidiano lacitta.eu, di complimentarmi con Lei per quello che sta facendo a Pippo.

In tanti, purtroppo, si domanderanno il perché di questo amore per cani, gatti, ecc. e ci saranno tante signore come quella che ha chiamato i carabinieri per Pippo, a storcere il naso; a proposito: non l’ha individuata per poterla appellare con il suo vero nome: una povera donnetta stolta, incapace di sentimenti, senz’altro complessata.

 

Per fortuna, però, siamo anche in tanti non solo ad amare gli animali, ma anche a comprendere che hanno sentimenti simili ai nostri: non ci amano per la ciotola del cibo, ci vogliono bene per le carezze che facciamo loro, per il modo con cui parliamo loro.

Ad ottobre dell’anno scorso, ebbi modo di scrivere sempre su “lacitta.eu” alcune considerazioni sugli animali che vorrei ripetere, il Direttore permettendo, non tanto per Lei sig.a Emilia, quanto per ricordare a coloro che si ostinano a considerarli solo animali, che se stessero più attenti, se avessero dei sentimenti veri, se, insomma, fossero veramente uomini e donne (cristiani, cioè), potrebbero capire che gli animali sono esseri viventi che, al contrario di noi, danno tutto se stessi senza pretesa alcuna.

Io fino a tutti gli anni 80, ho abitato al quarto piano di un grosso palazzo al centro della mia città, in un  appartamento piccolo con moglie, suocera, due figlie, una gatta e 94 scale senza ascensore; appena avuta la possibilità ho chiesto un mutuo (interminabile) e sono andato a vivere fuori città con un bel giardino. Il vecchio proprietario, anche un po’ vecchio d’età, vendeva la sua casa solo a chi avrebbe accettato di tenere anche il suo pastore tedesco in quanto dove si trasferiva non aveva possibilità di tenerlo.

 

Max Galeotti, il pastore tedesco, a tre "gambe", parte integrante della mia famiglia, coccola una micetta rossiccia e ci dorme insieme tutte le notti. (m.g.)

 

 

Dopo l’incontro con il cane, ho accettato immediatamente considerato che è stato amore a prima vista, sia da parte mia e della famiglia, sia del cane che ha trovato in noi gli amici, non i padroni, che lui voleva e con i quali colloquiare nonostante la diversità di linguaggio, cosa che con il vecchio proprietario non faceva. Infatti, non c’è stato niente di particolare nel distacco dal cane: veniva tenuto e mantenuto solo perché doveva fare la guardia a quattro piante di insalata, un fico inaridito, un ciliegio scarso, ma niente amore o riconoscenza.

Ho avuto altri quattro cani di razze diverse ed ogni volta che li ho persi ho pianto e non mi vergogno di ammetterlo, anzi, ne sono orgoglioso; così come ho pianto per la gattina che mi ero portato dalla città e che è vissuta con noi appena 21 anni; ho ripianto ancora per un’altra mia gattina che, pur girando libera, è venuta a morire sulla porta di casa.

Recentemente è morta anche un’altra mia gattina, “Bimba”, che io avevo soprannominato la “portiera” perché a qualsiasi ora del giorno o della notte arrivavo a casa, si presentava a salutarmi e a fare le fusa.

Ora sono rimasto con una cagnetta (l’ho presa piccolissima, faceva parte di una cucciolata di cinque animaletti gettati da qualche figlio di p….. dentro un cassonetto dell’immondizia) non bella, non di razza, che si è ammalata e le è rimasto un occhio solo, ma si dovrebbe vedere l’affettuosità di questo esserino che forse ha capito che mi deve la vita e mi sta ripagando con un affetto pauroso.

Abbiamo anche tre gatti, uno migliore dell’altro, non in senso di bellezza, anche se per noi sono bellissimi, ma per quello che riescono a darci; pensi che il fratello di quella che mi è morta, ha preso il suo posto come portiere e non manca mai all’appello, cosa che prima non si sognava nemmeno di fare”.

Aggiungo anche che quando porto il cibo alla mia Briciola, lei non si precipita sulla ciotola, prima devo farle un po’ di carezze, le devo dire che è bella, anche se forse esagero e solo quando mi allontano lei incomincia a mangiare; quando esco di casa e prendo la macchina se ne sta mogia, mogia, quando rientro, ancora prima che si apra il cancello, lei è pronta a saltare ed abbaiare per dirmi che è contenta del mio ritorno.

Sig.a Emilia, mi faccia un favore: se dovesse incontrare quella specie di signora che ha chiamato i carabinieri, le dica da parte mia che tutti gli animali sono sempre e non spesso migliori dell’essere umano e non fanno mai finta di amare, amano e basta. In cambio le trascrivo, sempre Mauro permettendo dato che è già stata pubblicata, una poesiola che ho scritto per la mia gattina morta:

 

Bimba, la mia gatta prediletta

se ne è andata troppo in fretta;

la Portiera, la chiamavo

perché quando ritornavo,

sempre vigile e presente

la trovavo certamente

sia con il sole che con la brezza

per un saluto e una carezza.

Il saluto era la scusa

per poterti fa le fusa,

dimostrando il suo amore

a chi amava con tutto il cuore.

Oramai senza speranza

sento molto la mancanza

dell’Amica che mi aspettava

e il suo affetto mi donava.

 

Luigi Torquati