Matteo Renzi

Viterbo
CRONACA

S come : Stupidità

Di frequente, anche più volte al giorno, compare sullo schermo del mio computer il seguente avviso: “Congratulazioni. Sei il visitatore n. 1.000.000. Non è uno scherzo…”.

 

Vorrei chiedere all’autore: “Io sarei il visitatore n. 1.000.000? Ma quando, se non ti ho mai visitato? Semmai sei tu, sconosciuto rompicoglioni, che sei il milionesimo intruso nel mio computer!”.

Ovviamente non rispondo a quei tentativi di truffa, come non rispondo mai a certe mail, scritte in un italiano che farebbe orrore a un bambino di prima elementare, mail che  mi propongono affari d’oro o una condivisione di eredità.

I truffatori non sono stupidi, anzi si sa che sono generalmente persone molto intelligenti. Se ne deduce che costoro ritengono che ci siano schiere di stupidi tra gli utenti di internet e cercano di approfittarne. E ciò evidentemente gli riesce, altrimenti non continuerebbero a elaborare e inviare i loro tentativi di truffa.

Uno dei più grandi giornalisti del secolo scorso, Augusto Guerriero (1893-1991), conosciuto anche con lo pseudonimo di Ricciardetto, soleva ripetere che la stupidità umana è talmente grande che è la cosa che suggerisce meglio l’idea di infinito.

Sono d’accordo: c’è un infinito mondo di stupidi. Anzi, purtroppo, qualche stupidità la commettiamo un po’ tutti, anche noi. Il mio sentenzioso cugino Angelo (chi mi legge su questo giornale lo conosce già) cita un vecchio detto : “Il momento del coglione passa per tutti”. Quindi, attenti a ciò che arriva attraverso internet!

Però non sarebbe ora di disciplinare un po’ questo selvaggio e gigantesco Far West che è il mondo di internet? 

Non è ora di difendere gli sciocchi, che non hanno colpe, e (perché no?) anche noi che ci riteniamo intelligenti, ma che qualche volta … un virus… un sito particolare…?

 

M come: Matematica

In MATEMATICA il numero 0,125 si può scrivere 125/1000 oppure  12,5% oppure  1/8 e quindi si può anche dire  “1 su 8”.

I politici che vanno in televisione parlano quasi sempre per frasi fatte o slogan propagandistici. Per avvalorare le loro affermazioni citano dati numerici, illogici o improbabili (più sono improbabili, più fanno effetto). 

Molti esponenti di Forza Italia affermano che Berlusconi deve essere rispettato da tutti gli Italiani perché è apprezzato e votato da dieci milioni di elettori. In realtà, alle ultime politiche, il Popolo della libertà ha avuto 7.332.667 voti. Gli aventi diritto al voto erano 46.905.154. Quindi solo il 15,63% , cioè circa 1 su 6, ha votato direttamente Berlusconi, gli altri hanno votato diversamente o si sono astenuti.

Se poi, per benevolenza, gli attribuiamo anche i voti delle liste collegate, il Popolo della libertà è arrivato vicino a 10 milioni, quindi 21,32%, cioè circa 1 su 5. Ma è alquanto azzardato pensare che chi ha votato per gli altri partiti, collegati solo per convenienza elettorale, sia stato e sia ancora un fedele berlusconiano.

Dopo le elezioni (perse) “i collegati” hanno ripreso le distanze. Anzi anche una fetta del popolo della libertà se ne è andato e ha costituito il NCD. Si può quindi ragionevolmente stimare che gli elettori fedeli a Berlusconi siano al massimo circa il 12-13% cioè 1 su 8.

Non c’è dubbio che in caso di nuove elezioni il pifferaio magico riuscirà a incantare tanti elettori che oggi non lo amano. Ma resta il fatto che attualmente il rapporto è questo: 1 su 8.

Se io avessi una famiglia di 8 persone e di queste 1 mi vuol bene, 3 mi detestano, 2 non si fidano e 2 non mi danno alcuna importanza, non mi sentirei affatto rispettato e tanto meno benvoluto.

In MATEMATICA la maggioranza è almeno 50%+1.

Nel Partito Democratico, e ancor più tra i suoi alleati, c’è chi non vuol sentir parlare di premio di maggioranza nella nuova legge elettorale, o lo vuole così ridotto da non essere determinante. Ma molto probabilmente alle prossime elezioni avremo di nuovo tre coalizioni o tre grossi partiti che otterranno ciascuno tra il 20% e il 30%.

Si ripresenterebbe quindi la necessità di governi di “larghe intese”, cioè di “larga inefficienza”. Solo un robusto premio di maggioranza, sia diretto sia in secondo turno, che consenta di avere almeno il 60% di seggi in parlamento (il 51% è ad alto rischio), può consentire ad un partito di governare … o almeno di provarci seriamente.

 

G come: ..Avvoltoio

Volevo scrivere G come: Grillo.

Ma, grande grosso e scontroso com’è, Grillo Giuseppe, detto Beppe, non mi fa pensare ad un grillo sapiente e simpatico come quello di Collodi, ma piuttosto ad un grifagno avvoltoio.

Ed infatti sta aspettando pazientemente (e lo dice!) di spolparsi i cadaveri dei vecchi partiti, che sono ormai in avanzata agonia.

Forza Italia si illude di ringiovanire con i trucchi cosmetici che inventa il suo capo, che di cosmesi s’intende assai. Il PD ha costantemente la febbre divisionista e non sembra guarire neppure con l’antibiotico renziano.

E gli altri partiti minori?…

Renzi direbbe: ”Partiti minori… chi?”  

 

A come: Anormalità di un popolo

Ieri sera a Ballarò (RAI3) Edward Luttwak, politologo americano che si occupa molto anche delle vicende italiane, ha detto che l’incontro tra Renzi e Berlusconi è incomprensibile negli USA e in un qualsiasi paese normale, dove un condannato per frode fiscale non può avere nessuna rilevanza politica.

Ha commentato così il giornalista Beppe Severgnini: “Ma l’Italia NON è un paese NORMALE!”

Mi son chiesto: “In che cosa gli Italiani differiscono dagli altri popoli “normali?”

Ho trovato la risposta nella Storia d’Italia di Indro Montanelli.

Montanelli, nel capitolo dedicato a Francesco Guicciardini, definisce questo personaggio “mostro di egoismo e opportunismo” e conclude affermando che “La sfiducia e lo scetticismo che d’allora in poi dovevano marcare il carattere degl’italiani, e distruggerlo, trovano la loro più compiuta e disperata espressione in questo scrittore che finalmente dà a ogni italiano la sua vera bandiera: el suo particulare”.

Queste parole, nonostante che le conoscessi già avendole lette parecchi anni fa, mi hanno colpito come una mazzata. Ora non commento, ma prometto che lo farò prossimamente.

A.G.P.

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