Viterbo L'OPINIONE Un gran terremoto ha sollevato i vertici del calcio internazionale
Giuseppe Bracchi - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Uno spettro si aggira per il Qatar: il fine del sogno dei Mondiali di Calcio 2022. Possibile?

E' quanto emerso dal piccolo pamphlet: “Se il Qatar ci compra. Il jihad del lusso e degli affari”, autore Gian Micalessin per i tipi de “Il Giornale” o meglio, come vivere al riparo dal pensiero debole in tempi di politicamente corretto.

Gian Micalessin non è l'ultimo arrivato. Giornalista ed inviato di guerra de Il Giornale, ha raccontato nel corso della sua carriera ben trenta conflitti ed è stato autore di numerosi libri.

Ora sotto la lente di ingrandimento del Micalessin, seppure a volo di uccello, è finito il ricchissimo Qatar, il paese con il reddito medio pro capite annuo più alto del mondo e paragonato all'Europa, più alto del reddito pro capite dei cittadini del Lussemburgo.

Monarchia assoluta, stato islamico caratterizzato dalla rigida applicazione della Sharia e della sua fonte primaria che è il Corano, il Qatar è retto attualmente dal Principe Tamin Bin Haman al-Thani, monarca, che fin dalla sua ascesa al trono ereditato dal precedente emiro padre, non ha fatto mistero di voler proseguire sulla strada dei predecessori, mostrando, da un lato tutta la voluttà e la ricchezza che possiedono le casse del suo stato e dei suoi concittadini, anche con trasferimento di capitali all'estero e forti investimenti in Europa (leggi soprattutto Francia ed Italia) e, dall'altro lato, cercando di nascondere all'opinione pubblica internazionale il vero volto di un emirato, che viola i più elementari diritti dell'uomo, soprattutto dei lavoratori stranieri provenienti dall'India e dal Nepal.

Tanto per ricordare una delle tante, fin dal 2012 la Qatar Holding si è impossessata, divenendone proprietaria, degli alberghi di lusso più in vista della Costa Smeralda (Cala di Volpe, Romazzino, Cervo Hotel, e l'esclusivo Pevero Golf Club...), oltre a versare consistenti miliardi nelle casse dei vari centri islamici sparsi per l'Italia. Dove, peraltro, non sempre si predica la pace, come vorrebbero e predicano le anime candide e pie del politicamente corretto come la Mogherini o come la Lilli Gruber ed il suo mediocre libretto.

Ma gli affari più sfacciati e corrotti, pare che il Qatar li abbia messi a segno nella Francia dell'epoca di Nicolas Sarkozy, dove, non solo il Presidente della Qatar Sport Investment avrebbe acquistato la squadra di calcio del Paris Saint Germain (e fin qui non ci sarebbe nulla di strano), ma dove durante una cena alla presenza di Platini, presenziata da Sarkozy e alla quale avrebbe partecipato anche il principe regnante al-Thani, si sarebbero messe a punto tute le modalità affinché il Mondiale di Calcio 2022, fosse assegnato all'emirato a suon di mazzette e corruzione. Il resto è storia recente.

Un gran terremoto ha sollevato i vertici del calcio internazionale, gettando ombre proprio su Michel Platini (e non solo a quanto sembrerebbe, per l'affare Qatar) e sull'onnipotente, strafottente ed onnipresente, Sepp Blatter, lo xenofobo svizzero che scelse di non scendere in campo a Berlino durante la premiazione del Mondiale del 2006, per non stringere la mano agli Azzurri di Lippi, diventati neo Campioni del Mondo. Oggi del pescecane Blatter, finalmente si sarebbero perse le tracce, anche se nei riguardi di certi personaggi il condizionale è d'obbligo. Non sarebbe invece del tutto inopportuno che i vertici calcistici internazionali della FIFA, indagassero più a fondo sulle recenti modalità di assegnazione dei Campionati del Mondo 2022 al ricco emirato arabo.

Ma non è tutto. Purtroppo, dobbiamo registrare anche le notizie che Amnesty Intarnational ha da tempo già diffuso circa le reiterate violazioni dei diritti umani che il Qatar ed i suoi imprenditori esercitano sui lavoratori filippini, indiani e nepalesi che una volta giunti in Qatar, vengono sottoposti al sequestro dei documenti, a paghe da fame e a lavori usuranti e massacranti con temperature fino a 50 gradi e senza il minimo rispetto da parte delle stesse imprese appaltatrici dei futuri Mondiali di Calcio delle norme sulla sicurezza del lavoro internazionalmente riconosciute.

E per finire, dulcis in fundo sed in cauda venenum, c' un'altra quisquiglia o pinzillacchera, che i vertici del calcio internazionale non hanno considerato assegnando il Mondiale 2022 al Qatar, oltre alle temperature elevatissime: quando si giocherà infatti quel Mondiale, considerando i 50 gradi all'ombra? Durante i mesi di giugno-luglio? Oppure in dicembre, fermando i Campionati di calcio di solito disputati nelle varie nazioni europee?

Ed inoltre in un emirato arabo il cui islam wahabita è tra i più intransigenti, avendo il Corano per costituzione e la sharia per codice penale, i vari tifosi e turisti che intenderebbero partecipare al Mondiale, possono vestire all'europea, considerando per l'appunto le elevate temperature del luogo, oppure, a cominciare dal sesso femminile, dovranno indossare tutti il burka e magari gli uomini farsi crescere anche la barba?

Attendiamo istruzioni, sognando e sperando un altro Mondiale di Calcio.

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