Gli architetti prof. Simonetta Valtieri e prof. Enzo Bentivoglio

Viterbo 

Il volume è in vendita a Viterbo presso la Libreria dei Salici, in via Cairoli 35.

Sabato scorso presso la RinascimentiAmo Gallery a piazza S. Simeone 5, si è tenuto un incontro molto partecipato, organizzato dall’Associazione culturale “RinascimentiAmo: un Futuro per il Passato” in occasione della pubblicazione del volume di Simonetta Valtieri, La Basilica di San Francesco a Viterbo. Le fasi costruttive, le trasformazioni e le tombe dei papi, pubblicato da GBEditoriA.

All’incontro, dove erano presenti anche i Frati del Minori Conventuali Padre Agostino e Padre Antonio, prima dell’illustrazione della chiesa fatta dall’Autrice attraverso immagini, il prof. Giovanni Battista Maria Marcoaldi ha delineato un breve excursus della nascita dell’Ordine Francescano, fino al Generalato di San Bonaventura di Bagnoregio (1257-1274), quando Viterbo è sede dei Papi.

È il periodo in cui si viene collocato l’ampliamento di una prima chiesa francescana, costruita con il convento, subito dopo l’acquisto e la donazione del terreno fatta nel 1236 da Gregorio IX, lo stesso papa che aveva donato ai Minori il terreno per la costruzione del complesso di Assisi e canonizzato San Francesco.

In occasione delle celebrazioni per gli 80 anni dalla proclamazione di San Francesco a patrono d’Italia, la pubblicazione del volume ha inteso evidenziare l’importanza della chiesa di San Francesco a Viterbo – anch’essa in origine rivestita di affreschi parietali – da considerare, per importanza, la seconda chiesa dell’Ordine, data la vicinanza cronologica e le analogie stilistiche e dimensionali della sua architettura con la chiesa madre di Assisi.

Le scarse menzioni della chiesa viterbese nelle pubblicazioni sulle architetture francescane si presumono derivate dalla convinzione che la chiesa viterbese sia stata completamente ricostruita nei restauri di ripristino in stile medievale seguìti ai bombardamenti del 1944, dai quali si è invece salvata la zona presbiteriale, la cui architettura testimonia il superamento dello spirito di minoritas emanato da Francesco e dai suoi primi seguaci, da parte di una politica che ormai intende mostrare la ‘forza’ dell’Ordine Francescano.

La chiesa ha subito nei secoli arricchimenti (la celebre Pietà di Sebastiano del Piombo è stata realizzata per la cappella Botonti) e trasformazioni: nel tardo Cinquecento scompaiono gli affreschi dalle pareti che vengono imbiancate, si rialza il pavimento per realizzare tombe terragne interrando i plinti dei pilastri polistili e si scopre la facciata demolendo il grande cortile antistante; nel Seicento le pareti della navata vengono soprelevate e rivestite di stucchi. Ma l’architettura gotica del presbiterio, coperto a crociere nei bracci del transetto e nel vano absidale illuminato da una grande polifora ha conservato la sua monumentalità originale gotica.

Il prof. Giovanni Battista Maria Marcoaldi e l'architetto Simonetta Valtieri

Al sepolcro di papa Adriano V (†1276), ospitato nel braccio destro del transetto, oggi fa riscontro in posizione simmetrica in quello sinistro il sepolcro di Clemente IV (†1268), proveniente dalla chiesa domenicana di Santa Maria in Gradi. Le peripezie relative alla tomba di quest’ultimo papa consentono di avvicinare cronologicamente l’esecuzione dei due monumenti sepolcrali e di ipotizzare, tra Arnolfo di Cambio e Pietro di Oderisio, una collaborazione nell’ideare un modello innovativo – dove alla struttura gotica del tabernacolo si unisce la tecnica cosmatesca in marmi colorati e mosaico oro, con la figura adagiata del defunto in marmo bianco – per le chiese dei due principali Ordini religiosi di Viterbo, il Francescano e il Domenicano.

A conclusione dell’illustrazione della chiesa, si è auspicata la necessità di un idoneo intervento di illuminazione per valorizzare l’architettura del suo presbiterio e i monumenti sepolcrali dei papi.

È intervenuto il prof. Enzo Bentivoglio, che da diversi anni ha innescato una sottoscrizione firmata da eminenti personalità della cultura per il recupero del monumento sepolcrale del cardinale Marco da Viterbo, le cui parti decorative insieme a un oliario firmato dal Vassalletto – che si erano salvati nel primo bombardamento del 1944 – per proteggerli furono riposti in una cantina del convento, il cui ingresso venne colpito da una bomba nel secondo attacco aereo; nel 1961 Padre Auda scriveva che si trovavano ancora alla profondità di 10 metri nell’area destinata a orto a ovest della chiesa.

 

Il volume di Simonetta Valtieri, La Basilica di San Francesco a Viterbo. Le fasi costruttive, le trasformazioni e le tombe dei papi, GBEditoriA, Roma 2019, è in vendita a Viterbo presso la Libreria dei Salici, in via Cairoli 35.

 

Il pubblico alla presentazione del volume di Simonetta Valtieri

 

 

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