Viterbo CRONACA Vaghi ricordi di antiche vendemmie
di Vincenzo Ceniti

 

Non so se qualche agriturismo della Tuscia lo fa.

In ogni caso noi proponiamo una giornata del “Vino fatto coi piedi” per ricordare  il lavoro dei nostri contadini che al tempo della vendemmia radunavano i più giovani, a cominciare dai nipoti,  per il rito della pigiatura dell’uva a piedi nudi nei grossi tini di castagno.

Era una festa che prendeva l’avvio di buon mattino con la raccolta dei grappoli d’uva che venivano trasportati nei bigonci su lenti carri trainati dai buoi.

Il grappolo era un’icona non solo dei casali, ma anche di tanti “Vino e Cucina” lungo le piazza e i vicoli di Viterbo, deputati alle bevute, alle merende con cacio, affettati e pane casareccio, al gioco delle carte e della morra. A via Mazzini (angolo via Santa Caterina) uno di questi santuari di “facile beva” si chiamava addirittura “Il grappolo d’oro”. Un grappolo con acini di vetro ingiallito era sistemato esternamente sulla porta d’ingresso. .

Ma ce n’erano molti altri, come “Giocondino” in via San Lorenzo, attivo fin dagli anni del primo dopoguerra, il cui interno fu scelto per una scena del film “Il Vigile” con Alberto Sordi.

Quello della Quercia degli anni Quaranta-Cinquanta in bella posizione sul galoppatoio di Campo Graziano, si sarebbe successivamente evoluto nel Gran Ristorante Aquilanti.

Ma torniamo ai vino e alla pigiatura dei grappoli fatta coi piedi. Il rito si compiva spesso a suon di musica per cadenzare meglio il movimento della gambe che s’affondavano nel mosto fino alle ginocchia. Proviamo ad immaginare il piacere di questo contatto “sensuale” con gli acini d’uva che si sfracellano sotto i piedi, già inebriati e odorosi di mosto.

Si diceva che il mosto facesse bene alla pelle più di qualsiasi altro trattamento. Ci crediamo. Crediamo meno alle preventive operazioni di pulizia che si sarebbero dovute fare prima di entrare nei tini. Forse non c’era bisogno anche perché il profumo del vino di “cannella” smentiva di solito ogni sospetto.

L’altro giorno il proprietario di un casale restaurato nei pressi di Viterbo, durante la vendemmia ha organizzato un revival della pigiatura coi piedi e mi ha permesso di fotografarla.

E’ una ricostruzione  approssimata che additiamo solo come esempio di una iniziativa più completa che se ben organizzata potrebbe trasformarsi in un’autentica festa campestre, forse più interessante di molte  sagre che in questi giorni imperversano ovunque.

Vincenzo Ceniti
Console Touring Viterbo

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