Viterbo CRONACA Si deve estirpare questa cultura dell’egoismo: senza strafare, ognuno faccia la sua parte

 

L'arcivescovo di Honh Kong, John Tong Hon

Tempo fa una delle nostre reti televisive, ora non ricordo quale, mandò in onda una qualche trasmissione nella quale l’arcivescovo di Hong Kong affermava dei principi che mi sono rimasti impressi nella memoria.

Non ricordo quale fosse l’argomento trattato dall’illustre prelato, né l’oggetto della trasmissione televisiva, ma questo poco importa, perché le parole pronunciate dall’arcivescovo avevano, ed a mio parere hanno ed avranno, un valore universale.

Sosteneva l’alto prelato che, ognuno di noi, al verificarsi di un evento negativo per qualcuno, deve intervenire a difesa del malcapitato perché l’evento non accada o quantomeno perché chi ha subito il fatto, o  ne sopporti le conseguenze, possa essere risarcito. Non deve limitarsi a demandare i rimedi a chi è preposto per ciò: deve non solo sollecitarlo ad agire, ma deve fare direttamente qualcosa.

Altrimenti non solo non ci si può lamentare della indifferenza del prossimo allorquando il fattaccio capita a noi, ma si deve anche considerare che, non intervenendo, si lascia proliferare, anzi si contribuisce a coltivare un comportamento che nulla ha di socialmente utile e che finisce con il rivolgersi contro ognuno di noi. 

Si deve estirpare questa cultura dell’egoismo: senza strafare, ognuno faccia la sua parte.

Il tutto detto con espressioni comuni, con parole semplici, chiare, opportune, proprie del linguaggio di chi è colto e mette la propria cultura al servizio del prossimo senza secondi fini.

Non sosteneva, l’alto prelato, che ciò fosse facile, sosteneva i risultati positivi di un tale agire.

Nemmeno sosteneva  la paternità dei concetti espressi, anzi faceva capire, da gran maestro di maieutica, che essi erano propri della natura umana, insiti in essa, tanto che essi sono pronti a riemergere in noi quando ci troviamo ad essere soggetti passivi di un evento che non possiamo modificare e per noi negativo; ma quando siamo soggetti attivi di un simile evento, oppure quando di esso evento siamo semplici spettatori, che cosa facciamo?

Come possiamo lamentarci di non ottenere, in caso di disavventura, aiuto o solidarietà da parte del nostro prossimo, quando noi non facciamo a nostra volta niente in simili frangenti?

Le buone maniere non guastano mai, concretizziamole: se un giorno torneranno di moda non ci troveremo a disagio.

Claudio Santella

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