Gregory Peck, Ava Gardner

Un rapporto incredibile, pellicole entrate nella storia. Ecco quali e soprattutto perché hanno successo.

Precisamente settanta anni nasceva la grande unione tra azzardo e cinema. Un rapporto che ha unito due mondi distanti, lontani, apparentemente molto diversi, per creare pellicole e film rimasti nella storia.

Era il 1949 quando Robert Siodmak, regista tedesco, presentò al grande pubblico statunitense il suo “Il grande peccatore”. Un film drammatico, con Gregory Peck, Ava Gardner e Melvyn Douglas con una trama semplice quanto accattivante: un giovane scrittore incontra in treno una bellissima ragazza e decide di seguirla nella sua città natale. Qui scopre che il padre di lei ha perso tutto alla roulette e ha deciso di “vendere” la figlia al direttore del casinò. Il giovane scrittore non ci sta, è ormai innamorato e decide di aiutarli. Si mette al tavolo da gioco per ribaltare il debito, ma finirà per diventare schiavo anche lui.

Dello stesso anno è “La roulette” di Michael Gordon, sempre di genere drammatico e psicologico, ma a dire la verità il binomio tra gioco e cinema era iniziato addirittura prima, nel 1939. Anno in cui George Marshall fece uscire la pellicola “Partita d’azzardo”, con Marlene Dietrich e James Stewart, sempre produzione americana.

Erano le prime prove di un filone cinematografico di enorme successo. Il rapporto tra gambling e grande schermo è infatti costellato di grandissimi successi. Il più importante, forse, è “Casinò” di Martin Scorzese, ormai del lontano 1995. Un cast di assoluto livello con Robert De Niro, Joe Pesci e Sharon Stone, che vinse il Golden Globe per la Miglior Attrice e fu candidata al Premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista. 52 milioni di dollari come budget per un totale di incassi di 116 milioni di cui quasi 10 nel primo weekend di proiezioni negli Stati Uniti.

Come si spiega l’enorme successo di pellicole simili? Forse guardando alle dinamiche stesse del gioco. I suoi procedimenti, i suoi tempi, le sue dinamiche, si sposano a perfezione con lo sviluppo di una trama avvincente come quella dei film. Il rischio, la suspence, la tensione, la vittoria e la sconfitta, i capovolgimenti e gli imprevisti sono gli ingredienti perfetti per il cinema, che può trovarli proprio nel mondo del gioco.

Provando a fare una rapida carrellata di film simili non si può non citare “The Cooler”, che narra la storia di Bernie Lootz e del suo mestiere di raffreddatore, ovvero di colui che fa perdere i clienti di un casinò, e “21”, quello del gruppo di studenti universitari che ogni weekend va a Las Vegas e vince tutto grazie alle sue nozioni matematiche. Poi ci sono “Il giocatore”, “Le regole del gioco”, “Mi gioco la moglie” e tantissimi altri ancora. Che magari ancora non sono stati prodotti, ma che arriveranno presto nei cinema di mezzo mondo.

 

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