Stefano Signori, Fosca Tasciotti e Andrea De Simone
Roma CRONACA CONFARTIGIANATO MELETTI
«Matteo stai preoccupato». Con queste parole Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, ha iniziato il proprio intervento durante la manifestazione organizzata da Rete Imprese Italia “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”.
Ad ascoltare le parole del presidente una Piazza del Popolo colorata del bianco e blu delle migliaia di bandiere delle cinque associazioni organizzatrici e gremita come non mai. 60000 i manifestanti presenti secondo le fonti ufficiali, ma agli occhi di chi era presente erano molti di più, complice anche l’eco data dalla location.
La delegazione viterbese di Confartigianato, guidata dai vertici, il presidente Stefano Signori, il direttore Andrea De Simone e i vicepresidenti Fosca Mauri Tasciotti e Claudio Galeotti, è arrivata a Roma insieme alle delegazioni di Confesercenti e Confcommercio: le tre associazioni hanno sfilato al fianco delle loro imprese, unendosi ai rappresentante venuti da tutto il Paese.
Tutti uniti nella richiesta forte e decisa di una svolta. “Non molleremo – ha gridato il presidente e porta voce di Rete Imprese Italia, Marco Venturi – e il prossimo Governo dovrà convocarci e ascoltarci”.
La crisi italiana oggi era tutta racchiusa nella piazza capitolina che a stento è riuscita a contenere gli imprenditori venuti a chiedere una minore pressione fiscale, una burocrazia più snella, un migliore accesso al credito e, più in generale, la possibilità di fare impresa. Lavorare e creare un futuro. Restituire al Paese la dignità che merita.
«Matteo stai preoccupato – ha tuonato Merletti dal palco della manifestazione – perché siamo stanchi di una situazione che non abbiamo creato e che ci sta decimando».
Piazza del Popolo oggi ha tuonato all’unisono quando i rappresentanti delle cinque associazioni, Confcommercio, Conesercenti, Casartigianati, Cna e Confartigiantao, hanno sfilato uno dopo l’altro gridando a gran voce le problematica di un’imprenditoria ridotta all’osso.
Dinnanzi al ruggito degli imprenditori armati di bandiere e voglia di riscatto una cosa è innegabile: qualunque sia il futuro del nuovo Governo, c’è da stare davvero preoccupati se non si darà ascolto alla voce levatasi oggi da Roma.
