Viterbo
CRONACA UTOPIA

Parlare di possibilità occupazionali a Viterbo, di questi tempi, è a dir poco utopistico e ne sa qualcosa l’esercito di disoccupati in cerca di lavoro, molti dei quali giovani che, pur vantando il conseguimento della laurea o di importanti specializzazioni, si ritrovano alle prese con una deprimente situazione che sembra non avere fine, nonostante i ricorrenti proclami della Politica che promette il Lavoro che non c’è.

Nel deserto occupazionale che soffoca Viterbo e la sua Provincia, qualche volta si apre uno spiraglio di speranza per i tanti infermieri che da anni, inseriti in graduatoria con tanto di “avviso pubblico”, aspettano di essere chiamati presso qualche struttura sanitaria, magari in sostituzione di colleghi in lunga assenza per malattia o gestazione.

Purtroppo, anche questa esile aspettativa è destinata a spegnersi dal momento che, la  “Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria”, nei giorni scorsi, per eventuali assunzioni a tempo determinato di infermieri, ha intimato alla AUSL di Viterbo di ricorrere alla graduatoria di concorso pubblico, a suo tempo bandito dalla ASL di Civitavecchia.

Come dire, quanto espletato dalla nostra ASL non conta niente, mentre si dà credito e opportunità alla provincia di Roma attraverso l’utilizzo di una selezione che occuperà solo gli infermieri che si ritrovano nel concorso di Civitavecchia, anziché quelli di cui alla graduatoria  della ASL di Viterbo, per la quale, la stessa Regione Lazio, chiede al Direttore Generale Macchitella di conoscere la nota che ha autorizzato la pubblicazione del relativo “avviso pubblico”.

Ancora una volta, il nostro territorio deve subire l’ostilità e l’ostracismo del “Palazzo Romano” che, dopo la sottrazione di posti letto ospedalieri e i pesanti tagli alla Sanità locale, ha colpito le aspettative degli infermieri idonei all’esercizio della professione con la graduatoria di Viterbo ma che, all’occorrenza, dovranno lasciare la possibilità d’impiego ai colleghi della lista di Civitavecchia.

FondAzione si augura che, questa sorta di grave discriminazione, che vede soppresse le poche possibilità occupazionali per i nostri giovani, provochi la protesta del Sindaco, del Consiglio Comunale e, soprattutto,  dei politici ai quali spetta la tutela degli interessi dei viterbesi nelle sedi istituzionali, ad iniziare dalla Regione Lazio, ancora una volta dimostratasi “madrigna” per Viterbo e i suoi figli.

 Roberto Talotta
per il Dipartimento di Sanità di FondAzione

 

 

 

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