Cellere
POESIA TELEFUNERALE

Purtroppo e molto spesso il telegiornale è una crudele esposizione di omicidi, di disgrazie e di avvenimenti negativi; l’ascolto avviene proprio nel placido momento dei pasti, i quali vengono turbati e avviliti dalle cattive notizie: non c’è mai spazio per servizi distensivi e per tranquille immagini di bontà.

Leggete e sicuramente anche voi condividerete i miei pensieri, che, poi, sono quelli di questa testata giornalistica: Niente Cronaca Nera! Più rispetto per chi soffre!

 

Il telegiornale

– È pronto il pranzo, Elisa?

– Le penne sono al dente       

e qui c’è un buon sughetto

gustoso e piccantino

che tanto piace a te.

– E allora servi pure

che sento un gran languore,

e poi, fammi il favore,

mi accendi la tivù?

“Gentili ascoltatori,

a voi gli aggiornamenti

dei vari avvenimenti

or giunti in redazione:

abbiamo più filmati

e ci collegheremo

coi luoghi interessati.

Gravissimo incidente

stamani in Valpadana

a causa della nebbia:

son morte tre persone,

si contan più feriti,

e quattro sono gravi.

Nel Veneto due anziani,

vilmente accoltellati

da un giovane drogato,

son morti dissanguati”.

Purtroppo è incominciato,

avrete ben capito,

tragico e puntuale

il TELEFUNERALE,

che tutti i santi giorni

il pranzo mi stravolge.

“Un altro kamikaze

è morto in Israele:

è stato dilaniato

nei pressi d’un mercato

da un chilo di tritolo

che addosso avea con sé;

le vittime son molte,

tra cui quattro bambini”.

Continua il triste elenco

funereo ed avvilente

di morti e di feriti,

e tra un boccone e l’altro

cadaveri scomposti

e rivoli di sangue

offendon gli occhi miei.

Le penne già sì buone

mi vanno di traverso,

e di gustarle ancora,

no proprio non c’è verso.

 Or come digestivo

vi è l’ultimo filmato,

in Africa girato:

si vedon dei bambini

invasi dalle mosche,

piangenti ed affamati,

con gli occhi spaventati,

e grande pena è in me.

Il mio intestino tenue

adesso si contorce

e innalza dei lamenti;

mi sento ormai depresso

e quasi responsabile

dei guai del mondo intier.

Il pranzo è andato male,

e pur la digestione

problemi mi darà.

Deciso e assai deluso

rispengo la tivù,

ch’è fonte di tristezza,

di tanto malumor.

Possibile che al mondo

succedan solamente

disgrazie impressionanti,

gravissimi delitti

ed incidenti vari,

e mai vengan compiute

azioni positive,

che nei telegiornali

possiamo noi ammirar?

Si parli più di vita,

di gesti generosi,

d’imprese umanitarie

che diano buonumore,

sorrisi ed entusiasmo,

in modo da formare

una “telespirale”

di valido ottimismo,

di buona umanità!

Allora veramente

il pranzo gusterei

e con piacer vedrei

tranquillo e soddisfatto

il “mio telegiornale”

con distensive immagini

di pace e di bontà;

e ardenti e sconvolgenti,

piccanti e devastanti

sarebbero soltanto

(è prova già affrontata)

le penne all’arrabbiata!

     Mario Olimpieri

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