Viterbo CRONACA Nonostante tutto il mondo della scuola è rimasto inascoltato
di Serena Cerasetti e Maria Grazia Mari

 

In questi giorni, nel mondo della scuola, si parla molto di due referendum abrogativi della legge 107/2015, ossia la legge di riforma della scuola pubblica, chiamata “La Buona Scuola”, firmata dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e approvata dal Governo Renzi.

Questa legge è stata varata nonostante il diffuso dissenso di insegnanti, personale ATA, genitori, studenti e sindacati, che hanno manifestato per mesi con scioperi, manifestazioni, sit in, flash-mob e assemblee in tutta Italia.

Nonostante tutto il mondo della scuola è rimasto inascoltato, ma questo non ha frenato il contrasto nei confronti della legge e, per tale ragione, sono nati due referendum abrogativi che hanno generato, però, confusione e prese di posizione diverse tra gli oppositori della riforma. Andiamo ad esaminare nel dettaglio.

Uno dei due referendum è promosso dal " Comitato Leadership Nazionale", che fa capo allo SNALS di Napoli, che chiede l'abrogazione totale della legge, e un altro promosso da Civati, del gruppo politico "Possibile", che chiede l'abrogazione di parti dell'Articolo 1 con l'intento di "[...] evitare la precarizzazione progressiva di tutti i docenti nominati a tempo indeterminato, sopprimendo il potere di scelta del dirigente scolastico e l’incarico triennale".
Il primo, a nostro avviso, non è ammissibile perché la riforma contiene parti legate al Def e deleghe in bianco, quindi non abrogabili, e creerebbe, inoltre, un vuoto legislativo.

Per tali ragioni, molto probabilmente, verrebbe respinto dalla Corte Costituzionale. Di tale referendum, inoltre, non si conoscono i nomi delle quattordici persone che hanno depositato il quesito, degli avvocati firmatari e dei costituzionalisti che lo patrocinano, perché il gruppo che lo guida nell'organizzazione non ne vuole rendere pubblici i nomi (perché?).

Ultimamente, tale referendum viene appoggiato da numerosi gruppi "no gender", allarmati, erroneamente, dall'inserimento, da parte della riforma, dell' “ideologia gender” all'interno dei programmi scolastici e, tali gruppi, stanno letteralmente spargendo terrore psicologico nella mente dei genitori attraverso falsi comunicati diffusi a macchia d'olio tramite i social network. Sebbene tutto questo andrebbe a favore di chi seriamente lotta e contrasta questa riforma, risulterebbe povertà intellettuale e sociale approfittarne, perché l’ideologia gender non esiste, esiste l'inserimento dell'insegnamento di un'educazione volta al rispetto delle diversità.

Nel comunicato n. 1680 alla Presidenza del 18 novembre 2014, pubblicato sul sito del Senato, si leggono all'articolo 2 (Linee guida dell'insegnamento dell'educazione di genere) le seguenti parole "Il Ministro dell'Istruzione definisce linee guida dell'insegnamento dell'educazione di genere che forniscano indicazioni per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, tenuto conto del livello cognitivo degli alunni, i temi dell'uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne basata sul genere e del diritto all'integrità personale."



Anche la Commissione Europea si impegna “[…] a promuovere l'uguaglianza di genere in tutte le sue politiche relativamente alle seguenti priorità tematiche:

La strategia sottolinea il contributo dell'uguaglianza di genere alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile e sostiene l'attuazione della dimensione di uguaglianza di genere nella strategia Europa 2020. Si basa sulle priorità della Carta delle donne e sull'esperienza della tabella di marcia per la parità tra donne e uomini”. False sono tutte le informazioni che circolano circa questo progetto educativo, che riportano programmi a dir poco grotteschi e non supportati da nessun documento ufficiale.

Per le ragioni sopra esposte, il CSV Coordinamento Scuole Viterbo si dissocia completamente dal referendum abrogativo della legge 107/2015.

Il referendum promosso da Civati, scritto da Andrea Pertici, Professore ordinario di diritto costituzionale a Pisa è, a nostro avviso, sicuramente ammissibile, ma insufficiente in quanto non tocca altri punti legati alla riforma come ad esempio: l'alternanza scuola lavoro, argomento caro a tutti quegli studenti che dovranno svolgere stage non retribuiti presso aziende private; la sovvenzione da parte dello Stato alle scuole private che sottrae risorse alle già disagiate scuole pubbliche; i contributi di privati alle scuole pubbliche, che minaccerebbero inevitabilmente quanto di pubblico caratterizza ancora la nostra scuola; il comitato di valutazione dei docenti che prevede la presenza del dirigente scolastico, di insegnanti, di genitori e, per la scuola secondaria di secondo grado, anche di un alunno.

È giusto che genitori ed alunni possano esprimere un parere personale circa un docente, ma non è ammissibile che possano valutare e decidere le sorti lavorative del docente stesso, sia per mancanza di competenze e sia perché potrebbe dare luogo a dinamiche interpersonali distorte, come il clientelismo e la limitazione della libertà d’insegnamento.

Entrambi mirano alla raccolta delle firme necessarie (500.000) entro la fine di settembre e ottenere così il via della Corte di Cassazione per far sì che il referendum possa essere votato il prossimo anno, sempre che passi positivamente il vaglio della Corte Costituzionale e, tutto questo, rischia di non avverarsi per i tempi eccessivamente ristretti.

Il CSV Coordinamento Scuole Viterbo è giunto ad una serie di riflessioni.

Il primo referendum non passerà mai il vaglio della Corte per i motivi suddetti e rischia, quindi, di essere solo un notevole dispendio di energia e creare confusione tra chi è interessato a contrastare seriamente tale riforma.

Il secondo passerà il vaglio della Corte tralasciando però i punti che non vanno della riforma e che potrebbero e dovrebbero, invece, essere abrogati.

Tutti coloro che non si sono rassegnati alla distruzione della scuola pubblica, hanno dato vita a diversi coordinamenti ed associazioni autonome, composta da docenti, personale ATA, genitori e studenti ed insieme ad alcuni sindacati ed esponenti politici, si sono riuniti il 12 luglio a Roma e hanno concordato di aspettare l'incontro che ci sarà il 6 di settembre a Bologna. In quella sede, con la presenza e il supporto di costituzionalisti, si lavorerà per pianificare un referendum che possa toccare tutti i punti abrogabili della riforma e depositare quesiti più condivisi.

Aspettare tale data, inoltre, non comprometterà la raccolta firme dei due referendum suddetti poiché, per gli indecisi, ci sarà sempre tempo per poter firmare. Inoltre, sebbene passerà più tempo per poter andare a votare, nel frattempo gli insegnanti ancora in dubbio sulla qualità di questa riforma potranno fare esperienza diretta e i genitori potranno essere attentamente informati e sensibilizzati.

Ora, a voi le conclusioni e ricordate bene che nelle vostre mani c'è il destino della scuola, non quella intesa in senso fisico, quattro mura e un po' di banchi, ma nel senso civico e sociale più stretto, il luogo dove si formano le menti dei vostri figli...i cittadini di domani.

La tua firma è importante, riflettici.

CSV Coordinamento Scuole Viterbo

Serena Cerasetti
Maria Grazia Mari

 

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