Viterbo CRONACA BACCAIONA Il ritorno di Baccaione, ma 'ndo' eri annato a fini'?
Baccaione

PETTEGOLEZZI - Il direttore mi ha girato alcune email pervenutegli che lamentavano la prolungata assenza delle “baccaionate” dalle pagine de “la città”; qualcuna ipotizzava addirittura che io mi fossi risentito perché “So tutto io” non mi aveva incluso nelle sue osservazioni; altre si meravigliavano per il fatto che non avessi niente da dire sugli ultimi avvenimenti, anche tragici, che in questi ultimi tempi ci hanno colpiti e che sono stati oggetto di dibattiti di vario tipo; altre ancora hanno avanzato le più svariate e curiose ipotesi.

Niente di tutto questo: innanzitutto “So tutto io” non mi ha escluso dalle sue osservazioni: ha detto che non mi capisce per la varietà del contenuto delle mie baccaionate, e qui si contraddice, perché se sa tutto non vedo come non sappia capirmi, ma sorvoliamo, questa è solo una battuta; in secondo luogo su quanto avvenuto, compresi i tragici eventi, è già stato detto tutto tranne che la verità; da ultimo mi ha fatto piacere che qualcuno si sia sbizzarrito a supporre, in piena fantasia, altre cose.

La realtà, a volte, supera la fantasia: mi sono concesso soltanto un po’ di riposo, e contemporaneamente l’ho concesso a Voi, gentili lettori. Comunque sia stato, preso atto dell’invito del direttore, che si è fatto portavoce della curiosità di alcuni lettori, eccomi qua a riprendere i miei pettegolezzi, nel rispetto del desiderio di qualcuno e nella speranza di non dispiacere a molti altri.

TRAGICI EVENTI – Riprendiamo dai tragici eventi: ne sono accaduti molti ed altri ne accadranno. Di essi si è fatto un gran parlare, ma nessuno ha detto la verità: ognuno ha voluto esprimere la propria opinione, ma nessuno si è dato cura di sentire anche l’altra campana.

Riporto in merito il seguente detto greco “Μηδενι δικην δικασεις, πριν αμφοιν μυθον ακουσεις” (Midenì dikin dikasis prin amfin miton acusis) e la sua traduzione “In nessun caso mai dirai giustizia prima di aver sentito tutte e due le storie”. E’ un detto riportato nei tribunali greci, e rispecchia il senso profondo del modo di amministrare la giustizia: Le storie però bisogna sentirle anche dentro e non solo con le orecchie.

ALTRO MODO – Altro modo di considerare i medesimi tragici avvenimenti, che a mio sommesso avviso risponde in modo ottimale alla verità, è quello manifestato da Alberto Sordi, attraverso la frase finale, nel film “Finché c’è guerra c’è speranza” … ricordate?... “… pure un quarto d’ora prima m’hanno chiamato!”

ANCORA – Per rimanere in tema con la battuta dell’Albertone nazionale mi permetto di dire che se quei tragici eventi si fossero verificati nell’aula di Montecitorio gli autori degli stessi sarebbero stati scortati prima a Palazzo Madama e poi a Palazzo Chigi. Da chi? Direte Voi, ma dai “governati”. E’ una battuta, naturalmente, che non vuole giustificare certe cose, ma che vuole sottolinear quanto la massa dei cittadini che compongono il Popolo italiano non ne possa più del modo di agire dei suoi governanti.

RAPPRESAGLIA – Rappresaglia è forse una parola forte, ma voglio usarla in risposta alla cortese osservazione mossami da “So tutto io” per farmi notare un eccessivo uso di frasi latine. L’uso di dette frasi è una rappresaglia allo smodato uso ed abuso della lingua inglese, che viene usata, a mo’ di stampella, oltre la nausea, ad ogni pie’ sospinto.

Per non infierire con il latino, questa volta farò ricorso ad una frase greca, un proverbio per la verità, e ne farò ricorso per “dipingere” il nostro Presidente del Consiglio, il quale ha tutti i difetti di un presidente senza averne i pregi.

Il nostro presidente si è presentato come il salvatore della patria, ma poi si è ben adattato al proverbio che dice: “Αλλαξε ο Μανολιος και εβαλε τα ρουχα αλλιως” (Allaxe o Manoliòs ke evale ta ruca alliòs) e che, tradotto significa: “Emanuele è cambiato, ha messo il vestito di traverso”.

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