Viterbo CRONACA RITROVATA

 

Valeria D'Atri, Sandrino Aquilani,
Alfonsina Russo, Mario Brutti

"In un'area piccolissima, noi abbiamo l'inizio e la fine: è come sfogliare un manuale". Queste le parole della professoressa Maria Gabriella Scapaticci nell'introdurre i vari gruppi di visitatori, in un incontro di venerdì 11 aprile, nella sala creata nel Museo Nazionale Etrusco della Rocca Albornoz di Viterbo, diretto da Valeria D'Atri.

Si tratta, infatti, di un sacello di pietra in onore della dea Demetra, riproposto proprio come al momento del ritrovamento del 2006, continuato in silenzio negli scavi senza clamori fino al 2011, risalente al II secolo a. C.

Un santuario rupestre legato alla dea della fertilità, Demetra, ed alla figlia Persefone, Proserpina per i Romani, alla presenza dell'acqua e chiuso in età Trainea per prosciugamento.

Questo mito greco assorbito in ambito etrusco-romano narrava appunto che la fanciulla Persefone fu rapita da Ade, dio dell'oltretomba, all'insaputa della madre Demetra, "dea Madre o Dispensatrice", che d'accordo con il padre Zeus, portò nel regno dei morti.

La madre, disperata per la perdita della figlia, decide di rendere sterile la terra, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza del genere umano, a causa della carestia.  Così, Zeus, re dell'Olimpo, ordina a suo fratello Ade di restituire la fanciulla a Demetra che però, prima invita a mangiare  alcuni chicchi di melograno, così che Persefone interrompa il digiuno e sia legata per sempre al mondo degli umani.

Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, Alfonsina Russo, infatti, ha presentato "La roccia e l'acqua: Demetra e i suoi riti", parlando dell'importanza di un ritrovamento così particolare, nell'area archeologica di Vetralla.

Tutto realizzato grazie al contributo della Fondazione Carivit che "ha seguito le varie fasi per un rilancio del territorio molto importante", nelle parole del presidente Mario Brutti.

"Rilevanza internazionale, con un patrimonio artistico da mettere a frutto per superare una crisi anche attraverso l'arte e la cultura", incalza il sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani, che definisce il territorio vetrallese come l'ospite di gran parte di questo patrimonio da presentare adeguatamente.

Per il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini "una potenzialità da valorizzare e su cui scommettere per un effettivo rilancio".

Presenti anche il presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi, il dirigente all'assessorato alla cultura della Provincia, Luigi Celestini, l'assessore alla Cultura del Comune di Viterbo, Antonio Delli Iaconi, l'assessore Giacomo Barelli ed il presidente della Confartigianato di Viterbo, Stefano Signori.

Ottimo anche il lavoro del pittore Rolando Di Gaetani, che ha reso viva la pietra dell'originale Tempio di Demetra, con la caratteristica visione rupestre del monumento che si trova a Vetralla.

Laura Ciulli

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