Bagnoregio CRONACA MORALE

Il sindaco, Francesco Bigiotti, mentre tiene il discorso


La scelta del luogo è a dir poco eccezionale: spazio assoluto dello spirito. Una suggestiva visione di Civita di Bagnoregio e della Valle dei calanchi.

Si è svolta la mattina del 12 aprile, a Bagnoregio, alla presenza delle più alte cariche politiche e istituzionali e delle autorità militari, civili e religiose, la cerimonia di intitolazione del parco Belvedere a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Un processo di partecipazione che ha visto protagonisti l’amministrazione comunale di Bagnoregio, la scuola e il mondo dell’associazionismo tutto. Ma, soprattutto, un percorso condiviso che ha visto presenti numerosissimi giovani.

“Il moto di una genesi spontanea – come ci ha tenuto a sottolineare Francesco Bigiotti, sindaco di Bagnoregio - . Borsellino e Falcone individuarono nel contagioso sorriso dei giovani la libertà dell’Italia. E’ stato nostro dovere, morale e istituzionale, sostenere questo progetto che ha visto il pieno coinvolgimento delle scuole. Come amministrazione pubblica ci siamo impegnati a costruire qualcosa di solido senza la pretesa di voler consigliare soluzioni universali”. Dare fiducia alle nuove generazioni e archiviare un passato di compromessi.

“Supportati dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Viterbo - ha proseguito Bigiotti - commemoriamo l’esempio di due servitori dello Stato, borghesi convinti, vittime delle barbarie della mafia. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo l’impegno di assecondare l’energia positiva e non disperdere l’entusiasmo”.

Anche per Marcello Meroi, presidente della Provincia, la giornata di oggi deve rappresentare un momento di riflessione: “Falcone e Borsellino – ha spiegato - sono due uomini che, con il loro credo e il loro sacrificio, hanno fatto l’Italia. Lo Stato deve avere una condivisione, non solo istituzionale, ma anche di pensieri: esercitando, e garantendo, la legalità. I giovani devono credere che questo Paese può cambiare. Se rimaniamo tutti uniti ce la possiamo fare. Ringrazio Fiammetta Borsellino perché il nome della sua famiglia è una delle pagini migliori della nostra storia”.

Legalità e rispetto non devono essere eccezioni ma regole condivise. “E’ stato un grande onore - ha affermato il prefetto di Viterbo, la dott.ssa Scolamiero - poter firmare, con tutti gli atti dovuti, questa intitolazione. Falcone e Borsellino sono stati importanti esempi per tutti.

Con la morte di Falcone l’Italia è caduta nello sconcerto, con Borsellino, invece, ci siamo sentiti sconfitti. Ma lo Stato ha risposto in maniera intelligente a queste due stragi, istituendo il 41 bis, comunemente chiamato carcere duro. La rivoluzione è andata avanti: i loro nomi continuano a rappresentare gli spazi pubblici più importanti del nostro territorio”.

Falcone e Borsellino, vittime della mafia, rappresentano il riscatto della storia italiana.

“La mafia fa l’offerta – ha affermato Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio - di un modello economico, sociale e culturale fondato sul sangue e sulla sopraffazione”. A un modello illegale si contrappone, diametralmente, un modello onesto.

“Noi ci troviamo al centro di questo scontro – ha proseguito Zingaretti - e possiamo scegliere da che parte stare. Non dobbiamo mai commettere l’errore di delegare agli altri la lotta alla mafia. Un paese civile non avrebbe bisogno di eroi. Essere cittadini liberi vuole dire sentire, sulle proprie spalle, il peso dell’illegalità”. Zingaretti ha inoltre comunicato, tra il consenso di tutti i presenti, che nel bilancio 2015 la Regione Lazio finanzierà, con circa 1 milione e mezzo di euro,  il recupero e la ristrutturazione dell’ex cantina didattica finalizzata a diventare un polo turistico per l’accoglienza dei giovani europei.

A scoprire la targa di intitolazione a Falcone e Borsellino, accanto al sindaco di Bagnoregio Francesco Bigiotti, c’era una commossa Fiammetta Borsellino.

“L’iniziativa di oggi – ha affermato -  frutto di quelle istituzioni di cui siamo orgogliosi, fa onore a mio padre che tanta speranza nutriva nei giovani. Ringrazio tutti di vero cuore”.

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