Viterbo CRONACA

L'Amministrazione comunale, indaffarata in beghe interne per il gioco dello scacchiere tra assessori e dirigenti, dove li metto, dove li metto, ignora che Viterbo il 17 Gennaio 1944, 70 anni fa, e successivamente, subì bombardamenti aerei che cambiarono il volto della città


29 Luglio 1943, bombe sull'Aeroporto


Sono trascorsi 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale, e da sempre Viterbo ha ricordato i suoi caduti morti sotto le macerie. Iniziò a commemorare questa dolorosa giornata, Padre Giovanni Auda, parroco della Basilica di San Francesco, subito dopo la fine della guerra. Fu un parroco che tanto si adoperò per la ricostruzione della Basilica, distribuendo varie cassettine di legno in tutti i negozi della città, con la scritta: Ricostruiamo San Francesco.

 

I cittadini risposero con entusiasmo, e con i soldi raccolti e gli aiuti dello Stato, la Basilica fu ricostruita. Il 17 gennaio 1944, alle ore 13,15, furono sganciate novanta tonnellate di bombe, che distrussero non solo Porta Fiorentina, ma anche la fontana di Piazza della Rocca, le autolinee Garbini, la Stazione della Roma Nord. Morirono oltre 300 persone, per non contare i feriti gravi e i dispersi. Fu padre Giovanni Adua, con la collaborazione del Comune di Viterbo a dare il via alla Commemorazione dei Caduti della Seconda Guerra Mondiale.

Chi non è giovanissimo, ricorda che in quella giornata, la città era tappezzata da manifesti a lutto; durante la Santa Messa officiata dal Vescovo, era suonato il silenzio d’ordinanza. Le campane della Basilica suonavano a morto. Tutti partecipavano alla triste ricorrenza, autorità civili, militari e la cittadinanza. Viterbo si vestiva a lutto, in memoria dei suoi Caduti!

La cerimonia, con la morte di Padre Giovanni Auda, fu sospesa per qualche anno, per riprendere poi, grazie a Francesco Morelli, che nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, faceva parte dell’UNPA, oggi Protezione Civile, con Alessandro Fiorentini, Padre Agostino, parroco della Basilica di San Francesco, e altri, i quali costituirono un Comitato Organizzativo affinché ogni anno, sempre in collaborazione del Comune di Viterbo, si ricordasse il lutto cittadino a memoria.

Sono passati 70 anni, ma chi ha perduto i suoi cari non dimentica; la città vuole ricordare, come avviene in ogni parte del mondo, i tragici eventi quali la Shoah, i rastrellamenti per rappresaglia, i caduti civili, le i morti nelle Foibe, i campi di concentramento. Ricordare perché non si ripetano mai più guerre, affinché non sia seminato il seme dell’odio, del rancore, ma si viva nel rispetto reciproco e in pace.

Sono trascorsi 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale, ma quest’anno per la prima volta, Viterbo non ha reso omaggio ai civili caduti sotto le bombe.

Perché il Comune non ha ricordato questa triste ricorrenza?

Perché non ha affisso i manifesti per ricordare la dolorosa giornata?

Perché non è stata posta la corona d’alloro al Monumento dei Caduti a Piazza dei Caduti?

Ricordare i propri morti è un atto doveroso, oggi, domani, sempre!

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