Viterbo
CRONACA


Nella Sala parrocchiale san Leonardo Murialdo, si è tenuto nel pomeriggio del 22 gennaio, un incontro indetto da Carla Vanni, coordinatore provinciale del Comitato "Sì alla famiglia" di Viterbo, per fare il punto sulla situazione vissuta finora.

 

Presenti l'avvocato Stefano Nitoglia, coordinatore regionale ed Alberto Guerrini.

Domande e considerazioni scaturite alla luce di fatti avvenuti in questo impegno portato avanti, con la consapevolezza di "avere fatto la nostra parte e che la decisione spetta al Comune", come ha affermato la signora Vanni.

A fianco del comitato "Sì alla famiglia" varie associazioni come i "Cavalieri Costantiniani" rappresentato dall'avvocato Roberto Saccarello, il "Movimento per la vita", da oltre trenta anni impegnato per il rispetto della vita, con il presidente Stefano Aviani Barbacci, che ha esordito dicendo che "molti ragazzi sono nati grazie a questa presenza a Viterbo".

Quello che è emerso riguarda dubbi sull'incontro del 19 dicembre u.s., in relazione alle associazioni partecipanti e della difficoltà nell'intervenire, per i pochi minuti concessi.

"Siamo stati bersagliati e presi in giro - ha aggiunto l'amareggiato presidente del Movimento per la vita - con polemiche che non dicono niente sull'oggetto del contendere e con inappellabili giudizi".

"Non c'è stata la possibilità di analizzare il documento - ha incalzato Andrea Filoscia presidente di 'Scienza e vita' - e le questioni scarsamente comprensibili sono molte.

Il presidente Filoscia ha denotato una "strumentalizzazione del testo Costituzionale (Art. 2), dove si parla di diritti inviolabili della persona, mentre invece si vuole dimostrare l'apertura alle coppie di fatto, non delle formazioni sociali".

Toccato anche il tema scottante della "omogenitorialità", che denota un'apertura nel testo della mozione ed è stato inserito in modo subdolo e superficiale. Il matrimonio tesse una tela complessa, che richiede molto alle persone che si sposano e nel documento non si parla certo di doveri, "ma di estendere agli iscritti elementi di tutela sociale posti in essere dall'Amministrazione", secondo Andrea Filoscia.

Un'incognita anche come si esce dal registro, come tutelare il più debole, con il timore secondo gli intervenuti che sarà difficile governarlo.

Le firme raccolte (2084 in 146 fogli) hanno per il Comitato un valore morale. Chiarita con la Digos, inoltre, la posizione della petizione online per le improbabili firme a nome di personaggi famosi. La speranza è che si possa risalire agli autori.

Resta il rammarico di essere stati duramente contestati per la loro linea, ma rimane comunque il fatto che per il comitato "Sì alla famiglia" di Viterbo, è una questione di coscienza in cui credono e continueranno a credere.

Laura Ciulli

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