Maurizio Pinna
Civica per Viterbo

Viterbo CRONACA INQUIETA

Le parole del ministro Emma Bonino e la stessa spedizione dei presidenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato non sono affatto una garanzia per il buon esito della vicenda dei fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Cosa significa per il ministro Bonino che è esclusa la possibile applicazione di una legge che prevede la pena di morte?

A cosa serve la recente passerella della delegazione italiana recatasi a New Delhi?

Dall’altro versante i media indiani, come l’Hindustan Times, scrivono che il governo di New Delhi si è cacciato in un groviglio e ha difficoltà a trovare una soluzione allo stallo.

E allora, cosa si aspetta per sospendere tutte le attività – poche - del Parlamento italiano, per mettere al centro dell’attenzione mondiale un caso e una Nazione che non può più tollerare oltre?

Non dimentichiamo mai che i nostri marò sono soldati che hanno agito, per dovere di obbedienza, in base alla legge italiana n. 130 del 2 agosto 2011, adottata dal Parlamento per dare esecuzione alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

E’ deprimente, pertanto, sentire che eliminato il rischio della fucilazione il problema è pressoché risolto. Sembra veramente che il fondo toccato dall’Italia con questa vicenda, gestita come il resto del Paese, abbia raggiunto e superato uno spesso strato di fango maleodorante.

Quell’incapacità di gestire il caso si legge nel continuo rinvio del processo, senza serie motivazioni da parte del governo indiano, ma anche da come si è permesso di lasciare arrestare i nostri soldati con le modalità che tutti ormai sappiamo e, ancora, da come sono stati fatti rientrare dalla licenza trascorsa in Italia dopo avergli fatto credere che tutto era finito.

Fattori, questi, che da soli la dicono lunga sulla considerazione che l’India, l’Europa e la stessa ONU ha nei confronti dell’Italia, a parte le parole di alcune ore fa del presidente della Commissione Ue José Barroso che invita l’India “a trovare una soluzione soddisfacente o potrebbero esserci problemi nei nostri rapporti”. Ma il dopo poco importa, a noi interessano i due militari a casa e subito

Chissà cosa sarebbe accaduto, pur di ottenerne la liberazione in breve tempo, se al posto dei marò avessero trattenuto in India, o altrove, dei soldati americani, per fare un esempio, o dei civili italiani, volontari di una qualsiasi organizzazione politicamente appartenente a chi ha il potere e la capacità di creare comunicazione e rumorose mobilitazioni popolari di massa, colorate da bandiere fluorescenti?

Oltre allo Stato italiano che provvedimenti concreti ha preso la Comunità europea e la stessa ONU? Esistono soltanto per impartirci ordini, sacrifici e ricordarci i doveri minacciandoci continuamente di sanzioni se non cambiamo registro?

Scriveva Giacomo Leopardi, ma andando a ritroso dovremmo citare anche Jean Jacques Rousseau fino ad arrivare ai metodi applicati dai Greci e dai Romani, le cui opere sono state fonte d’ispirazione dello stesso Leopardi: “Se i principi risuscitassero le illusioni, dessero vita e spirito ai popoli, e sentimento di se stessi; rianimassero con qualche sostanza, con qualche realtà gli errori e le immaginazioni costitutrici e fondamentali delle nazioni e delle società; se ci restituissero una patria, se il trionfo, se i concorsi pubblici, i giuochi, le feste patriottiche, gli onori renduti al merito, ed ai servigi prestati alla patria tornassero in usanza, tutte le nazioni certamente acquisterebbero, o piuttosto risorgerebbero a vita, e diverrebbero grandi e forti e formidabili”.

Concludendo, confidando ancora una volta nel Signore, non ci resta che pregare affinché intervenga sull’incapacità di quei suoi figli che sulla terra governano le nazioni e dispongono della vita degli uomini, affinché scongiuri altri soprusi al maresciallo Massimiliano Latorre, al sergente Salvatore Girone e a tutti noi italiani.

Umberto Fusco – Maurizio Pinna
Civica per Viterbo

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