Viterbo SENTIMENTO E FANTASIA Valeria incrocia due dita e pensa  “Non posso aspettare ancora. O la va o la spacca. Gesù! Fa che la vada!”
di Agostino G. Pasquali

(Inizia dal n° 1, per leggerlo, clicca qui)

B&B Colle Verde a Viterbo

Mentre Giulio e Valeria stanno ritornando a Roma, percorrendo prima il lungolago braccianese e poi la vecchia Cassia, Valeria pensa che sia giunto il momento di fare la sua proposta.

      Il soggiorno nel ‘B&B - Le Romantique’, per quanto breve, ha rafforzato il suo desiderio di collaborare con Giulio per la riapertura de ‘Le querce gemelle’; si è convinta di essere in grado di occuparsene e lo farebbe con entusiasmo e piacere; si immagina già al telefono a ricevere le prenotazioni e si vede in sala colazioni pronta ad offrire i suoi servizi e la sua vivace parlantina.

      Ma come reagirà Giulio alla proposta?  

      Valeria incrocia due dita e pensa  “Non posso aspettare ancora. O la va o la spacca. Gesù! Fa che la vada!” e apre il discorso:

      “Senti Giulio, non mi prendere per una sognatrice, una impulsiva che corre scioccamente dietro ai sogni… e neppure per una interessata a chissà che…”  Pausa.

      “ Uhm! Sentiamo che cosa hai in mente. Ma il preambolo mi suona strano. Mi devo preoccupare? Sentiamo…”

      “ Avrei pensato che è un peccato che quella tua casa a San Martino se ne stia lì a marcire…”

      “Ma non marcisce affatto. L’hai visto. Ci pago pure Giacomo, per la manutenzione. Ma smettila di girare a vuoto. Tira fuori il rospo…  E’ grosso?”

      “Non è affatto un rospo. E’una proposta che ti faccio dopo averla ben meditata: riaprire il bed and breakfast!  Ti aiuto io. Siamo liberi, siamo in buona salute. Un’attività del genere può aiutare tutti e due a sentirci vivi, più giovani…”

      “Più giovani? Meno vecchi, vuoi dire. Hai sentito quella stronza come ha detto?”

      Valeria sa che se Giulio dice parolacce, ciò significa che è di cattivo umore. L’ha presa proprio male l’uscita della signora Magdalena. Ma gli passerà. Basta che lei sia un po’ ‘gattina’. Ma  ora è meglio non insistere.

       Giulio infatti ha un aspetto serio, un po’ imbronciato, ma non è per la battutaccia sull’età, come pensa Valeria; quella battuta l’ha digerita subito perché un po’ se la meritava. E’ invece preoccupato per la ‘gabbia’ che temeva e che ora vede avvicinarsi nel suo futuro immediato. Sa che la proposta di Valeria è buona, anzi ottima; anche lui ci ha pensato a riaprire ‘Le querce gemelle’, ma  gli mancava un aiuto, e ora ce l’ha.

      Sa però anche che Valeria ha già cominciato con la tecnica della goccia d’acqua. E sa che lui a Valeria non sa dire di no, specialmente se lei ha ragione, e adesso lei ha ragione. Però Giulio è sempre più preoccupato  per la sua ‘autonomia’. Teme che quel maledetto (o benedetto?) vecchio sentimento, che chiamiamo amore, lo induca a fare delle cose buone nell’immediato, ma con conseguenze imprevedibili e incontrollabili nel lungo periodo.

      Cala un silenzio imbarazzante. Li salva il telefono: arriva il tipico squillo nell’altoparlante e la scritta “Chiamata in arrivo” sul display della radio che sta in collegamento bluetooth con il telefonino per fare il ‘vivavoce’. Giulio dà il consenso e si sente nell’altoparlante una voce che chiede se può fare una breve intervista. Di solito in questi casi Giulio dice subito un secco ‘No’, ma stavolta accetta, così per un po’ non dovrà affrontare ‘quel problema’.

       Ora stanno entrando in Roma e la guida nel traffico diventa impegnativa. Non si possono fare discorsi importanti. E così, restando in silenzio, arrivano a casa di Valeria.

       “Sali da me un momento? No, non puoi? Ah c’è il problema del parcheggio. Ciao, ci sentiamo domani..”

       Un abbraccio, un bacio casto sulle guance, e via.

*     *    *

      Sono passati un paio di mesi dal weekend a San Martino. Giulio e Valeria si sono sentiti poco per telefono e visti ancor meno.

     Valeria si dimostra freddina. Sta attuando la tecnica della ‘fuga in amore’? Oppure si è rassegnata a rinunciare al progetto del B&B e quindi si è raffreddato anche il suo interesse per Giulio?

      Giulio valuta le due ipotesi e si chiede pure se invece non sia proprio lui che si sta raffreddando nei confronti di Valeria. E’ combattuto tra il desiderio di compiacere Valeria e la paura di legarsi in modo irreversibile. Ricorda che, in occasione della malattia e della morte di Luisa, aveva giurato a se stesso: mai più legami matrimoniali o simili, niente più sofferenze di quel tipo.

     Comunque si avvicina il Natale e deve, come minimo, pensare ad un regalo per Valeria.

*     *    *

     Giulio è uscito la mattina presto e ora sta in un centro commerciale. Non ama i centri commerciali, non ci andrebbe mai perché lo infastidiscono la confusione e il gigantismo, e poi l’architettura e la scenografia, false ed esagerate, studiate solo per far comprare, consumare, stordire e annullare la volontà intelligente.

     Per esempio: supponiamo che domenica uno abbia in programma una gita al Terminillo e che sia già ben attrezzato, ma gli servono dei guanti nuovi; allora va al centro commerciale, entra  per comprare un paio di guanti ed esce con un completo da spedizione polare compresa la slitta, gli mancano solo i cani. E’ un completo che sarebbe esagerato pure per un esquimese, figurarsi per una semplice gita al Terminillo.

     Ma a Giulio capita, come adesso, che qualche volta sia necessario andarci al centro commerciale, e quindi dice a se stesso in puro dialetto romanesco : “Quanno ce vò, ce vò! Si dovemo d’annà, annamo!”; ma lo dice con rassegnazione, senza l’entusiasmo contagioso del branco familiare, il quale, quando va al centro commerciale, ci va come ad una festa.

       Giulio si trova ora in un negozio di oggetti ornamentali: soprammobili pregiati, cristalli, argenti… E’ indeciso e si vede. Se ne accorge la commessa, una signora non proprio giovane, ma bella, molto elegante nel suo tailleur scuro-professionale, quasi una divisa, attillato per mettere in risalto la linea perfetta, forse ha quel poco poco di abbondante che piace agli uomini. Le donne vogliono essere eteree, filiformi; le donne allo specchio si piacciono così, chissà poi perché. Agli uomini invece le donne piacciono ‘bone’. E i proprietari di negozio, che siano uomini o donne, quando scelgono le commesse, le scelgono ‘bone’ per fare effetto sugli uomini.

      “Dottore! Ma è lei! Che sorpresa!”

      Giulio si guarda attorno. Quella non dirà mica a lui. Nessuno l’ha più chiamato ‘dottore’ da quando è andato in pensione. Già gli dava fastidio in ufficio quel titolo, figuriamoci ora. Non c’è nessuno lì vicino, quindi la commessa si rivolge proprio a lui. Giulio la osserva meglio, legge il nome ‘Daniela’ sulla targhetta appuntata sul bavero della giacca, riconosce la voce e identifica anche la persona… ma è la dattilografa Daniela, quella dello struscio di tetta. Che diavolo ci fa qui?

      Seguono i soliti convenevoli e l’aggiornamento delle storie. La storia di Giulio l’ho già narrata, quindi non riporto quello che Giulio racconta.

      La  storia di Daniela è semplice, una delle tante. Aveva sposato un ricco signore che si era infatuato della sua bellezza e che, essendo geloso e possessivo, le aveva fatto lasciare il lavoro. Dopo qualche tempo si era stancato di lei e l’aveva lasciata per un’altra ‘bambola’.

      La bellezza è come il miele: lo assaggi, è buono, ti piace, ne mangi ancora, ma presto ti nausea e vai alla ricerca di un altro tipo di dolce.

      Quindi si sono separati e ora lei lavora qui a Roma, nel centro commerciale, ma non è proprio un commessa, è socia al 30% dell’esercizio che, per il restante 70%, è del marito. Come si dice? Ognuno per i fatti suoi, gli affari sono affari, e amici come prima. No, non amici, solo soci in commercio. Perciò hanno costituito una s.r.l. e Daniela vi figura come dipendente. Così con questo  trucchetto pagano meno tasse e Daniela avrà una sua pensione come lavoratrice dipendente.

     Giulio non può fare a meno di pensare che l’Italia delle tasse è tutta così: chi non ha scrupoli le evade, le tasse, e chi si crede onesto le elude. Ma pagarle al giusto? No, questo mai!

     “Dunque siamo tutti e due soli.” Conclude Daniela, e poi:  “Io?  in questo momento non ho legami, e allora  perché non ci vediamo qualche volta? Sa, dottore, ora glielo posso dire, ma sentivo una certa attrazione per lei…”

     Mentre Daniela parla, Giulio riflette e considera come sono le donne oggi: disinibite e sfacciate. Forse sono state sempre così, ma una volta, almeno, fingevano pudore e timidezza, cercavano una scusa, un pretesto. Valeria com’è stata? Come lo ha riavvicinato poco tempo fa? Ah, la scusa dell’impianto dell’acqua calda che funzionava male… Ma Valeria è di un’altra generazione. Adesso, questa qui,  che vorrà?

     Questo pensa, ma dice invece :“Me ne ero accorto delle sue attenzioni, ma non le ho mai prese sul serio. Lei era giovanissima, io già sulla mezza età e sposato. Ma ora, mi perdoni: che cosa mi sta proponendo? Sono anziano, lei è ancora giovane, e poi sarei, come posso dire? un po’ impegnato... con un’amica.”

     “Oh!... È solo una proposta di amicizia, ma perché mettere limiti al futuro? E non si butti giù. Si vede che è in forma. Perché non mi fa conoscere …la sua amica?”  Pausa.  Poi : “Sapesse, dottore, come mi sento sola qui a Roma. Sto qui da poco, non conosco nessuno, e mio marito, a parte che siamo separati, lo detesto…”

     Daniela pronuncia queste parole con un’espressione di vera tristezza, gli occhi si velano di lacrime. Giulio in fondo è un tenerone, lo è sempre stato, e non c’è bisogno di milioni di gocce d’acqua per incidere la sua pietra. Bastano due lacrime.

     “Per prima cosa smetti di chiamarmi dottore. E’ una cosa fastidiosa. Chiamami Giulio e diamoci del tu. Ma davvero vorresti conoscere Valeria? La mia amica? Facciamo… in pizzeria domani sera? Sentirò Valeria e se lei è disponibile …”

*     *     *

      Giulio è uscito dal centro commerciale e sta tornando a casa. Ha con sé un bel vaso di vetro policromo di Murano, che Daniela gli ha consigliato come regalo per Valeria.

      Anche Giulio ha il suo diavoletto che si sveglia e gli suggerisce: “Tieni conto che Valeria forse si è stufata di star dietro alle tue indecisioni e un addio da te se lo aspetta. Questo vaso potrebbe essere un dono d’addio…, s’intende se decidi… il dono sùbito, ma non dirle niente per ora, aspetta che passino le feste.”

      Quando, tra due persone oneste, un rapporto affettivo si raffredda, si attenua, come sta succedendo tra Giulio e Valeria, nasce spesso all’interno di ognuno un conflitto penoso perché nessuno vuol rompere e assumersene la responsabilità. C’è anche il dubbio di sbagliare e ci si chiede se non sia meglio cercare di ricucire lo strappo prima che sia grave e irreparabile. E’ una situazione instabile e talvolta è un evento esterno che la fa precipitare. Daniela potrebbe essere per Giulio l’evento esterno. Ma perché Giulio dovrebbe trascurare Valeria per Daniela? Certo Daniela è giovane, è ancora fresca e gli fa ribollire il sangue, proprio come quella volta con lo struscio di tetta. Valeria è affettuosa, Daniela è eccitante.

     Dice Giulio a se stesso:

     “Ammettilo Giulio, certe volte sei proprio schifosamente egoista, ma un po’ di egoismo aiuta a sopravvivere. Sta attento però : quella che hai davanti non è una gabbia, è una nassa, una di quelle reti da pesca a forma di tubo con l’ingresso ad imbuto che, se un pesce ci entra, non ne esce più e finisce in padella… In fondo alla nassa c’è sempre un’esca che attira in modo irresistibile… L’esca per te si chiama Daniela? 

    E poi, sei sicuro che Daniela sia sincera? Ricordati che per l’età potresti essere suo padre. E ricordati pure che le donne sono furbe, più furbe del diavolo. Pensaci bene, Giulio, prima di trascurare il certo (Valeria) per l’incerto  (Daniela). E tenere i rapporti con tutt’e due? Ma sei matto?”

     Giulio si prenderebbe a schiaffi, come sempre quando si accorge di aver fatto una fesseria o di essere sul punto di farla. Ma non si prende a schiaffi, dà un’alzata di spalle e pensa, come la Rossella O’Hara di ‘Via col vento’: “Ci penserò domani. Dopo tutto domani è un altro giorno.”

      Certo che questo vecchio sentimento, che chiamiamo ‘amore’,  è proprio pazzo.

      Che cosa succederà domani?  Ora non lo so. Ma questa potrebbe essere un’altra storia.

FINE

Agostino G. Pasquali

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 643 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it