Viterbo EVENTI MUSICALI LIBRERIA DEI SALICI
 
Sabato 5 Aprile alle ore 17,00 presso la Libreria dei Salici tornano "I Vecchi Cantori del Borghetto" con "Sogno e Protesto - L'indignazione in musica".
 
Il partigiano francese Stephane Hessel  in un piccolo libro ormai conosciutissimo in tutto il mondo, ha scritto: … in questo nostro mondo esistono cose intollerabili … l’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti … una delle qualità indispensabili dell’umano è la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue.”

Nel corso dei secoli la capacità di indignarsi, e la conseguente necessità di testimoniare questo impegno, si è spesso tradotta in musica, con le forme più diverse.

Testi e musiche, spesso con diverse versioni, si sono tramandati perché c’era chi li cantava e chi li trasmetteva.

Dallo smisurato repertorio di canzoni italiane di protesta I Vecchi Cantori del Borghetto hanno selezionato la piccola scelta di brani, di varie epoche e di varia ispirazione, che vi presentano, da un lato ricordando chi, nel corso della storia, ha avuto motivo e capacità di indignarsi, e dall’altro augurandosi di non essere indifferenti a quanto di intollerabile esiste ancora oggi nel mondo.

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SOGNO E PROTESTO
L’indignazione in musica

“I vecchi cantori del Borghetto”
(Andrea, Gian Luigi, Guido, Marcello)


LIBRERIA DEI SALICI – via Cairoli 35, Viterbo
sabato 05 Aprile 2014 – ore 17.00

PROGRAMMA


Il crack delle banche
Il brano, attribuito ad Ulisse Barbieri su un’aria di Robert Planquette, si riferisce allo scandalo della Banca Romana del 1893 e venne pubblicato nel 1896 sulla rivista L'Asino.

Nel fosco fin del secolo morente
Manifesto dell’anarchia ottocentesca.

Addio a Lugano
Canto scritto in carcere da Pietro Gori, quando nel 1895 fu costretto, assieme ad altri dodici fuoriusciti italiani, a lasciare la Svizzera per motivi politici. La musica è di origine popolare toscana.

Ninna nanna la malcontenta
Rivendicazione femminista ante litteram di tradizione toscana.
    
Ninna nanna
Ninna nanna della nonna, cantato a Sezze, nel Lazio.

Ninna nanna della guerra
Testo di Trilussa dell’ottobre 1914, largamente popolare e diffuso, nonostante fosse di fonte letteraria.

Mamma traditora
Probabilmente di origine socialista. La mamma potrebbe essere l’Italia.

L’inno del sangue
Melodia tipica del cantastorie, di ispirazione politica anarchica o socialista o repubblicana, che ricorda le tragiche giornate di Milano del 1898 e la dura repressione del generale Bava Beccaris.

O’ cunto ‘e Masaniello
Nel 1647 l’imposizione della gabella sulla frutta fu la causa scatenante della rivolta dei napoletani, guidati da Tommaso Aniello, contro i governanti spagnoli. Canto probabilmente dell’epoca.     

La Lega
Strofe diffusissime in tutta la valle Padana, con un gran numero di diverse versioni, negli anni di più dura attività delle leghe contadine, tra il 1900 ed il 1914. L'autore è anonimo la canzone - inserita nel film "Novecento" di Bernardo Bertolucci – entra presto nel repertorio delle mondine.
Guarda là 'n cula pianura
Nato in ambiente di manifattura laniera, attribuito ad Antonio Mazzuccato, noto militante socialista torinese, forse si ispira alle lotte per l’orario di lavoro di 10 ore, in Valsesia, 1897. Le ciminiere delle fabbriche, per lo sciopero, non mandano più fumo.

Se otto ore  
Canto nato nel 1906, quando fu presentato alle Camere il progetto di legge per ridurre a otto ore la giornata lavorativa delle mondine.

Oh Gorizia tu sei maledetta  
La battaglia di Gorizia (agosto 1916) costò decine di migliaia di vittime, da ambedue le parti in conflitto, e si risolse in un modesto successo per l’Italia. Un massacro pazzesco di una guerra tutta pazzesca. Uno dei canti di protesta contro la guerra più belli e più significativi, nelle sue strofe c’è tutto, la violenza, l’inutilità, il dolore, gli affetti che si perdono, la discriminazione di classe, i morti che non ritornano; era cantato clandestinamente in quanto il comando supremo lo proibiva, pena la fucilazione.

A la matin bonura
Vivace “mugugno” degli alpini per la vita di caserma.

In galera li panettieri
Canto in forma di villanella, contro una famosa serrata di panettieri avvenuta attorno al 1570 per la richiesta, non accolta dal vicerè spagnolo, di aumentare il prezzo del pane.

A Tocchi A Tocchi
Tradizionale del secolo XVIII

Ritornelli laziali
M’affaccio alla finestra - tradizionale romano - e La mamma del mio amore - originario di Anagni.

Ai preat
Villotta friulana.

Canto dei Sanfedisti
Nel 1799 l’esercito della Santa Fede, al comando del Cardinale Fabrizio Ruffo di Calabria, riconquistava Napoli, che si era proclamata Repubblica Partenopea di ispirazione giacobina. Brano duro e feroce, con ogni probabilità originario dell’epoca.


Il partigiano francese Stephane Hessel - che ha collaborato, tra l’altro, alla redazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo - in un piccolo libro ormai conosciutissimo in tutto il mondo, ha scritto: … in questo nostro mondo esistono cose intollerabili … l’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti … una delle qualità indispensabili dell’umano è la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue.”
Nel corso dei secoli la capacità di indignarsi, e la conseguente necessità di testimoniare questo impegno, si è spesso tradotta in musica, con le forme più diverse, dalla grande tradizione napoletana al canto sociale dell’800, alle villotte, alle serenate, alle ninne nanne, con testi e musiche provenienti sia dalle culture prevalenti (inni, romanze, melodrammi, operette, marce) sia dalle produzioni popolaresche (moduli di facile apprendimento, cantastorie).
Testi e musiche, spesso con diverse versioni, si sono tramandati perché c’era chi li cantava e chi li trasmetteva per contatto personale, grazie al servizio militare, alla guerra, al carcere e al confino, alle grandi migrazioni interne ed estere, alle rivendicazioni sociali, alle fiere paesane.
Dallo smisurato repertorio di canzoni italiane di protesta abbiamo selezionato la piccola scelta di brani, di varie epoche e di varia ispirazione, che vi presentiamo, da un lato ricordando chi, nel corso della storia, ha avuto motivo e capacità di indignarsi, e dall’altro augurandoci di non essere indifferenti a quanto di intollerabile esiste ancora oggi nel mondo.


Il gruppo è nato nel 1972 all’interno di una formazione corale costituita nel 1970, e si è dedicato alla ricerca ed all’esecuzione di musica popolare italiana e d’oltralpe e musica antica con particolare riguardo alla tradizione dei trovatori di lingua provenzale che operarono tra l’anno 1100 e il 1250.
La formazione ha avuto diverse configurazioni, ma tre dei componenti attuali - Andrea Palmisano, bancario in pensione, chitarra e voce, Gian Luigi Bocchetta, architetto, chitarra e voce, Marcello Rondina, skipper, percussioni e voce - sono sempre stati presenti in tutti i momenti di attività. Recentemente si è unito a loro Guido Landucci, funzionario in azienda di servizi, con i suoi strumenti.
Riunitisi nuovamente, dopo un lungo periodo di silenzio, in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia per portare in scena lo spettacolo di musiche risorgimentali “Dal Risorgimento alla … Libertà”, pervasi da sacro furore musicale continuano a far danno ...

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