Achille Lauro

Viterbo POLITICA ITALICUM

Di tanto in tanto racconto qualche vecchia storiella, vecchia come me e anche di più, e magari pure ingenua, perché vado a prenderla nei ricordi della mia adolescenza. Si tratta però di storielle significative. Eccone un’altra.

“Un signore campagnolo, tanto ignorante (nel senso di non istruito) da non saper leggere, cosa frequente un tempo, venuto in città notò che, seduti davanti ai caffè, c’erano signori che leggevano il giornale con gli occhiali (con gli occhiali i signori, non il giornale!). Pensò che il motivo per cui lui non poteva leggere era il non avere gli occhiali. Entrò allora in un negozio di ottica e chiese gli occhiali per leggere. Il commesso gliene fece provare diversi, con varia gradazione diottrica, ma ovviamente il risultato fu sempre negativo…”

 

Mi fermo qui perché probabilmente conoscete già questa storiella e, comunque, il finale è intuibile.

Bene! Ho il sospetto che la confusa lite sulle preferenze elettorali, lite che sta inquinando il clima politico, stia nell’incapacità di capire che cosa siano e soprattutto a che cosa servano le preferenze. Ammesso che i litiganti siano almeno in buona fede, del che dubito.

Mi direte: “A cosa servono le preferenze? Ma a dare al popolo la possibilità di  scegliersi i rappresentanti per il parlamento nazionale, per le assemblee locali, ecc.”

Infatti dovrebbe essere così, sono d’accordo, così come gli occhiali servono per leggere. Ma siamo sicuri che sia proprio così? che gli elettori sappiano “leggere”, cioè scegliere liberamente e coscientemente i preferiti?

Credo che noi Italiani abbiamo la memoria corta e ci siamo dimenticati alcune cose avvenute in un passato neppure tanto remoto. Proviamo a ricordarle?

1) In vista delle elezioni Achille Lauro, sindaco di Napoli, ricco armatore, nonché personaggio assai folcloristico,  regalava una scarpa sola (la destra o la sinistra) a chi si impegnava a votare colui che Lauro stesso indicava. Regalava la seconda scarpa solo a risultato elettorale felicemente (per lui) acquisito.

2)  I partiti avevano inventato un meccanismo con il quale potevano imporre e controllare voti e preferenze. Dicevano al singolo elettore, di cui si fidavano poco, di votare quattro preferenze, per esempio i numeri 26  34  5  2. I numeri 5 e 2 erano costanti, gli altri due variavano da persona a persona. Quindi il 5 e il 2 ricevevano tante preferenze da essere eletti, gli altri due numeri rappresentavano candidati “di figura” utili solo a raccogliere voti per la lista, ma senza probabilità di elezione. Non solo, ma scegliendo opportunamente i due numeri, diciamo “ausiliari”, era possibile controllare con precisione il singolo voto.

3) La probabilità di essere eletto era proporzionale alla spesa della campagna elettorale. Quindi veniva eletto in pratica solo chi aveva l’appoggio del partito che gli pagava la propaganda, ovvero chi aveva molto denaro da spendere in manifesti, giornali, TV, santini, comizi, galoppini e… scarpe spaiate.

4) Avevano maggiori probabilità di essere eletti quei candidati che prendevano solenni impegni che poi dimenticavano, e ciò era male, o facevano promesse illecite che poi mantenevano, il che era peggio.

5) Mi fermo qui, ma ho certamente tralasciato qualche altra porcheria organizzata per pilotare le preferenze.

Proprio per evitare questi difetti ci fu un referendum nel 1991. Nonostante i pressanti inviti a disertare le urne e  “andarsene al mare”, fatti da Craxi e da Bossi (e Berlusconi? Berlusconi no, non si era ancora tuffato gioiosamente  nel pantano maleodorante della politica), gli Italiani andarono alle urne (62,5%) e approvarono (95,1%) il referendum che abrogò la preferenza multipla. Dopo di che, purtroppo, i partiti, quale più quale meno, ne hanno approfittato per mettere in lista bloccata: indagati e pregiudicati (per salvarli dalla pena), amichette (per grazie… ricevute), amici degli amici (per fare affari) e, devo ammetterlo, anche qualche persona onesta… da usare però solo come bandiera.

In conclusione, tutto considerato, il listino dell’Italicum non è affatto scandaloso. Un “certo qualcuno” lo userà a suo comodo, ma questo qualcuno, qualunque sia la legge elettorale, farà sempre e comunque quello che vuole nel suo (di proprietà) partito. Gli altri facciano primarie e sondaggi, ma scelgano persone per bene da candidare, lascino a casa i soliti personaggi noti e screditati, ignorino una volta tanto gli interessi di parte.

Queste sì che sono scelte importanti, se c’è la volontà di fare il bene comune, il bene dell’Italia!

Ma è dell’esistenza di questa volontà che io continuo a dubitare.

A.G.P.

 

 

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