Viterbo PENSIERI LECITI 
Catilina Catilina... quel "quo usque" dura ancora...
Lucius Sergius Catilina
(Roma, 108 a.C. – Pistoia, 62 a.C.)
Gentile direttore,
perdoni la mia invadenza: ho letto lo sfogo personale del delegato allo sport del Comune di Vetralla, sig. Elio Pietro Romolo Ferri ed ho ritenuto opportuno fare delle osservazioni.
Osservazioni dirette non tanto all'autore dello scritto, che, tra l'altro, non conosco e che comunque non voglio, né ho la minima pretesa di correggere; desidero soltanto richiamarlo ad una maggiore attenzione, soprattutto quando agisce quale delegato di un pubblico servizio.
Ho ritenuto opportuno muovere delle osservazioni, mi ripeto, soprattutto per i giovani e per i ragazzi che ancora vanno a scuola, affinché possano, qualora lo vogliano, avere una conoscenza esatta dei fatti e delle espressioni che vengono loro portate ad esempio.
Senza entrare nel merito della questione, l'articolo, del resto, così com'è non consente di farlo, dalla lettura dello scritto appare evidente che il signor Elio Pietro Romolo Ferri ha manifestato il suo dispiacere attraverso delle espressioni "buttate giù currenti calamo", mi sia consentita l'espressione, perché altrimenti non solo avrebbe ricordato che Cicerone non scrive "Usque tandem Catilina abutere patientiae nostrae", ma scrive "Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra", ma avrebbe usato anche una forma italiana migliore e priva di errori.
Va da sé.
Infine, per poter dare ragione o torto al signor Elio Pietro Romolo, o in ultima analisi, per poter esprimere un giudizio di merito su quanto affermato dal medesimo, è necessario conoscere anche l'altra storia.
"In nessun caso, mai dirai giustizia prima di aver sentito tutte e due le storie", sta scritto nei tribunali greci: una scritta molto appropriata.
La ringrazio, signor direttore.
Claudio Santella
