Viterbo STORIA Traduzione di uno stralcio dei registri delle missioni aeree condotte dalla U.S.Army Airforce dove compare il nome della nostra città

 

La copertina del voluminoso libro scritto da Maurizio Pinna: "Viterbo dal fascismo alla guerra con uno sguardo ai nostri giorni"

La volta scorsa abbiamo introdotto il metodo dei bombardamenti angloamericani condotto su Viterbo dal 29 luglio 1943 al 9 giugno 1944 e come, invece, la propaganda Alleata, branca della guerra psicologica, si premuniva di presentare tali azioni.

Abbiamo spiegato che non tutti gli allarmi aerei segnalavano un bombardamento imminente, poiché il tipo di missioni pre e post bombardamento erano varie. Gli allarmi, infatti, segnalavano il sopraggiungere di aerei in direzione della verticale della città.

Oggi, per capire meglio cosa avveniva nei cieli di Viterbo nel mese di febbraio 1944, pubblicheremo la traduzione di uno stralcio dei registri delle missioni aeree condotte dalla U.S.Army Airforce dove compare il nome della nostra città.

Essendo stralci di una cronologia di operazioni tattico-strategiche, il lettore non vedrà un concatenamento “morbido” tra una notizia e la successiva, bensì troverà una forma più dura, quasi telegrafica, come telegrafici sono gli ordini ed i rapporti militari.

In alcuni casi, invece, ho preferito riferire anche le notizie relative alle missioni precedenti o successive, o comunque relative al contesto delle operazioni stesse, sia per dare modo di comprendere come dall’alto le distanze tra un luogo e l’altro si riducono notevolmente rispetto alla percezione che si ha sul suolo, sia per mostrare come Viterbo fosse considerato, al pari di altri, un sito importante da distruggere. Dove si legge MTO si deve intendere Mediterraneo Orientale.

1 febbraio 1944

«MTO - Operazioni strategiche (15AF): le operazioni si sono limitate a un pattugliamento aereo dell'area Orte-Viterbo, in Italia, ad opera di P-47 che hanno scattato foto ed effettuato una ricognizione meteorologica».

La Chiesa di san Francesco

2 febbraio 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12 Air Force).

In Italia, B-25 attaccano lo svincolo stradale di Marino, mentre A-20 bombardano Norma;

A-36 e P-40 bombardano paesi, svincoli stradali, autocarri, treni, velivoli parcheggiati, depositi di munizioni e la strada che collega a Viterbo nel corso di alcune missioni ad opera di cacciabombardieri; P-40 in ricognizione sopra le aree di battaglia attaccano Cisterna di Latina e Formia».

Esiste traccia di una lettera del Comune di Viterbo inviata al Capo della Provincia, relativa all’incursione aerea avvenuta in questo giorno sulla città di Viterbo. In un altro documento di assunzione informazioni da parte del Commissario Prefettizio del Comune si rileva che una donna che abitava nel fabbricato sito in viale Trento n. 6, a seguito dei bombardamenti nemici dei giorni 17-19 gennaio e 2 febbraio 1944, ha subìto la completa distruzione del fabbricato.

Piazza della Rocca

7 febbraio 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, B-26 bombardano l'accesso a un ponte a sud di Manziana; B-25 colpiscono la stazione di smistamento di Viterbo e, in appoggio alle truppe della US Fifth army, bombardano il paese di Cisterna di Latina come reazione agli attacchi nemici nella zona di Anzio; A-20 bombardano Piedimonte, lo svincolo stradale e la stazione ferroviaria di Campoleone; A-36 attaccano Santo Stefano al Mare e tratti ferroviari a Pontecorvo e Belmonte in Sabina, oltre a vari obiettivi di interesse e a sostegno delle forze di terra; P-40 attaccano una torre di osservazione a Littoria, diversi autocarri a Villa Santa Lucia degli Abruzzi (Campoleone), un cannone ferroviario, la stazione di smistamento di Sezze (Cisterna di Latina) e appostamenti nelle zone di battaglia».

Di tutto riscontro a detta operazione a Viterbo si registrava alle ore 12 un’incursione aerea nemica che colpiva la zona di Porta Fiorentina, la strada Teverina e viale Trieste, causando gravi danni, ma nessuna vittima civile. Alle ore 16 dello stesso giorno una seconda incursione nemica ha colpito la zona di Porta del Carmine, Ponte dell’Elce, strada del Filante e la linea ferroviaria Viterbo-Capranica. Anche in questa incursione i danni si sono limitati alle case coloniche.

 

La Chiesa di san Giovanni in Zoccoli

 

8 febbraio 1944

«MTO - Operazioni strategiche (15 AF): in Italia, B-24 bombardano i campi di atterraggio di Viterbo, Tarquinia, Orvieto, Piombino e Prato; B-17 colpiscono la stazione di smistamento di Verona; P-38 e P-47 sono stati impiegati in missioni su Orvieto, Piombino e Prato».

Viterbo, infatti, ha registrato alle ore 13 un’incursione aerea che ha colpito l’aeroporto, le Terme, il Bulicame, la zona del Freddano e la tenuta del Poliano.

Nelle località citate si contano cinque feriti: Raimondo Pallucca, di Mariano, anni 40, abitante in strada Cassia n. 38; Vera Sensi, di Luigi, anni 25, abitante in piazza San Simeone; Fulvia Mondini, di Duilio, anni 18, abitante in contrada Castel d’Asso; Nunzio Guerrieri, di Salvatore, anni 22, abitante in contrada Castel d’Asso; Alfredo Delle Monache, fu Salvatore, anni 20, abitante in via San Tommaso n. 38. In contrada Fontana del Boia si è avuta una vittima non ancora identificata al momento della segnalazione, fulminata dalla corrente elettrica ad alta tensione.

29 febbraio 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, B-26 bombardano campi di atterraggio, principali e non, di Viterbo, oltre a vari obiettivi strategici lungo la costa occidentale; B-25 bombardano truppe e appostamenti ad ovest di Cisterna di Roma, mentre A-20 colpiscono appostamenti al sud della penisola; P-40 e A-36 mettono a fuoco appostamenti lungo il perimetro a nord della testa di sbarco di Anzio; altri P-40 colpiscono la caserma e la stazione di smistamento di Littoria, oltre a diversi carri armati a sud di Cisterna; P-47 (in appoggio a velivoli britannici) colpiscono la stazione ferroviaria di Giulianova e mettono a fuoco Dubrovnik, Yugoslavia; dei caccia perlustrano la testa di sbarco di Anzio».

Testimonianza del figlio di un americano
che ha condotto una missione aerea su Viterbo.

«Sono il figlio del 1° Maresciallo Luogotenente John G. Pederson, appartenente al 319° Bomb Group nel 438° Squadron della USAAF. Papà ha completato 18 missioni con il 439th Squadron.

Il 29 febbraio faceva parte di una missione a bordo di un B-26C per mettere a fuoco il campo di atterraggio di Viterbo, in Italia. Si apprestava a cominciare quella che avrebbe dovuto essere la sua 38esima missione, ma il velivolo prese fuoco e si schiantò al suolo durante la fase di decollo (...). Sono stato fortunato ad incontrare il pilota, Colonnello Joe Modrano, che è stato in grado di raccontarmi l'accaduto. Il Colonnello Modrano mi ha riferito che lo schianto è stato provocato dall'arresto di un motore. Papà e il Colonnello Modrano si incontrarono a un raduno del 319th Group Reunion a Dayton, in Ohio, nel luglio del 1978 (...)».

Maurizio Pinna

(Fonte e riferimenti bibliografici: Viterbo dal fascismo alla guerra con uno sguardo ai giorni nostri, Maurizio Pinna, 2011).

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