Parlamento Europeo

Prof. Giuseppe Occhini

Un anno fa il 19 settembre 2019 il Parlamento Europeo ha approvato un prolisso documento che equipara il nazismo al comunismo per commemorare l’anniversario degli 80 anni dello scoppio della Seconda guerra mondiale.

Questo documento s’innesta perfettamente nella manipolazione storica portata avanti dai vincitori della seconda guerra mondiale per motivi di propaganda politica: accreditare la tesi che la guerra scoppiò per esclusiva colpa degli stati “autoritari” e che le “democrazie occidentali” vi furono costrette per tutelare i principi umanitari e la libertà dei popoli.

Non si tiene conto in tale versione dei fatti che i trattati di Versailles, insieme a precedenti deliberazioni, alla fine della prima guerra mondiale avevano, tra gli altri danni, sconvolto la carta geografica dell’Europa inventando dei nuovi stati come la Cecoslovacchia ed il Regno dei Serbi,Croati e Sloveni.

Si erano inoltre assegnate minoranze tedesche alla Polonia ed alla Cecoslovacchia, minoranze ungheresi alla Romania ed alla Cecoslovacchia, minoranze ucraine alla Polonia.

Alla Germania erano stati prelevati ben 65.00 Km² di territorio attribuendo, tra l’altro, la Prussia Occidentale e la Slesia alla Polonia e l’Alsazia-Lorena alla Francia.

Il Patto di Londra del 1915 veniva inoltre ampiamente disatteso in quanto non venivano all’Italia assegnati certi promessi ampliamenti in Istria e Dalmazia e nessuna concessione era fatta in ambito coloniale, per cui si parlò di “vittoria mutilata”.

In conclusione la Prima guerra mondiale invece di dar luogo ad un’Europa più giusta e più stabile venne a determinare una situazione di gravi tensioni e di conseguente spirito di rivalsa destinato prima o poi ad esplodere per iniziativa di chi era fermamente convinto di aver subito menomazioni che andavano oltre qualsiasi legittima pretesa degli stati vincitori.

Questi in particolare volevano il mantenimento dello status quo per impedire in via definitiva che la Germania potesse ridiventare una potenza europea. Ma la Germania nazista non intendeva solamente recuperare i territori persi durante la Prima guerra mondiale, intendeva acquisirne qualsiasi altro in cui fossero presenti minoranze tedesche e, ciò che è più grave, conquistare anche nell’est europeo un suo “spazio vitale”. Le responsabilità della Seconda guerra mondiale vanno quindi equamente suddivise tra “democrazie occidentali” e “stati autoritari”.

Il documento politico del Parlamento Europeo di equiparazione di nazismo e comunismo fonda gran parte della colpa del conflitto sul trattato di non aggressione stipulato tra Germania ed Unione Sovietica, noto come patto Molotov-Ribentrop, che portò alla spartizione della Polonia.

Successivamente l’Unione Sovietica si annetteva la Lituania, la Lettonia e l’Estonia. Se gli stati democratici di Francia, Regno Unito ed USA avessero veramente avuto a cuore la libertà dei popoli europei non avrebbero dovuto far guerra solo alla Germania nazista ma anche all’Unione Sovietica comunista; invece ciò non solo non avvenne ma anzi con quest’ultima si stabilì una solida alleanza in funzione antitedesca. Sono riportate di seguito le varie conferenze in cui si incontrarono i rappresentanti di Regno Unito, USA ed Unione Sovietica:

Prima conferenza di Mosca      29 settembre 1941  aiuti alleati all’Unione Sovietica

Seconda conferenza di Mosca   12 agosto 1942       apertura di un secondo fronte in Africa

 Conferenza di Casablanca        14 gennaio 1943     applicazione di resa incondizionata in caso di vittoria        

Terza conferenza di Mosca       18 ottobre 1943       armistizio italiano

 Conferenza di Teheran             28 novembre 1943   sbarco in Normandia. Aiuti ai partigiani di Tito. Divisione della Germania postbellica. Zone d’influenza in Europa

Quarta conferenza di Mosca      9 ottobre 1944         Problemi dei balcani

Conferenza di Jalta                   30 gennaio 1945       Creazione delle Nazioni Unite. Nuovi Assetti dell’Europa con divisione della Germania

Conferenza di Potsdam            17 luglio 1945           Resa incondizionata del Giappone.

In tutte queste conferenze gli “Alleati” ed i Sovietici decisero di comune accordo tutte le fasi della seconda guerra mondiale e l’Unione Sovietica fu abbondantemente rifornita di armamenti di ogni genere e vettovaglie per gli eserciti e per la popolazione.

Non mancarono inoltre gli atti di reciproca amicizia come quando re Giorgio V del Regno Unito inviò ai Sovietici, durante la conferenza di Teheran, il dono di una spada per l’eroica difesa di Stalingrado.

Coloro che avevano dichiarato di essere entrati in guerra per combattere  in nome della libertà dei popoli e della democrazia non potevano del tutto ignorare la situazione interna dell’Unione Sovietica ed i metodi dello stalinismo, cioè non potevano ignorare l’ eliminazione di famosi personaggi politici come Lev Kamenev (1936), Grigori Zinov’ev (1936), Nikolaj Bucharin (1938), Bela Kun (1938) Lev Trockij (1940), ne le fucilazioni di massa di migliaia di militari dell’armata rossa tra cui il maresciallo sovietico Michajl Tuchačevskij (1937) e 63 generali e 260 colonnelli. E non vi era alcuna notizia in Occidente delle stragi di Kulaki (forse 15 milioni) e di contadini ucraini avvenute tra il 1930 ed il 1933?

Il famoso scrittore e storico russo Alexandr Solzhenitsyn, a seguito di alcune sue ricerche, dichiarò che fra il 1917 ed il 1959 erano state eliminate nell’Unione Sovietica 110 milioni di persone, numero che lascia alquanto perplessi ma che anche se fosse dimezzato non può far cambiare la sostanza del relativo giudizio.

L’equiparazione di nazismo e comunismo operata dal Consiglio d’Europa, basata esclusivamente sull’uso della violenza e delle stragi è comunque impropria e riduttiva; impropria perché ha comportato l’assunzione da parte del Consiglio di una competenza che non gli compete, perché un organo politico non può assumersi il compito di stabilire giudizi che devono rientrare nell’ambito più autorevole delle indagini di natura storica; riduttiva perché ignora le profondissime differenze di carattere ideologico, di finalità sociali e di modalità di governo esistenti fra nazismo e comunismo. Ignora inoltre che essi si sono ferocemente combattuti.

Se si vuol per vari motivi esprimere un globale e sommario giudizio negativo su entrambi si effettua pertanto un’equiparazione di carattere puramente strumentale. Né può essere di scusante che gran parte della storia della seconda guerra mondiale, a cui sarebbe “corretto” attenersi, sia stata quella divulgata dai vincitori che hanno proposto se stessi come i paladini della civiltà contro la barbarie; tesi alquanto fragile e che comporterebbe la cancellazione dalla memoria di fatti di estrema gravità: estesi bombardamenti a tappeto con decine di migliaia di morti in violazione dell’art.25 delle Convenzioni dell’Aia del 1899 e del 1907 secondo le quali “È vietato attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo città, villaggi, abitazioni o edifici che non siano difesi”; a ciò si deve aggiungere l’ulteriore violazione della Convenzione con i bombardamenti atomici del 6 e 9 agosto 1945 sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

Questa carneficina che provocò la morte di circa 200.000 individui quasi tutti civili avvenne malgrado la contrarietà di diversi generali americani compreso Eisenhower. Ma a tutto ciò possiamo tra l’altro anche aggiungere gli stupri di donne italiane operate da truppe coloniali francesi e gli stupri di massa delle donne tedesche da parte delle truppe sovietiche.

Si potrà obiettare che quanto attribuito agli “Alleati” è quantitativamente inferiore alle malefatte nazi-comuniste; la qual cosa non renderebbe però accettabile la suddivisione propagandistica a posteriore di buoni e cattivi anche perché fra i cattivi dovremmo a pieno titolo inserire coloro (i comunisti sovietici) che collaborarono fattivamente con Anglo-americani e Francesi ed a cui si riconobbe il diritto di avere un giudice al processo di Norimberga.

La becera risoluzione del Parlamento Europeo s’inquadra nel programma di denigrazione nei confronti della Russia attuale che dovrebbe farsi carico delle colpe della Russia Sovietica, secondo le disposizioni degli Stati Uniti a cui la colonia Europa deve attenersi. 

 

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