Gianfranco Ciprini

Carissimo Mauro oggi 31 luglio è la festa di Sant'Ignazio fondatore dei padri Gesuiti, un altro santo con i suoi confratelli devoto della Madonna della Quercia.

Ti mando alcuni ricordi che ho trovato .

Gianfranco
 

S.IGNAZIO DI LOJOLA e i Gesuiti ai piedi della Madonna della Quercia

Azpeitia, Spagna, c. 1491 - Roma, 31 luglio 1556

Don Angelo Massi , p.93

I Gesuiti viterbesi, come il loro fondatore, furono sempre devotissimi verso la Madonna della Quercia.

 

ASMQ vol. 376(libro Sacrestia 1675) c.10

Un benefattore innominato, che fu un religioso della Compagnia di Gesù, portò scudi 150 ad effetto di rinvestirli , e del frutto dirne tante messe a ragione di due paoli per messa. Furono rinvestiti nella compra di due pezzetti di vigna con terreno di una quarta, e due pezzetti di canneto sopra il ponte di pianura alla strada vecchia di Bagnaia. Il tutto oggi di poco frutto 

P. P.Semeria vol. III , p.176

1817 Nel dì 30 di giugno dell’anno 1816 il p. Jacopo della Cella rettore di questo collegio de’ Gesuiti morì di anni 77 e fu sepolto nella chiesa della Quercia , sotto i gradini dell’altare di S.Domenico , in una fossa. Accanto poi fu sepolto il P.Passeri della stessa Compagnia , morto di anni 65 nel di 5 di luglio

 

P.P.Semeria vol. IX , p.176

 

Un giorno del  2006 ho ricevuto questa lettera.

 

Ciao!
L'invio l'immagine della Madonna del Refugio che noi chiamiamo anche Madonna della Quercia, , questa pittura pertenece a la mia nona é sembra che é stata nella famiglia dal 1750 piú meno. Apparentemente questa pittura é copia d'una originale fata nel 1709, a pedido del Beato Antonio Baldinucci, per portarla nelle suoi missione tra l'Italia come pendone, al stesso tempo questa originalle é copia d' una immagine della Madonna della Quercia che si veneraba a Poggio Prato vicino di Montepulciano é che dopo i suoi viagi da misioni il Beato ha lasciato a  Frascati,  Lacio, molto vicino da Roma.

Questa copia che é stata arrivata nel Messico come canvas arrotolato é stata donata dalla congragazione dei Gesú dalla Citá di Puebla alle congregazione missionera  di San Francesco del Collegio Apostolico di Guadalupe a iniziativa de il padri Juan José Giuca durante ottobre de 1743 (Libro primero de Decretos, Fol. 157, vuelta, Gpe. Zac.), quella epoca un piccolo paesino vicino a la citá di Zacatecas, e oggi conurbato. Per portare l'immagine da Zacatecas gli missioneri Francescani anno scelto i Fraile José Fernández de Alcibia, franciscano qui c'e ne andato lá da Guadalupe durante novembre di 1744.

L'immagine era giá conosciuta come stampa in Zacatecas fino il 1719, apena due ani dopo la Coronazione in Italia, dado che il padri  Giuca Gesuita di Puebla, aveva portato prima l'imaggine italiana per farla conoscere, cosí nel anno en che la copia é arribata da Zacatecas la Madonna aveva giá culto nella Citá.
Apparentemente di questa immagine provengono tutte l'immagine sucesive che essistono nel Messico dalla Virgen del Refugio opure Madonna della Querchia.

Il primo Ibarrola che é arrivato in Messico dalla Spagna nell stesso secolo che é arribata la Madonna é stato laborando a Zacatecas nella miniera come ingegnere e non lo so comé questa immagine si ha diventato della sua propietá, ma c'e dalla nostra famiglia fino a quel momento.
Mio Padre voleve conoscere altre imagine per comparare l'immagine messicana dalle originalle italiane.
Grazie tanti, aspeto che questa storia sia interessante per lui.

Fernanda.”

Dopo questa e-mail me ne sono  arrivate  altre che mi hanno chiarito il perché Fernanda aveva scritto proprio a me: l’Immagine che lei aveva in casa era da tutti venerata come Madonna della Quercia ed in Messico tutte le Immagini derivate  da quella della famiglia  Ibarrola, la famiglia di Fernanda, erano invocate come Madonna della Quercia;  cercando su internet Fernanda, aveva trovato il sito www.madonnadellaquercia.it   e si era messa in contatto con me per avere qualche notizia. 

Ho iniziato così a ricercare la spiegazione consultando documenti e utilizzando anch’io internet .

Sono riuscito  così a trovare  molte  notizie che mi hanno permesso di proporre  la soluzione  al problema che Fernanda aveva sollevato con la sua lettera.

L’immagine effettivamente era collegata alla devozione  alla Madonna della Quercia di Viterbo .

Ho scoperto che questa Immagine era solito distribuirla nella sua predicazione il beato gesuita padre  Antonio Baldinucci.

 “ … di statura inferiore alla media, è gracile di salute, si ammala spesso e volentieri. Basta un piccolo sforzo mentale per mandarlo in tilt, e anche solo un maggior impegno nell’insegnamento è sufficiente a metterlo a letto per giorni e giorni. Suo padre, famoso Accademico della Crusca, non sembra lesinare nell’educazione cristiana dei suoi cinque figli e neppure si dimostra avaro con il Signore, quando di questi gliene chiede ben tre: uno entra nei Domenicani, l’altro diventa sacerdote secolare, mentre il più piccolo e malaticcio si fa Gesuita, sognando di andare missionario in Cina, in Giappone o nelle Indie. 

Sogni proibiti, visto la salute che si ritrova e le tante indisposizioni che lo perseguitano. 

Incredibile a dirsi, riescono a curarlo con il tabacco, che era il massimo che potesse offrire la medicina del tempo, quando ancora lo si utilizzava più per le sue virtù medicamentose che per il piacere di una fumata. Così ristabilito, ma pur sempre inadatto per le missioni, gli chiedono di fare il missionario in patria e di trasformarsi in predicatore itinerante, che non è propriamente un incarico di assoluto riposo, ma di cui non ha più bisogno il gracile gesuita, alto appena un soldo di cacio, che ha acquistato uno slancio inaspettato e una vitalità strabiliante, diventando capace di percorrere anche 70 chilometri al giorno. 

 Comincia a girare i paesi dell’Italia centrale come un saltimbanco, dotato di un armamentario rustico e inquietante: un teschio sotto il braccio per richiamare a tutti il destino ultimo, la felicità o la dannazione eterna; uno “svegliarono”, cioè una composizione poetica che lui stesso ha composto e un confratello musicato, per richiamare i suoi ascoltatori alla conversione; parole semplici che vanno dritto al cuore e che risvegliano la fede.[ Porta sempre con sé anche un’Immagine di Maria , la Madonna della Quercia o, come spesso la chiama,  REFUGIUM PECCATORUM]

 … ”Paradiso, o paradiso, o bella patria” è l’esortazione che non manca mai nelle sue prediche, neanche in quella del 7 novembre 1717, pronunciata a Pofi (Frosinone). 

Sono le ultime parole di Padre Antonio Baldinucci, dopo le quali si accascia: stroncato da un infarto, ma soprattutto consumato dalle fatiche, ad appena 52 anni.

Leone XIII lo ha proclamato beato nel 1893.” 

(tratto da http://www.santiebeati.it/dettaglio/90402)

Il convento dove fa il suo noviziato  fu quello di Montepulciano, convento che ha una chiesa nata per custodire l’Immagine della Madonna della Quercia , come abbiamo già visto. 

Ed è questa Immagine che il beato Antonio porta con sé e dispensa ai devoti durante le sue prediche, ed è questa Immagine che raggiunge il Messico.

E padre Antonio non poteva non conoscere la Madonna della Quercia di Viterbo, sia perché lo abbiamo già detto, la devozione a quella di Montepulciano deriva da quella, sia perché aveva un fratello domenicano, e all’epoca tutti i domenicani d’Italia conoscevano l’Immagine viterbese.

 Ho anche trovato altre notizie molto  importanti: 

S. Rosa Venerini, dopo il trasferimento definitivo a Roma, nel 1713, continuò, per le insistenti richieste di cardinali, vescovi e nobili romani, ad istituire scuole . Ne aprì una a Frascati, con l’aiuto del beato Antonio Baldinucci (1714).Sicuramente Rosa Venerini conosceva bene la Madonna della Quercia , anzi ne era profondamente devota perché  la sua vocazione era nata  ai piedi del suo altare. 

Come poteva, padre Baldinucci,  chiamare con lo stesso nome  una diversa devozione? 

Alla fine è arrivata la scoperta definitiva.

In un libro  scritto nel 1720 , pochi anni dopo la sua morte, da un suo confratello gesuita , padre Francesco Maria Galluzi, che ne  racconta la vita, si legge 

 

L’Immagine fu fatta fare  dal beato  Antonio quando  fu a Viterbo per predicare le Missioni e certamente lì non poteva chiamare Madonna della Quercia un’Immagine se non fosse stata legata  a quella originale di Campo Graziano!!  Il beato conosceva perfettamente la chiesa della Madonna della Quercia di Viterbo, conosceva l’Immagine sulla Quercia  e ad essa faceva riferimento quando volle che un artista  ne pitturasse una  che lui volle come quella a cui era molto legato : quella di Montepulciano

Da quanto letto viene  la conferma, se ce ne fosse bisogno,  che anche quella di Montepulciano aveva la stessa origine!   

 

 

 

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