D. Domenico Orsini Duca di Gravina
(Vedi anche http://www.madonnadellaquercia.it)
 

Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli
 

 Prencipe, e Signori aggraziati, e loro gratitudine

[...] Nell'anno 1705 D. Domenico Orsini Duca di Gravina lasciò nel suo testamento a questo Santuario mille scudi:

che fatti puntualmente pagare dell'Emo Cardinale Frà Vincenzo Maria Orsini Fratello, fu Sommo Pontefice Romano, sono stati impiegati in dui torcieri d'argento per la Santa Cappella.

Due voti in tavola d'argento di basso rilevo si vedono in questa Chiesa di Marc'Antonio Contestabile Colonna; uno dell'anno 1597, quando nell'età di cinque anni già disperato da Medici per una maligna infermità, fu risanato per voto fatto a questa miracolosa Imagine dal Cardinal Mont'Alto suo Zio: e l'altro del 1608 per essere stato liberato da simile pericolo nell'infermità di morviglione, e febre continua. [...]

[continua nel prossimo articolo all'inizio del mese di settembre]

Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793 pag. 46

Leggi qui sotto:

Prencipe, e Signori aggraziati, e loro gratitudine
e
Cardinali di S. Chiesa ricevono grazie: e loro particolar divozione 

VITERBO

Via Fattungheri, 10
(Quartiere medievale di san Pellegrino)

Tel. 0761.32.43.46

Chiuso il Mercoledì

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 Prencipe, e Signori aggraziati, e loro gratitudine

Prima venisse in queste parti [zona Viterbo] l'Esercito di Borbone, si vedevano in questa Chiesa [di santa Maria della Quercia] moltissimi voti grandi d'argento in segno di grazie ricevute da diversi Personaggi;

e tra questi una Statua del Principe di Piombino, ed un'altra del figliuolo d'un Prefetto di Roma; un Bambino fasciato, due gambe grandi al naturale, delle quali una del Vescovo Francesco Maria Visconti, ed altri.

 L'anno 1515 Donna Giulia Sorella del Card. Farnese, che fù Paolo III, infermatasi con febre maligna, e puntura, e già disperata da Medici, stava di punto in punto per passare all'altro Mondo, quando una sua parente posto del Legno della Santa Quercia nell'acqua, l'esortò à beverne raccomandarsi alla Santa Vergine, come fece; e immediatamente rotta la postema e partitasi la febre, sana, e salva con stupore di tutti uscì di letto; e per memoria fece fare la sua Statua che ancora si vede.

L'anno 1587 Donna Cleria [Clelia] Farnese per grazia ottenuta mandò una sua preziosissima veste.

L'anno poi 1602 la Principessa di Vetrano Donna Giulia Farnese venne à ringraziare la  Madonna, con un voto d'argento, ed altre limosine; perche avendo un figliuolo per lunghezza di febre continua gia consumato, e vicino à morte, appena lo ebbe raccomandato à questa gran Madre di pietà, che prese spirito, ed apparve del tutto sano.

D. Angelo Farnese fu assistito in una pericolosa caduta da Cavallo, come si raccoglie da una ricca Pace d'argento con queste parole: D. Angelus Farnesius equo praecipitat; ob salutem servatam Virgini vovit.

Si vede anche al presente una tavola d'argento, in cui avanti la S. Imagine sopra la Quercia si presenta genuflesso. 

D. Durante Farnese con l'Arme di quella Serenissima Casa, e Corona Ducale.

Vi è parimente il ritratto di un Quadro di D. Ferrante Farnese Vescovo di Parma in segno di grazia ricevuta, come si dirà à suo luogo. 

Matteo Orsini Vescovo di Calvio, che fiorì l'anno 1505 venuto a visitare questa S. Imagine per una grazia singolare ricevuta, vi fece far la sua Statua, che fin'ora si vede.

Anche Gio: Corrado Orsini vi portò un ricco Calice d'argento con l'arme della sua Casa, e con queste parole: Joannes Conradus ex voto.

L'anno poi 1595 Don Virginio Orsini Duca di Bracciano essendo stato risanato da questa Santissima Vergine in un'infermità, che l'aveva ridotto in pericolo di morte, venne à renderle grazie con D. Flavia Peretti sua Consorte, che ne aveva in più occasioni ricevuto altre grazie segnalate; e gl'offerirno sette lampadi d'argento. 

 [...]

 

Cardinali di S. Chiesa ricevono grazie: e loro particolar divozione 

Filippo Cardinal di Bologna, fratello del Papa Nicolò V, Vescovo Portuense, e Penitenziere maggiore, fece molto palese la gran venerazione che aveva a questa Santa Imagine: mentre non contento di venirla a visitare più volte, si tratteneva qualche tempo in Viterbo, e Bagnaia per dar campo alla sua divozione verso la medesima: e fu il primo, che concesse Indulgenza a questa Chiesa per le Feste della Madonna, come per un suo Breve dato in Bagnaia li 24 Settembre del 1474.

Domenico della Rovere Cardinal di San Clemente per grazia ricevuta da questa SSma Vergine, della quale era molto divoto, li portò un busto grande d'argento, rappresentante la sua persona e fece altre limosine l'anno 1480.

Lorenzo Cybo nipote d'Innocenzo VIII, Cardinal di Benevento, l'anno 1490, venne a visitare questa miracolosa Immagine con preziosi regali, facendovi fare la sua Statua per molte grazie ricevute.

Fazio Santori Viterbese Cardinale di S. Sabina ebbe sempre divozione speciale alla Madonna della Quercia, da essa riconoscendo la sua esaltazione; e la sua morte seguita l'anno 1510 gli lasciò li paramenti. ed argenti della propria Cappella.

Il Sig. Cardinal Nicolò Ridolfi Vescovo di Viterbo, e Legato del Patrimonio, fu singolare nella divozione verso la Madonna della Quercia.

Tra le molte grazie, che ne ricevé, non fu, che l'anno 1525 caduto infermo di scaranzia con febre maligna, e disperato da Medici, ricorse à questa sua Avvocata ed immantinente cessò la febre, e l'infiammazione della gola, e fra pochi giorni con perfetta salute venne a ringraziarla con ricca limosina.

Fu poi sempre particolar protettore, e benefattore di questo santo Luogo in 25 anni che sopravisse. 

Cristofaro Madrucci Camerlengo di Santa Chiesa fu devotissimo di questa miracolosa Imagine, e molto amorevole del Convento.

L'anno 1576 venuto a visitarla pregò li Religiosi à tenerlo sempre raccomandato alla Santissima Vergine; il che con modo speciale faceva spesso anche per lettere, offerendo la sua protezione in ogni occorrenza come efficacemente la dimostrò in grand'utile, e beneficio.

Gio: Francesco Cardinal Gambara Vescovo di Viterbo fu si divoto della Madonna della Quercia, e ne ricevè tante grazie, che voleva dire, non averli chiesto cosa che non avesse ottenuto.

L'anno 1577 serpeggiando la peste per l'Italia e facendo gran strage per la Lombardia, raccomandò a lei i suoi parenti di Brescia acciò si degnasse preservarli in tal pericolo; e fu esaudito mentre non solo tutti li suoi Attinenti, ma anche le loro Ville, e Castelli furono esenti dal detto male, che li era vicino, e presente.

Caduto poi infermo con evidente pericolo di vita, un Giovinetto suo nipote ritenuto appresso di sè, appena l'ebbe raccomandato à questa nostra gran Madre di Grazie, che ritrovollo fuori d'ogni pericolo.

Per questi, ed altri favori ricevuti, soleva spesso celebrar Messa nell'Altare della miracolosa Imagine: alla quale fece molti ornamenti, e donativi, tra quali un Calice d'oro, sette lampadi d'argento, un paliotto, e bandinella tessuti con l'insegne di sua Casa, e con soprariccio d'oro, e argento ed anche li parati di broccato di gran valore per i lati della Cappella.

Fece ornare la medesima di stucchi. e pitture, facendovi dipingere anche se stesso col sudetto suo Nepote in uno di detti lati col mistero della Nunziata, e dall'altro lato fece dipingere il mistero della Nunziata, e dall'altro lato fece dipingere il mistero della Natività della Madonna.

Questo divotissimo Principe nel secondo giorno di Pasqua dell'anno sudetto 1577 che fu alli 8 d'Aprile volle consagrare questa Chiesa con gran magnificenza, e con somma consolazione del suo spirito, assistito dal Vescovo d'Amalfi suo suffraganeo, dal Vicelegato del Patrimonio, da altri Prelati, Clero Regolare, e Secolare, ed alla presenza di popolo infinito, racchiudendo nell'Altare della Santiss. Vergine le Reliquie dell'Apostolo Sant'Andrea, e de' SS. Martiri Lorenzo, Ignazio, e Biagio; e dopo cantata la Messa, publicò Indulgenza d'un'anno, che concedeva in detto giorno, e per l'avvenire in perpetuo di cento giorni, ed appresso publicò ancora il Breve di Gregorio XIII per l'Indulgenza plenaria perpetua nel medesimo giorno, come si disse.

In segno anche del suo grand'affetto, e divozione volle esser sepolto vicino all'Altare della Vergine e che il suo Corpo da Roma, ove morì, fosse quivi trasportato. 

Fioriva circa il medesimo tempo Ferdinando Cardinal De Medici, che poi fu Gran Duca di Toscana quale infermatosi l'anno 1580 di puntura, scaranzia, e febre maligna, e dopo più consulti, disperato da Medici, ricorse con gran fede alla Madonna della Quercia, e questa apparendoli in sonno, lo consolò con dire: Non dubitar Ferdinando, che io sono quella, che ti posso dar la sanità, e benedicendolo disparve.

Svegliatosi po si trovò affatto sano, e tutto allegro chiamò i domestici, che gli portassero li panni da vestirsi, perchè non aveva più male, avendolo guarito la Madonna della Quercia.

Dubitorno i Cortegiani, che delirasse, ma vedendolo levar di letto, e parlar seriamente, ringraziarono insieme la Madonna Santissima, conforme poi nel medesimo anno fece personalmente il Cardinale, con lasciare ricca limosina alla Chiesa, dove per anche si vede la sua statua. 

Intorno al medesimo tempo Pompeo Arrigoni riconobbe la Dignità Cardinalizia dall'Orazioni avanti questa Santissima Vergine fatte da suoi Religiosi; perchè essendo Avvocato in Roma con tutta l'attenzione difese le ragioni di questa Santa Casa, nelle liti fierissime, che pativa; e ne fu poi sempre più divoto, e protettore.

Il Sig. Cardinal Sfrondati nipote di Gregorio Papa XIV l'anno 1595 donò un Calice d'argento di maravigliosa fattura; e l'anno appresso la sua Sorella portò altro prezioso regalo in segno della loro divozione, e grazie ricevute.

Ottavio Acquaviva d'Aragona essendo Vicelegato di Viterbo mostrò gran venerazione alla Madonna della Quercia con le frequenti visite, e ricchi doni: e di qui creato Cardinale, riconoscendo della medesima tal dignità, li fece un prezioso apparato per l'Altare l'Anno 1590.

Anche Ottavio juniore di detta famiglia essendo Governatore di Viterbo ne fu divotissimo, e riconoscendo anch'egli di essa la Dignità Cardinalizia, li mandò per gratitudine un superbo Calice d'argento l'anno 1594.

Evangelista Cardinal Pallotta l'anno 1594, lasciò in segno della sua divozione il suo Messale con preziosa coperta. 

Il Cardinale Mariano Pier-Benedetti avendo l'anno 1598 celebrato Messa all'Altare di questa Ss.ma Vergine lasciò la Pianeta, e appresso mandò le Dalmatiche ed altro finimento per la Messa cantata, col Paliotto per l'Altare.

L'anno 1600 per grazia ricevuta venuto a visitare la Madonna della Quercia il Cardinale Ottavio Paravicini fece indorare le facciate della Santa Cappella.

Alessandro Peretti Cardinale Mont'Alto nipote del Pontefice Sisto V non fu inferiore ad altri nella divozione verso questo Santuario.

Ricevè dalla Madonna molte grazie, e trà queste la salute da pericolosa infermità nella propria persona e quella del Contestabile Marc'Antonio; e perchè l'anno 1597 con detto fanciullo venne a render grazie con un voto di sei libre d'argento, in cui si vedono d'ambedue le figure.

E l'anno 1608 conducendo seco parimente detto suo Nipote liberato dal pericolo di febbre continua, e morviglioni, portò altro voto simile d'argento.

Sinchè visse, venne spesso a visitare questa sua grand'Avvocata, manu muneribus non vacua, come si legge nella sua vita.

Vi fece fare un Organo non inferiore alli migliori d'Italia: la cornice d'argento intorno alla Santa Imagine: sei Candelieri, con Croce d'argento; e due gran torcieri pur d'argento di libre 96.

Donò anche molti apparati per l'Altare, Cappella, e Sagristia; e fece molti commodi, e ornamenti anche nel convento.

Si vede la sua Statua frà l'altre in questa Chiesa.

Anche Andrea Cardinal Peretti* l'anno 1604 per aver ricuperato la sanità da pericolosa malatia, con l'intercessione della Madonna della Quercia, porto per voto un Quadro d'argento di libre 22 e ricchi paramenti sagri, vivendone per sempre parzialissimo. 

Non dissimile nella divozione, e liberalità a questo Santuario fu l'ultimo Card. Francesco Mont'Alto**, avendo fatto li Sportelli d'argento alla finestra della Santa Cappella, ed altre ricche limosine.

Laudinio [Laudivio, per saperne di più clicca qui] Zacchia essendo vescovo di Montefiascone, veniva spesso per sua divozione a celebrar Messa in questa Chiesa; e per quel tempo che risedè in Viterbo per Vicelegato, non lasciò alcun giorno di Sabbato, che non la visitasse.

Ricevè dalla Santissima Vergine molte grazie per sè; e per la sua famiglia e per gratitudine li donò un Calice, ed una Pisside d'argento, e più sagri Paramenti.

Sotto tal patrocinio creato Cardinale l'anno 1605 si dichiarò gran Protettore di questo Santuario, come fece, seguitando sempre ad essere Benefattore.

Il Cardinal Antonino Barberini nipote di Papa Urbano VIII l'anno 1634 venuto a visitare questa miracolosa Imagine, lasciò per limosina 200 Scudi, con un Turibolo d'argento; ed altre volte, che per sua divozione venne in questa Chiesa, diede sempre segni della sua beneficenza.

Il cardinale Baccio Aldobrandini

Devotissimo alla Madonna della Quercia visse sempre Baccio Card. Aldobrandini per le molte grazie ricevute.

Venne più volte a visitarla; e nell'anno 1662, dopo aver celebrato Messa al suo Altare, lasciò la Pianeta bianca ricamata d'oro del valore di 200 scudi.

L'anno seguente ritornatovi, portò il paliotto per l'Altare, e bandinella per la finestra, valutati Scudi 100.

L'anno poi 1665, poco prima di morire dopo celebrata parimente la Messa, vi lasciò la Pianeta paonazza di ricamo, e valore simile alla prima.

Grande esempio di divozione mostrò il Cardinal Francesco Maria Brancacci, che promesso al Vescovato di Viterbo l'anno 1638, prima d'entrare la Città venne in questo Santuario per cominciare il governo sotto il patrocinio della gran Madre di Dio  e di qui dette principio al suo solenne possesso.

In molti anni poi, che vi risedè spesso divotamente la visitava, assistendo anche li Sabati alle Letanie; e fu buon Protettore di questa Casa.

Come pure fu, imitandolo anche nella frequente visita di questo Sagro Tempio.
Stefano Card. Brancacci, che li successe nel Vescovato. 

Pari divozione a questa miracolosa Imagine dimostrò il Card. Giacomo [in realtà è Urbano 29 marzo 1683 - 3 ottobre 1699 dimesso] Sacchetti in più anni, che governò la Chiesa di Viterbo; e l'anno 1683 nel prendere il possesso volle anch'esso principiare sotto l'ombra di questa Santa Quercia.

Il Card.. Flavio Millini Vescovo di Orvieto essendo stato preservato dal fulmine, caduto nella propria stanza, per l'invocazione della  Madonna della Quercia venne divotamente a ringraziarla con l'offerta di un'anello assai prezioso.

Passato poi al Vescovato di Nepi fu sorpreso da accidente apopletico, e per grazia speciale della medesima ne restò libero senza alcuna lesione.

Perciò l'anno 1698 ritornò a renderle nuove grazie, trattendovisi un giorno, e una notte per meglio sodisfare alla sua divozione.

Celebrò Messa al di lei altare, e più volte entrò nella Santa Cappella, trattenendovisi in Orazione con molte lagrime; e donò una ricca pianeta.

Venne poi anche altre volte, e sempre con le mani non vote.

Il Cardinal Andrea Santa Croce dichiarato Vescovo di questa Città, seguì l'esempio de' suoi Antecessori nel venir prima in questo Santuario, e principiare il governo della sua Diocesi sotto la protezione di questa miracolosa Imagine, alla quale rimase tanto affezionato, che parea non avesse altro divertimento, che col venire à visitarla spesso.

L'anno 1706 alla presenza d'infinito popolo volle con le proprie mani riporle in testa nuove corone di gemme, ed oro, in vece dell'altre tolteli la notte seguente al giorno del Santissimo Natale dell'anno 1700 da empia, e sagrilega mano in quel notissimo furto, permesso da Dio per suoi occulti giudizii; e che fu preludio di tant'infortunii sopravenuti alla Chiesa universale, ed in particolare nell'Europa, e nell'Italia, e che ancora si provano per li nostri peccati.

Gran divozione ebbe sempre alla miracolosa Imagine di Santa Maria della Quercia col spesso visitarla, col favorire nelle occorrenze la di lei Casa, sì nel tempo, che risedè in Viterbo Governatore del Patrimonio, come in quello fu Vescovo di essa Città, il Sig. Cardinal Michel'Angelo Conti, poi sommo Pontefice Innocenzo XIII. 

 Moltissimi altri Signori Cardinali per brevità si tralasciano; essendo pochi quelli, che ò col venire a posta, ò nel passar per Viterbo, non abbiano divotamente visitare questo Santuario, benchè fuori di strada, e con segni di particolar  venerazione; siccome per lo stesso motivo non si farà menzione à parte de' Vescovi, ed altri  degnissimi Prelati di S. Chiesa, che con grand'esemplarità sono venuti a ringraziare la Santiss. Vergine delle grazie ottenute, e per implorare il di lei potentissimo patrocinio.

 

Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793

 

 

 

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