Agnese Monaldi e Mauro Chechi,
poeti estemporanei

Blera
CULTURA IMPROVVISAZIONE

Nell'incontro che si è tenuto a Blera qualche giorno fa, si sono espressi, nelle loro forme più popolari, i poeti Mauro Chechi, di Grosseto, e Agnese Monaldi, di Allumiere.

Sono due poeti a braccio, quelli che improvvisano lì per lì, al momento, strofe in rima che hanno un senso spesso storico, spesso d'amore, spesso in contrasto. Ossia una vera e propria graziosa "sfida" tra i due, con versi ironici, sarcastici, affettuosi, stilettanti, ma nel grande rispetto dell'individuo, tanto è vero che il sorriso sta sempre a chiudere l'ottava rima.

In articoli successivi a questo potrai gustare l'estro e la genialità di quell'arte antica che fa dell'immediatezza, lo stupore di chi ha la fortuna di ascoltare.

E di ottava rima si parla sin dal 1300, era il metro usato dai cantari trecenteschi, la usarono Giovanni Boccaccio, Antonio Pucci, Franco Sacchetti, e poi Luigi Pulci, Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso.

La popolarità dell'ottava rima riuscì a sostituire la terzina dantesca. È questo metro, quindi, che sarà utilizzato dai poeti estemporanei per i loro contrasti di improvvisazione fino ai nostri giorni.

Ma bando alle ciance ecco, nei cinque video che seguono, Mauro Chechi che narra il brigante Domenico Tiburzi e Pia de' Tolomei; Agnese Monaldi che dedica le strofe a un... "fiorellino" dolce e delicato e agli ospiti della serata: Alessandro Finzi, Mauro Galeotti e Giuseppe Bellucci.

Mauro Galeotti

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